Prologo
IL QUINTO IMPERO
PROLOGO
Kazuya
non capiva niente.
Guardava gente muoversi, spintonarsi. Mantelli che vorticavano sulle
spalle di persone a lui conosciute e non che correvano per i corridoi
urlando ordini, chiamando nomi, mentre lui rimaneva impalato di fronte
la porta delle sue stanze.
Il cozzare del metallo gli rimbombava nelle orecchie, rintronandolo.
E ancora gemiti, risate sguaiate, ansiti, grida.
Sentiva voci contorcersi, mescolarsi, avvilupparsi nel suo cevello, ma
non riusciva a tornare presente a sè stesso, come se quello
che
accadeva non fosse reale.
La spallata di qualche uomo in corsa lo riscosse per un momento.
Inquadrò Ichirouta a qualche metro da lui, che incrociava la
spada con una Guardia. La coda con cui di solito legava i suoi capelli
turchesi era sciolta, e ciocche scomposte gli ricadevano sugli occhi
color nocciola, impedendogli la visuale.
Lo vide muovere velocemente le mani, mandare al tappeto il suo
avversario, procedere con il successivo che si stava già
avventando su di lui.
"Cosa succede?" continuava a chiedersi.
Era uscito dalle sue stanze, attirato dai fin troppo familiari rumori
di battaglia, ed aveva trovato una mischia di uomini che si battevano
in nome di non aveva nemmeno fatto in tempo a chiedersi chi o cosa.
"Cosa succede?" non fece in tempo a cercare una risposta, che si
ritrovò a schivare un fendente che, se l'avesse colpito,
l'avrebbe probabilmente squarciato dall'inguine alla spalla.
Tirò fuori la spada che teneva al fianco e parò
il colpo
successivo, accorgendosi che anche il suo avversario era una Guardia,
il mantello rosso che ondeggiava ai movimenti. Disarmò
l'avversario ed indietreggiò, un'espressione angosciata sul
colorito terreo.
Lui era un Cavaliere del Re, non aveva motivo di uccidere una Guardia
della Corona. Erano entrambi sotto gli ordini dello stesso sovrano, al
servizio dello stesso re. L'avevano giurato al cospetto del sole
nascente, l'avevano giurato sulla propria vita, sulla propria spada.
Perchè lo stavano attaccando?
"Tradimento." scosse la testa.
Lo sguardo vagò ancora per il corridoio, e con orrore si
accorse
che il tappeto di velluto rosso sul pavimento era dipinto di macchie
più scure. Guardie si aggrappavano ferite alla parete, altre
giacevano a terra, altre si davano battaglia tra loro.
Ichirouta continuava a menare fendenti e ad esercitare il proprio
dominio di Maestro. Lo vide generare onde d'urto, piccoli tornadi,
sferzate d'aria che allontanavano chiunque cercasse di raggiungerlo.
Shinichi era poco avanti al Cavaliere dai capelli turchesi, e come lui
combatteva con le sue lame, incrociandole con quelle dei nemici.
I suoni giungevano ovattati alle orecchie di Kazuya.
Vedeva i due Cavalieri suoi compagni urlargli qualcosa, ma non riusciva
a comprendere cosa gli stessero dicendo.
Si ritrovò a schivare una compatta palla di fuoco, e
finì
con le spalle al muro battendo la testa, mentre una Guardia dominatore
del fuoco utilizzava le fiamme delle lanterne del corridoio per
sferrare i propri attacchi.
Oramai conscio del pericolo, Kazuya bloccò il braccio
dell'avversario, la testa che gli girava appena, non temendo le fiamme,
che anzi rivoltò contro di lui. Parte furono assorbite dalla
sua
spada, parte le dissolse con un semplice movimento delle dita, mentre
la Guardia si accorgeva con orrore di avere davanti il Maestro del
Fuoco a capo dei Cavalieri del Re e tentava di fuggire.
Prima di riuscirci cadde a terra svenuto grazie a un pugno ben
assestato sul naso da parte del Cavaliere, che sentiva l'adrenalina
circolargli in corpo, i muscoli tesi nei movimenti.
