Tutto per uno sguardo
Tutto
per uno sguardo
Le considerazione di Hermione…
Qual’è
la definizione giusta per descrivere uno sguardo!?
*Un
battito di ciglia!? Lo si
potrebbe definire come un’occhiata fugace, dove neppure ti rendi conto di
quello che hai visto, puoi solo distinguere se sia stato un oggetto o un essere
umano.
*Due
battiti di ciglia!? In quel
caso sarebbe un’occhiata indifferente, visualizzeresti quello che hai dinnanzi
ma senza dargli la minima importanza, noteresti l’oggetto o la persona,
accorgendoti per esempio di quanto fosse alto o di quanto il suo fisico potrebbe
essere prestante ma poi il tutto svanirebbe all’ennesimo battito.
*Tre
battiti di ciglia!? Equivale
a circa quindici-diciotto secondi (escluso un tic), a questo punto la si può
definire un’occhiata interessata. Noteresti che la persona in esame è alto,
con un fisico niente male, dei suoi capelli corti ma che gli accarezzano il
collo e di come brillano sotto il sole o al riflesso delle candele, noteresti
quel ciuffo ribelle che gli accarezza involontario una gota. E poi più niente.
*Quattro
battiti di ciglia!? A questo
punto ci si avvicina pericolosamente alla sopraindicata definizione. E’ giusto
il tempo che ti occorre per notare praticamente tutto quello che vuoi notare, di
quanto sia alto, di quanto il suo fisico ti faccia informicolire le dita dal
desiderio di poter appurare se realmente è così perfetto, di quanto i suoi
capelli biondi siano lucidi e morbidi e di quanto ti piacerebbe passarci le
dita, e poter guardare quegli occhi di ghiaccio, profondi, intensi, ridenti e
strafottenti. E poi via ad un altro battito.
*Cinque
battiti di ciglia!? Calcolando
che dal primo all’ultimo sono passati tra i venti e i venticinque secondi
questo è un vero e proprio sguardo. In questo lasso di tempo vedi tutto, che è
alto un metro e ottantatre centimetri circa, centimetro più-centimetro meno,
quindici più di te comunque, che il suo fisico anche senza sfiorarlo sai che è
perfetto, che i suoi capelli biondi si muovono soffici al lieve movimento della
sua testa, che i suoi occhi sono di una bellezza sconvolgente e quando per
errore si posano su di te anche solo fugacemente ti senti venir meno, noti il
movimento elegante delle sue mani quando parla, sognando che almeno solo una
volta si posino su di te, e infine la sua voce, bassa e ben modulata ma che in
un attimo può diventare arcigna e antipatica, soprattutto quando la rivolge a
te.
*Tutti
i battiti che vengono dopo si dividono in due categorie: La prima è quando sei
con gli
amici e conversi con loro guardandoli negli occhi e per questo si chiama:
innocuo-scambio-di-sguardi-cortesi-e-autorizzati-dalla-più-elementare-cortesia-che-si-rivolge
al-proprio-interlocutore.
La
seconda è decisamente meno cortese e probabilmente fastidiosa per chiunque la
debba subire. E’ sicuramente involontaria ma per quanti sforzi tu faccia non
puoi farne a meno, la si può definire più o meno in questi termini: una
fissazione alla quale non riesci ad esimerti e… maledizione a me, è quello
che mi sta succedendo da qualche settimana a questa parte.
ab
cd
Le considerazioni di Draco...
Ovunque
io vada, ovunque io sia, me lo sento addosso.
Non
riesco a focalizzare da dove arrivi, ma so per certo che ci sia, da qualche
parte qualcuno mi fissa, a volte è come un battito d’ali, a volte è molto di
più, me lo sento scivolare addosso come una carezza. So per certo che non è
una minaccia, le conosco troppo bene quelle sensazioni e questo è diverso: è
un formicolio alla base del collo, è un fastidio alla punta delle dita, ma
niente di più. Quello che mi irrita è il non sapere, è il sapere che qualcuno
mi tiene d’occhio senza il mio consenso, è il sapere che qualcuno voglia da
me qualcosa senza per questo farsi avanti.
La
cosa strana a pensarci bene è un’altra, ed è qui che devo concentrare i miei
sforzi per capire, questa sensazione è alternante.
