1.
L'amore.
Vorrei iniziare con la parola
“amore”. Che cos'è l'amore,se non una
stupida perdita di tempo?
Voglio dire,quanti sono davvero gli uomini e/o donne che amano
davvero?
Dopo tutto però,molte
persone-me incluse- lo cercano. Lo cercano disperatamente,hanno un
disperato bisogno di amare e di sentirsi amate. A quale
prezzo,però?
Spezzarsi il cuore. Perchè l'amore fondamentalmente fa
questo. Non
immaginate nemmeno quanti ragazzi incontrerete,quante volte il cuore
si spezzerà,prima di incontrare quello che tutti definiscono
“giusto”.
Prendete me per esempio,normale
ragazza,niente di particolare-se non per i capelli esageratamente
lunghi,ma non so per quanti possa considerarsi “segno
particolare”-
grande cuore,perdo amore da tutti i pori,e..tristemente sola.
Non ho mai amato particolarmente
la solitudine,fino a poco tempo fa. Causa? Cuore spezzato. Cosa
sennò?
Una storia durata più di un
anno. Oh..lui per me era quello giusto,era quello con cui la mattina
ti svegliavi e ti compariva un sorriso quando te lo ritrovavi
accanto,ancora dormente,mentre ti abbraccia. Ed è tutto rose
e
fiori,amore di qua..amore di la. Esiste solo l'amore..poi
però
qualcosa di spezza. Che sia l'età,la voglia di qualcosa che
ancora
non ero pronta a dargli,e forse il non amore vero. Mi aveva
lasciato,tre giorni prima di Natale-immaginate la gioia-
perchè
ancora non ero “pronta a fare il grande
passo” così
l'aveva definito durante il discorso. Diceva che non poteva aspettare
per sempre,che se io non ne volevo nemmeno parlare era
perchè forse
non ero attratta fisicamente da lui,e tutte quelle cose che si dicono
come scusa per mollare una ragazzina di 19 anni.
Ero triste,forse troppo..non
riuscivo ad immaginare che mi avesse mollato per un motivo
così..futile?
E questa mattina,era una di
quelle..buie,spente. Dove le cose le si fanno in modo
automatico,senza metterci passione,e così feci.
Uscì di malavoglia da quel
groviglio di coperte e lenzuola,buttai a terra la sveglia
infastidita. Attraversai il corridoio come fossi uno zombie,camminata
a stile morta,andai in cucina,versai un po' di caffè in una
tazza,finì di bere,andai in bagno,mi tolsi i vestiti,presi
un colpo
quando mi guardai allo specchio,entrai in doccia,e cominciai a
lavarmi. Cose di tutti i giorni.
Appena finì di sistemarmi,presi
la borsa ed uscì di casa.
Vi chiederete. Ma non ha una
famiglia? E dove sta andando?
Si,ho una famiglia..ma ho deciso
di voler essere indipendente all'età di 18anni,e
infatti..eccomi
qua. E vado a lavoro. Lavoro in un piccolo bar al centro,la
mattina,il pomeriggio lo passo all'università..non ho ancora
amici
qui,nemmeno conoscenti..solo persone con cui scambio due parole al
bancone.
Entrai in macchina e
istintivamente appoggiai la schiena al sedile,e mi rilassai pochi
secondi chiudendo gli occhi.
Non che mi lamentassi,l'avevo
scelta io quella vita..solo l'avevo immaginata diversamente. Magari
pensavo di riuscire a farmi della amiche e magari pensavo di trovare
un bel lavoro,magari come scrittrice,mi andavano bene anche storie
per bambine. E invece no,in uno squallido pub del centro.
Però tutto
cambierà da oggi,me l'ero promesso.
Appena entrai nel locale un'aria
calda e odore di caffè caldo mi investì. Sorrisi
a tutti i clienti
presenti ed entrai nel retro per posare le mie cose e mettermi il
grembiule.