"Tradimento." gli gridava il suo cervello mentre correva verso i suoi
compagni, che ansimando continuavano a combattere.
-Il re è caduto!- gli urlò Ichirouta, e
finalmente potè udirlo chiaramente.
"Tradimento!" la parola gli rimbalzava in testa, mentre gocce di sudore
freddo gli scivolavano giù per il collo, dentro l'armatura
argentata "Tradimento! Tradimento! Tradimento!"
Ignorò le altre urla che lo chiamavano mentre superava i
Cavalieri e svoltava al primo corridoio, le gambe che gli dolevano per
la corsa esageratamente veloce.
Si fermò quando arrivò ad un bivio, e un pensiero
gli balenò in testa.
Lei. Lei dov'era? Stava bene?
La tentazione di cambiare direzione gli bruciò nello
stomaco, la preoccupazione gli attanagliò le viscere.
Fu un attimo. Poi scosse la testa e continuò per la sua
strada, i denti digrignati.
Salì scale, schivò lame, oltrepassò
camere.
La Sala del Trono.
Lì doveva arrivare.
Doveva proteggere il suo re. A costo della sua stessa vita. Lo aveva
giurato.
L'ultima rampa di scale si estese di fronte i suoi occhi proprio mentre
sentiva le caviglie cedergli. Saltò i gradini a due, a tre
alla
volta, mentre vampate di fuoco scaturivano dai palmi delle sue mani
ogni qualvolta qualcuno tentava di fermarlo, in una danza bruciante e
mortale.
Fu la vista di Asuka a farlo indugiare.
Il Cavaliere era abbandonato sugli scalini, il capo basso, la mano a
tenersi la pelle sotto la stoffa e la cotta di maglia di ferro
lacerate, che gocciolavano sangue. Il suo mantello blu era bruciato e
strappato in più punti.
Chiamò il suo nome con disperazione, rinfoderando la spada,
e si
accovacciò di fianco a lui, scuotendolo per le spalle.
Gli sollevò la mano dalla ferita e represse un gemito nel
constatare quanto fosse profonda e slabbrata, irregolare.
Il Cavaliere di fronte a lui alzò lo sguardo sbiadito,
liquido
su di lui -Comandante.- mugolò, la voce comunque ferma -Non
sono
riuscito... Non ho...- un accesso di tosse lo piegò in due,
mentre altro sangue sgorgava dalla ferita al suo fianco.
Kazuya lo pregò di non parlare altrimenti e strinse la mano
tra le sue.
-Il re...- sussurrò come se non lo avesse sentito il
Cavaliere.
Il suo secondo. Il suo migliore amico -E così ho fallito
anche
questa volta.- una risata rantolante faticò ad uscire dalle
sue
labbra.
I suoi capelli grigiastri erano appiccicosi di sangue, il suo volto
appariva più magro del solito.
Kazuya voleva dirgli che non aveva fallito, che tutto quello che stava
succedendo non aveva senso. Ma non riuscì a dire nulla,
mentre
sentiva le mani tremargli in preda a spasmi che non riusciva a
controllare.
Il colorito di Asuka era sempre più pallido. Respirava a
fatica
-Non rimanere qui.- tossì ancora, e strinse
impercettibilmente
la mano tremante dell'altro -Non ha senso... Il re...-
ripetè,
ed ammiccò debolmente alle scale, alla porta oltre le scale,
alla Sala del Trono -Io... sto bene.- un piccolo sorriso si
allargò sulle sue labbra.
Con gli occhi che gli pizzicavano terribilmente e un groppo in gola che
lo dilaniava, Kazuya posò un lieve bacio sulla fronte
dell'amico
e si alzò, i pugni stretti, il mento alto.
Lo guardò per istanti che parvero interminabili, dicendogli
con
gli occhi tutto quello che non riusciva ad esprimere a parole,
perchè sapeva che se solo avesse aperto bocca sarebbe
scoppiato
a piangere e sarebbe rimasto a morire lì con lui.