Quando
succede? In quali occasioni mi sento osservato? Con chi sono quando succede? Ma
soprattutto dove mi trovo?
*Alla
prima domanda posso rispondere ora. Succede spesso.
*Alla
seconda idem come sopra. La sento a certe lezioni e in sala grande, sorrido di
me stesso, ho già di che escludere, cioè qualcuno facenti parte della mia
casa.
*Alla
terza, a questo punto è abbastanza facile. Faccio lezioni con tutte le casa e
sta proprio qui il punto, con quale lo sento? Pozioni? Direi di si. Erbologia?
Anche. Cura delle creature magiche? Di sicuro. Trasfigurazione? Assolutamente
si. Difesa contro le arti Oscure. Decisamente. Antiche Rune? No. Divinazione?
Neppure. Astronomia? Non se ne
parla. Babbanologia? Non faccio quella schifezza, non la farei per tutti i
Galeoni della Gringott. Aritmanzia? Può darsi, il fatto è semplice da
spiegare, è la materia più stupida e più noiosa del creato, le ore che passo
in classe le dormo, quindi non ho idea di quello che mi circonda. Incantesimi?
Sicuramente. Storia della magia? Come Artimanzia, dormiamo tutti.
*A
questo punto, quando faccio, con chi lo faccio?
Faccio
due conti, esamino e riesamino e no…non può essere…assolutamente no, non se
ne parla proprio. Rielaboro di nuovo e…l’unica casa, che comunque e sempre
salta fuori è
una. Mi sono sbagliato…ehi un momento, io non sbaglio mai, io sono Draco
Lucius Malfoy, l’eletto, il purosangue per eccellenza, il principe di
Serpeverde, l’essere superiore.
-IO,
non sbaglio. Mai-
A
questo punto mi sento un po’ confuso, chi diavolo è di quei pezzenti che non
mi toglie gli occhi di dosso, lo sento anche ora, raccolgo il bicchiere pieno di
succo di zucca e fingendo di bere vaglio attentamente la tavolata dopo la mia.
Niente. Che mi sia sbagliato? Non è possibile.
Mi
fingo distratto, riappoggio il bicchiere e con mossa fulminea do un’occhiata
veloce, l’ho visto. Fuggevole come un fulmine, ma l’ho visto.
Di
nuovo quella sensazione, di nuovo quel formicolio.
Da
quando in qua Draco Malfoy si deve nascondere? Da quando in qua un purosangue
come me deve fingere qualcosa?
Appoggio
la schiena al muro, alzo il viso, lentamente e fisso quel viso che distratto si
lascia catturare, incateno quelle iridi scure alle mie, la vedo arrossire e
finalmente riuscire ad abbassare lo sguardo nascondendosi a me, nascondendo la
confusione e l’imbarazzo di essere stata scoperta.
Cristo…una
Grifondoro…Cristo…una Mezzosangue…Cristo…ho risvegliato gli ormoni alla
ragazza più lurida di tutta la scuola.
Mettiamola
in questo modo…anche i purosangue come me…anche io, Draco Malfoy, si
può sbagliare.
Ancora
non ho abbassato lo sguardo, la fisso, con insistenza e lei rialza il viso e mi
guarda di nuovo.