“Buongiorno
Vic,come stai
oggi?” disse il proprietario. Billy,un uomo alto,decisamente
troppo
alto,possente ma dannatamente vecchio per una come me. Aveva un non
so che cosa di sexy,che fossero i capelli lunghi,o che decidesse di
vestirsi come un giovane,anche se in realtà aveva 42 anni
suonati,triste no?
“Bene.
A te come va?” dissi
scomparendo dalla porta,per arrivare dietro al bancone,mi
seguì per
dire. “Tutto apposto direi.”
Sorrisi per poi cominciare a
fare caffè,cappuccini e lavare tavoli.
La giornata passò in
fretta,troppo velocemente che non sentivo nemmeno stanchezza.
C'era tanta gente all'ora di
pranzo,tutti prendevano dei panini per poi riandare al lavoro,oppure
ragazzi prendevano del caffè.
A colpirmi però,furono dei
ragazzi,due maschi-esageratamente belli-e una
ragazza-esageratamente bella-. Erano tipo ragazzi
tutti messi
in tiro,belli e sistemati come nei film. Come quei vampiri belli e
scintillanti. Tutte le ragazze presenti li guardano,come fossero star
del cinema. Tutti osservavano il ragazzo biondo,capelli un po'
lunghi,labbra sottili ma non troppo,leggera barbetta che lo rendeva
più..sexy. Fumava,mentre si guardava intorno,con fare
infastidito,forse per le ragazzine che appena il suo sguardo si
posava su di loro ridevano maliziosamente.
"Devo
aspettare altre due
ore,signorina?” disse il signore di fronte a me,aspettando il
sacchetto.
“Mi
scusi,tenga.” Dissi
telegrafica io,senza passione.
Appena tornai a posare gli occhi
dalla parte dei ragazzi,un colpo al cuore si fece largo nel petto
notando gli occhi del ragazzo puntati addosso. Incatenai lo
sguardo,lui era troppo teso,io troppo imbarazzata tanto che mi
sentì
le guance tingersi di rosso e distolsi lo sguardo,decisa a non
guardarlo più. Avrà sicuramente pensato che fosse
come le ragazzine
del tavolo accanto.
Ma,manco a farlo apposta,la sua
amica bionda e occhi azzurri-il che era un brutto segno-alzò
la
mano,per dire “Può venire qua?” e
sorrise. Denti
perfetti..classico.
Sorrisi e alzai un dito mimando
“Un minuto.” ed entrai nel retro.
Era nervosa,sicuramente li avrei
guardati come fossero dei scesi in terra,avrei fatto una figuraccia e
loro avrebbero riso. Perfetto. Maledì Jess,oggi era il suo
turno,ma
quel pomeriggio dovetti sostituirla io,saltando anche le lezioni. Mi
guadai in un piccolo e vecchio specchio,cosa che peggiorò la
situazione,quei capelli a pazza non mi avrebbero aiutato,e quei
vestiti terribilmente vecchi avrebbero fatto si che mi prendessero
per una barbona. Perfetto!
Ma andai comunque,era pur sempre
il mio lavoro.
Così spensierata mi diressi al
tavolo.
“Salve,che
prendete?” disse
ritirando il menù e guardando solo ed
esclusivamente la
ragazza,consapevole che purtroppo avevo gli occhi puntati addosso.
“Oh
un caffè andrebbe
bene,per me.” sorrise in modo dolce,tanto che rimasi di
stucco,mi
aspettavo fosse una di quelle ragazzine che ammirava se stessa e solo
lei. “Tu Liam?” si voltò verso l'altro
ragazzo,che a differenza
dei altri due era moro,con la pelle olivastra. “Solo un
bicchiere
d'acqua.” disse questo,guardandomi attentamente.
“Ci siamo già
visti noi?” disse poi.
“Come?N-no,non
credo.” dissi
cercando di sorridere.
“Boh.”
disse appoggiando la
schiena alla sedia.
Poi,mi girai sull'altro che
imperterrito continuava a fissarmi.