-Proteggila.- riuscì a dire Asuka prima di abbandonare il
capo alla parete -Promettimelo.-
Il Comandante dei Cavalieri del Re non ebbe bisogno di chiedere chi
dovesse proteggere. Lo capì all'istante. E promise.
"Addio, amico mio." lo salutò, mentre quello gli ammiccava e
tornava a distendere un sorriso sul volto. Poi, tornò ad
avanzare, lasciandolo dietro di lui.
La Guardia lo prese alle spalle. Doveva essere un dominatore dell'aria,
perchè non l'aveva sentito arrivare.
Se ne accorse a sue spese, mentre ormai la pesante porta d'acciaio
della Sala del Trono si mostrava di fronte ai suoi occhi: una lama gli
incise la coscia destra in profondità.
Cadde in avanti, pervaso da un dolore lancinante che gli pulsava dalla
gamba e gli risaliva a martellargli in testa.
Si costrinse a rotolare su di un fianco e ad estrarre nuovamente la
spada, mentre schivava il fendente che incastrò la lama
avversaria a terra, affondata nello spesso tappeto di velluto rosso.
Approfittò di quel momento per atterrare l'avversario con
una
stoccata al petto e successivamente un colpo di piatto all'elmo.
Impresse tanta forza da far cadere la Guardia all'indietro, a rotolare
giù per le scale.
Stringendo i denti ed alzandosi a fatica, si trascinò per le
ultime scale tenendosi alla parete, la gamba che gli mandava stilettate
di dolore ad ogni movimento e gli faceva vedere nero.
Doveva arrivare fino in fondo. Capire di più. Proteggere il
re
ed il regno. Vendicare Asuka. La testa gli doleva, ma strinse i denti.
"Tradimento!"
Arrivò alla porta, priva di controllo, che ansimava.
Ed entrò.
Sentiva il mantello blu appartenente al suo ordine di Cavaliere
ondeggiare appena dietro alle sue spalle.
I corridoi erano nuovamente silenziosi, i tappeti di velluto erano
stati rimossi, ed ora a terra non c'era che il nudo pavimento.
Zoppicava visibilmente, ma si costrinse a non chiedere aiuto a nessuno,
nè a reggersi alla parete, e proseguì, a testa
alta,
l'elmo sotto un braccio, la spada nell'altra mano.
Salire nuovamente la rampa di scale che portava alla Sala del Trono fu
una sofferenza, continuava a sentire la ferita pulsare sotto le bende,
circondata dalla morsa dell'armatura d'argento.
Oltrepassò la spessa porta ed avanzò per l'enorme
sala,
vuota anch'essa dei tappeti e degli arazzi che sempre aveva visto alle
pareti, dirigendosi verso il fondo.
Il trono era in penombra, e ai suoi lati vi erano una Guardia e un uomo
dai capelli rossicci legati in una coda bassa. In mezzo a loro, seduto
sull'altro scranno, gambe accavallate e sorriso talmente bianco da
vedersi attraverso le tenebre, il re.
L'Imperatore.
Kazuya si inchinò, la testa bassa, ed il movimento gli
procurò un'ondata di dolore lancinante -Mio Sovrano.- la sua
voce riecheggiò nella grande stanza -Tu sei il mio
re; il
mio Imperatore. Lo giurai davanti al sole e ribadisco la mia promessa:
il mio elmo è nelle tue mani- poggiò l'oggetto di
fronte
a lui -e la mia spada al tuo servizio.- prese la lama tra le mani e,
lentamente, la sistemò di fronte l'elmo.
Il sangue aveva lasciato tracce visibili sull'acciaio.
Alzò lo sguardo ed incrociò solo l'ombra che
oscurava il
volto del nuovo sovrano. Ancora una volta, notò solo il suo
sorriso scintillante.