-Merda…io
come al solito non sbaglio mai-
eeff
Hermione
si sentì avvampare, l’aveva scoperta, non ci poteva credere, ora sarebbe
diventata lo zimbello di tutta la scuola, ma soprattutto sarebbe diventata il
suo zimbello. Già immaginava le frecciatine velenose “ehi Mezzosangue, se
vuoi una ripassatina non c’è problema, certo voi pezzenti dovete essere messi
peggio di quello che pensassi se tra tutti loro non riesci a trovare un maschio
che possa lenire le tue fregole”. Dio…già lo
immaginava. Sospirò sconfortata, si morse il labbro
-“Hermione
stai bene?”- adorava quella voce, soprattutto perché arrivava sempre al
momento giusto
-“Certo”-
disse sorridendo alla sua migliore amica. Ginny era la quintessenza della
praticità e dell’ottimismo più sfrenato, niente l’abbatteva e trovava un
rimedio per tutti i malanni del mondo
-“Non
mi pare” le strinse l’occhio “di tutto a mammina”- si avvicinò
scivolando sulla panca fino a sfiorarla. Hermione rise e appoggiò la testa
sulla sua spalla teatralmente
-“Una
coccolina piccola piccola” scoppiarono a ridere, Hermione rialzò il capo
“sto bene Ginny, ero solo pensierosa, lo studio e tutto il resto. Sai com’è”-
Ginny
sorrise, non gliela raccontava giusta, lo studio non era mai stato un problema e
non credeva affatto che lo fosse ora, per quanto riguardava il –tutto il
resto- beh, vi erano centinaia di opzioni e doveva solo aspettare, quando fosse
stata pronta sarebbe sicuramente corsa da lei, doveva solo aspettare e poi tutto
sarebbe andato per il verso giusto. Hermione era forte e combattiva, niente
riusciva a piegarla e quei giorni di sconforto che aveva notato nella sua amica
sarebbero scomparsi così com’erano arrivati.
La
cena era conclusa, si alzarono
-“Che
ne dici di fare due passi?”- chiese Ginny
-“Dovrei
studiare Antiche Rune, ma posso ritardare di qualche minuto”- concesse
prendendola sotto braccio
-“Ma
come sei clemente”- la prese in giro la rossa
-“Come
va con Harry?”- domandò Hermione cambiando discorso
-“Non
ne ho idea” disse per poi ridere allo sguardo sbigottito dell’amica “lo
sai com’è fatto. Un momento è tra le mie braccia e l’attimo dopo è a
salvare il mondo. Se lo voglio devo adattarmi e tu sai quanto lo voglio”-
disse sorniona stringendole l’occhio
-“Lo
so. Ma so anche che lui ti vuole”-
-“Oh
ma lui mi ha, puoi starne certa di questo”- ribatté ridendo
-“Sono
contenta che sia sceso ad un compromesso, quando ti ha lasciata l’anno scorso
ha passato dei giorni terribili, non sapevamo come prenderlo, tutto quello che
dicevamo o facevamo era sbagliato. Davvero impossibile”- affermò scuotendo il
capo
-“Lo
posso immaginare, ed è proprio su questo che ho giocato. Come sai ha passato da
noi l’estate, gli ronzavo intorno abbastanza spesso ma senza assillarlo, gli
sorridevo ma a mala pena gli rivolgevo la parola, ho addirittura finto di
ricevere delle lettere da Dean, da Terry, da tutti quelli che mi venivano in
mente e che lui sapeva mi ronzavano intorno” scoppiò a ridere “finchè una
sera è piombato in camera mia infuriato come non lo avevo mai visto. Ha
scaraventato a terra tutte quelle finte lettere dalla mia scrivania e mi ha
imposto di darci un taglio di fare la smorfiosa. A me!! Ha ordinato a me di non
fare una cosa. Gli sarei scoppiata a ridere in faccia se non fosse che la
trappola si stava chiudendo su di lui”- scoppiò di nuovo a ridere seguita
dall’amica
-“Povero
il mio Harry”- ghignò la mora
-“Direi
di si” confermò la rossa “ma sai come si dice vero? In guerra e in amore
tutto è concesso”- dichiarò sorridendo
-“Che
ha detto dopo?”- domandò curiosa
-“Detto?