Feci un cenno con la testa,come
per chiedere cosa volesse.
“Un
caffè anche io.”
“Bene.”
e girai i tacchi per
tornare dietro il balcone,dove trovai Billy.
“Ti
stava mangiando con gli
occhi.” mi disse,mentre entrambi preparavano il
caffè.
“Come
scusa?”
“Il
ragazzo li infondo,c'era
uno scambio di sguardi da paura. Avreste compito atti osceni in
pubblico se ne avesse avuto la possibilità.” e
rise compiaciuto.
“Perchè
invece di dire
stupidaggini,torni a fare i panini?” dissi io,fingendomi
acida.
“Ehi
signorina,sono io qui il
capo,potrei farti fare qualsiasi cosa..perciò attenta a come
parli.”
“Mi
scusi mia imminenza.”
Dissi inchinandomi.
“Muoviti
che ci sono due
tavoli da pulire.” e scomparì dalla porta del
retro,baciandomi la
testa.
Il nostro era un rapporto
speciale,ci eravamo presi in simpatia dal primo momento in cui misi
piede qui dentro,era una specie di secondo padre,anche se
dannatamente più bello.
Sospirai per poi portare il
vassoio al tavolo.
“Grazie.”
dissero in coro. E
me ne andai,sorridendo e basta.
Pulì i tavoli,salutando tutti i
clienti che andavano via,e ringraziando a chi gentilmente mi lasciava
qualche spicciolo.
Fino a che non sentì un
tonfo,come se qualcosa si frantumasse,e in effetti era proprio
così.
Una tazzina di caffè per
terra,e caffè sulla maglietta del ragazzo biondo.
“Dannazione.”
sospirò
questo.
Come giusto fare,mi avvicinai
per recuperare la tazzina.
“Ti
sei tagliato?” dissi
osservando un piccolo taglio nel palmo della mano.
“Non
è niente.” disse
duramente.
“Sicuro
Alex?” disse la
bionda.
Alex.
Alex. Alex.
“La
camicia,devo andare a
lavoro ora..come merda faccio?” disse buttandosi in malo modo
nella
sedia.
“Tranquillo,ora
torniamo a
casa.”
A casa? Non ci arriviamo
nemmeno in mezz'ora..a casa!” sbottò lui.
Mi voltai verso Billy che era
venuto in soccorso per accettarsi che fosse tutto apposto.
“Vic
accompagnalo sul retro e
cerca di riparare al danno..pensi di farcela?”
Infondo era solo una piccola
chiazza.
Alex
mi guardò speranzoso,alzandosi.
“Io
veramente..” ma notai lo sguardo severo di Billy. Sospirai.
“Vedrò
quello che posso fare.”
Così
mi voltai per entrare nel retro,consapevole che mi stesse seguendo,e
sentendo di sfuggita le scuse dei ragazzi.
Quando
entrammo la porta si chiuse. C'era tensione,e anche
imbarazzo..soprattutto da parte mia.
Poi
si tolse la camicia.
“Che
cosa fai?” dissi sovrappensiero io.
"La
maglietta,il caffè..non so se ricordi.” disse
sarcastico lui.
“Oh
si..” sussurrai,doppiamente in imbarazzo.
Non
guardare,Vic. Non guardare.
Così aprì l'acqua del
lavandino e comincia a sciacquare la parte macchiata.
“Così..lavoro
qui.” disse
lui,appoggiato al muro,mentre mi osservava. O ancora meglio,fissava.
“Mh.”
dissi,si fa per
dire,semplicemente io.
Passammo minuti in silenzio.
“Accidenti.”
dissi io,non
riuscendo a sbiancare la maglietta. “Mi tremano le
mani.”
dissi,non ricordando un piccolo particolare..non ero sola.
Sentì una risata soffocata.
“Che
hai da ridere,falla tu
invece di..di..oh lasciamo perdere.” dissi buttando la
maglietta
nel lavandino.