Lo vide sistemarsi meglio sullo scranno, poi schioccare le dita -E'
bene, Cavaliere.- disse. La sua voce era bassa, ma tra quelle mura
pareva roboante -Tuo compito è proteggere il re, e in caso
esso
muoia, il re dopo di lui, fino alla tua morte.- il suo tono pareva
quasi irrisorio -Mi compiaccio che tu sia rimasto per dare onore alla
tua promessa.- il sorriso si allargò -E voglio sperare che
tu me
l'abbia dimostrato anche con i fatti, Cavaliere.- Kazuya fu sicuro che
lo sguardo dell'uomo si fosse posato sulla sua lama insanguinata -E' il
sangue dell'Erede?- chiese l'Imperatore, una vena di impaziente
trepidazione nella voce.
"Tradimento!"
Kazuya chinò nuovamente il capo, talmente tanto da toccare
terra.
Ora aveva un nuovo Sovrano. Non importava chi fosse, come agisse,
perchè lui l'avrebbe protetto a costo della vita. E
qualsiasi
cosa gli avesse chiesto di fare, lui avrebbe eseguito,
perchè
così doveva essere.
Lo aveva giurato.
"Tradimento."
Il suo sguardo si piantò sul pavimento di pietra grigio
scuro.
-Come lei ha chiesto, Mio Sovrano, si.- la sua voce era piatta ma ferma.
Rimase con il capo chino -L'ho ucciso con le mie mani, Grande
Imperatore.-
"Tradimento..."
Ma oramai non era che un flebile sussurro nella sua testa.
Era solo l'inizio del
Quinto Impero.
*
Ok. Ho preso come oro colato il consiglio di Zael ed ho deciso di
postare questa fanfiction, per vostra enorme gioia *A*!! *cade*
Il titolo è ovviamente ripreso dal Fifth Sector, visto che
la
trama si concentrerà sui personaggi del GO, a parte questo
Prologo, dove il protagonista è il nostro caro Ichinose. I
capitoli non saranno tutti seriosi come questo, però avranno
una
lunghezza abbastanza notevole (sette, otto pagine di word in Verdana
10, per capirci), e spero davvero che non annoino nessuno. In caso, li
accorcerò u.u E mi dispiace per Domon
çAç! E' uno
dei miei personaggi preferiti, ma-- dovevo! Mi serviva, e-- scusatemi
çAç *si inchina*!!
All'interno della fanfiction (ambientata da ora in poi quindici anni
dopo il prologo) i personaggi (che saranno chiamati sempre per nome e
non per cognome) saranno in grado di dominare i quattro elementi
(fuoco, acqua, terra, aria), e questo è l'unico spunto preso
dalla serie Avatar, che è una serie meravigliosa,
fantastica,
che tutti voi dovreste vedere e alla cui io non sto assolutamente
facendo pubblicità *svagheggia*.
Il motivo per cui mi è nata l'idea di far muovere i
personaggi
del GO (che adoro <3) all'interno di un mondo fantasy di quelli
tradizionali, dove non mancheranno la magia e le creature
sovrannaturali, non posso spiegarlo in questa sede, perchè
sarebbe uno spoiler al primo capitolo, quindi rimando le spiegazioni
alla prossima volta xD
Posso solo anticipare che ogni capitolo avrà protagonisti
diversi, a turno, e che ognuno avrà una situazione diversa
da
raccontare e, chissà, forse alla fine si incontreranno
tutti. Ho
bei progettini al riguardo dehe :D
Avverto per la presenza di crack pairing, che non vi anticipo
perchè sono curiosa di vedere come ne prenderete alcuni xD
Con gli avvertimenti ho finito. Ho come obiettivo il terminare questa
fic, perchè grossomodo ho la storia già tutta in
testa.
Spero davvero che avrete voglia di seguirmi *inchin* (_ _)
Infine, vorrei ringraziare tantissimo Enrica, che ha ascoltato i miei
vaneggiamenti e i miei fangirlamenti campati in aria mentre ideavo la
trama e qualche particolare. Grazie davvero <3 E intanto gongolo
perchè lo sto facendo online (?) buahahahahahah!!
Detto ciò, visto che come al solito le note stanno
diventando più lunghe del capitolo, mi ritiro xD
Alla prossima, grazie mille per aver letto <3 *porge biscotti*
Greta.
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