E appoggiando le mani sopra. Non
potevo essere normale,con un ragazzo a petto nudo accanto a me,con un
sorriso sexy,che mi fissava.
“Dovresti
essere meno tesa.”
soffiò lui,mettendosi dietro me,mentre tentava di farmi un
qualcosa
simile a dei massaggi. E ci sapeva fare. “Sembra che abbia
paura di
me.” disse sorridendo.
Borbottai qualcosa che
sinceramente nemmeno io capì.
Alzai la testa,e attraverso lo
specchio notai il suo sguardo fisso sulla mia spalla. Così
spostò
di poco la maglietta.
“Uhm,siamo
trasgressive vedo.”
disse,notando probabilmente il tatuaggio.
Piccolo particolare,avevo
disegnato un piccolo uccello nella spalla sinistra,segnò di
libertà.
Non facevo nemmeno più caso,come se non lo avessi
più.
Infastidita mi girai.
Mettendo,tra il nostro poco spazio che ci divideva la mia mano a la
maglietta.
“Mi
dispiace non posso
aiutarti.” dissi guardandolo negli occhi.
Notavo il suo divertimento negli
occhi,notai il suo sorriso strafottente,e notai anche la sua braccia
muscolose ma non troppo.
“Non
posso indossarla,è
bagnata.”
“Allora
dovrai uscire
così,tanto non penso che alle ragazzine fuori dia troppo
fastidio.”
disse io,cercando di allontanarmi.
“Lasciam-”
non riuscì a
finire la frase,che un qualcosa di morbido e caldo si
impossessò
della mia bocca,all'inizio non capì,poi cercai di
focalizzare la
situazione.
Questo tizio mi stava
baciando,mi aveva intrappolata senza via di fuga,e io stavo
inconsciamente ricambiando il bacio.
Era la prima volta che baciavo
dopo Jack,il mio ex,la prima volta dopo un anno..e mi piacque e anche
parecchio.
Lui continuava a baciarmi
imperterrito,io continuavo a ricambiare imperterrita. Così
non so
come,mi trovai tra le sua braccia,con le mie gambe allacciate alla
sua vita,mentre il bacio continuava,con spazi di dolore..quando si
staccava per riprendere fiato. Le nostre lingue si ricorrevano,e lui
mi stringeva come se da un momento all'altro scappassi..e
così fu.
Ripresi coscienza,quando per
sbaglio,stringendo ancora più forte,un gemito
uscì dalla sua bocca.
Così,come scottata mi scansai.
“Fammi
scendere.” dissi io.
Sorpreso,mi aiutò a staccarmi.
Mi sistemai,in silenzio,senza
dire nulla.
“Puoi
anche andare,mi dispiace
per la maglietta,ciao.” dissi e feci per uscire,prima che
potesse
dire qualcosa.
Ero scossa,appagata,confusa..ma
stranamente,fottutamente,dannatamente,felice.
“Ma
quanto ci avete messo?”
disse la ragazzina.
“Non
sono riuscita a togliere
la macchia,mi dispiace.” dissi io,con lo sguardo
basso,continuando
a sistemare il locale.
Poco dopo uscì anche lui,con la
maglietta ancora bagnata.
“Ci
tocca tornare a casa,Liz.”
disse lui,superandomi come niente fosse. Poi uscirono,salutando e
chiedendo nuovamente scusa,e che non sapevano come si fosse rotto.
Dopo svariati saluti e scusa
andarono via. Finalmente.
Billy mi guardò con uno sguardo
curioso e divertito. Tanto che si avvicinò.
“Sistemai
meglio i capelli.”
sussurrò lui,per non farmi sentire dall'ultimo cliente
rimasto.
Non risposti,portai
semplicemente i bicchieri al bancone.
Ma che cosa mi era saltato in
mente?
Dare baci così..a gente
sconosciuta,come se niente fosse. E quello che sarebbe potuto
succedere se non mi fossi fermata in tempo.
Mi diedi della stupida,fino a
quando una voce non mi fece smettere.
“Non
c'è più nessuno,ora
puoi anche raccontarmi.” disse sedendosi in una
sedia,fingendosi
una ragazzina in calore,che voleva sapere i dettagli piccante di una
folle notte.
“Sono
impazzita,tutto qua.”
dissi sedendomi nel bancone. “Non so come sia successo,l'ho
fatto e
basta,e non volevo..cioè si,è un bel ragazzo non
posso
negarlo,ma..diamine non lo conosco nemmeno,nemmeno un po',niente,uno
sconosciuto!” dissi velocemente,scendendo e cominciando a
camminare
nervosamente.
“Ho
bisogno di andare a
casa,farmi una doccia,chiudere finestre,e tutto mettermi nel letto..e
uccidermi.” dissi. “Si farò proprio
questo.” dissi andando a
prendere le mie cose.
Sentì una risata.
“Oh
andiamo..è solo un bacio
no?” annuì. “Che vuoi che sia un
bacio?”
“IO
ho dato il mio primo bacio
a un ragazzo dopo due mesi..DUE,non dopo un minuto!” dissi
infuriata io.
“Ti
fai troppi problemi,sei
una ragazzina,queste cose si fanno. Io alla tua età mi davo
alla
pazza gioia,senza esagerare..ovviamente.”
Mi calmai a quelle parole. Era
solo un bacio,che c'era di male? Il problema sarebbe stato se ci
fossimo spinti oltre.
“Mh,io
vado..buon
proseguimenti di serata.” dissi salutandolo.
Sorrise semplicemente,come
sempre.
Appena arrivai alla
macchina,sorrisi come una cretina.
Feci tutto il tragitto con la
musica allegra alla radio,e un sorrisone stampato in faccia.
Appena arrivai a casa,controllai
ci fossero messaggi,ma erano tutti che riguardavano
pubblicità. Così
frettolosamente mi feci una doccia,per poi andare al pc.
Capitemi,avevo 19 anni e
facebook oramai l'avevano cani e porci.
Controllai messaggi,notifiche e
un colpo mi venne appena vidi la richieda di amicizia di un
certo..Alex Deblow. Sperai con tutta me stessa che
non fosse
lui,ma dopo aver accettato,e quindi visto le foto,imprecai
schifosamente.
Mi aveva trovata,magari pensava
che fossi una poco di buono,magari l'avrà già
detto a tutti.
E impallidì al solo
pensiero,non avevo una reputazione,non mi conosceva nessuno..ma
sicuramente dopo quelle voci..non sarebbe stare una delle migliori.
Si aprì magicamente la chat.
“Mi
sa che noi due abbiamo
una questione in sospeso,e mi sa che dobbiamo anche parlare.”
Sbattei la stessa la scrivania.
Non poteva essere,perchè? Che
avevo fatto di male?
Finì per chiudere tutto,senza
degnarlo di una risposta. Si sarebbe stancato,avrebbe dimenticato e
avrei dimenticato anche io. Semplice,ma perfetto.
**Note finali.**
Ciao
e benvenuti a tutti! Grazie per aver letto questo capitolo,una
malsana idea venuta ieri pomeriggio,rinchiusa a casa con la febbre.
Volevo scrivere qualcosa di diverso..e questo è tutto quello
che ho
saputo uscire. So che forse non piacerà,sinceramente non ha
ancora
colpito del tutto neanche me. Ma la speranza è l'ultima a
morire,no?
Magari a qualcuna di voi è piaciuto,e sinceramente lo spero.
Spero
che questi personaggi vi abbiamo in qualche modo incuriosito,e spero
che nel corso della storia-che sicuramente non tarderà ad
aggiornare-vi facciamo divertire.
Mi
scuso per gli errori,se ce ne sono,non sono arrivata in tempo a far
revisionare il tutto.
Bene,mi
dileguo.
Aspetto
i vostri commenti(belli o brutti che siano),un bacio!
Domino.
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