Ha fatto più che detto”- disse divertita al ricordo mentre un leggero rossore
le imporporava le guance
-“Stai
arrossendo!” l’accusò “il mio Harry non fa certe cose” decretò “non
credo almeno”- mormorò al sorriso ironico dell’amica
-“Il
tuo Harry forse no, ma ti assicuro che il mio le fa eccome, ed è anche
piuttosto bravo”- ora era il momento di Hermione di arrossire e Ginny ghignò
-“Non
voglio sapere altro”-
-“E
no amica mia, tu hai cominciato ed è troppo bello vederti così imbarazzata”
si avvicinò all’orecchio sussurrandole alcune parole “mia verginale
amica”- Hermione si irrigidì allontanandosi mentre Ginny rideva a crepapelle,
la mora apriva e chiudeva la bocca senza riuscire a profilare verbo alcuno
-“Tu…tu…tu…”- balbettò
-“Mi
ha presa per un braccio rudemente tirandomi addosso al suo corpo, mi ha dato il
bacio più sconvolgente che avessi mai ricevuto e senza lasciarmi il tempo di
muovermi mi ha spinta finché con la schiena mi ha appoggiata al muro, senza
lasciare mai le mie labbra ha iniziato a sbottonarmi la camicetta facendola
cadere a terra e a quel punto anche il reggiseno non so come, ma e volato via,
mi ha sollevato la gonna accarezzandomi le gambe salendo inesorabilmente fino a
trovare le mutandi…”-
-“STOP”
gridò Hermione rossa come un peperone “Santo cielo Ginny” ansimava quasi
“va bene, ho capito” si passò una mano tra i lunghi capelli fingendo di
sistemarli “sono…sono contento che abbia capitolato e capito che non avrebbe
risolto il problema standoti lontana”-
-“Anch’io”
confermò Ginny “abbiamo concordato di non lasciarci coinvolgere troppo, anche
se è successo esattamente il contrario. Io non posso fare a meno di lui e anche
per Harry è uguale, ma non lo ammetterebbe mai, crede che non dicendoci che ci
amiamo, se uno di noi dovesse soccombere durante questa maledetta guerra,
l’altro soffrirebbe di meno. Sa benissimo che non sarà così, ma lascio che
lui pensi che io ho creduto alle sue parole, se
gli
facessi capire che così non è temo che mi mollerebbe di nuovo. Quindi prendo
tutto quello che mi da e io faccio altrettanto, illudendolo, esattamente come
vuole lui”- il suo viso era sereno così come la voce era tranquilla. Hermione
sorrise
-“E
non ti pesa il dover fingere?”-
-“Noi
non stiamo fingendo Herm, è proprio questo il punto” la guardò negli occhi
“l’unica cosa che omettiamo sono solo due parole. Lui me le dice ogni sera
quando ci rifugiamo da qualche parte a far l’amore, me le dice quando al
mattino mi prende la mano e insieme percorriamo il corridoio per arrivare in
sala grande, me le dice quando mi sorride attraverso la folla, me le dice quando
mi stringe l’occhio. Non le dice con la voce, questo è vero, ma le sussurra
con gli occhi, le grida con le mani quando mi tocca. Capisci cosa sto
dicendo?”- domandò
-“Si.
Sono molto felice per voi Ginny”- affermò sincera stringendole una mano
-“Adesso
vuoi dirmi cosa ti assilla da qualche giorno a questa parte? E non dirmi niente,
perché non ti credo”- Hermione abbassò gli occhi
-“Mi
sono accorta di una cosa che mi ha letteralmente annientata”- sussurrò
-“Oddio
Herm, sei ammalata?” gli occhi di Ginny si erano fatti pieni di paura,
l’altra scosse il capo vigorosamente “meno male” soffiò “Dio, mi è
quasi preso un colpo”- aggiunse mettendosi una mano sul cuore. Hermione
l’abbracciò stretta
-“Non
è così grave Gin”-
-“Allora
scusa ma a tutto c’è rimedio”- disse con il suo solito ottimismo sbrigativo
-“Se
lo dici tu”- soffiò
-“Forza
Herm, non vorrai far venir notte vero? Sputa il rospo”- pronunciò tutta
allegra
-“Io…ecco
io…io…”- non sapeva proprio da che parte cominciare
-“Hermione
guardami” ordinò Ginny, la mora alzò il viso, i suoi occhi turbati
incontrarono gli occhi determinati della rossa “prendi un lungo respiro e
mentre espelli lasci che le parole escano con l’aria. Ok?”-
-“Si”
Ginny le prese le mani, si sorrisero, poi Hermione incamerò tutta l’aria che
i suoi polmoni potessero contenere e quando espirò lasciò uscire quelle parole
che gli stavano torturando l’anima “mi sono innamorata della persona
peggiore che ci possa essere e per essere più precisa Draco Malfoy”- a quel
punto non aveva più aria. Ma a quel punto anche un’altra persona non aveva
aria, infatti era cianotica e non riusciva ad emettere alcun fiato. Rimasero a
fissarsi per secondi o minuti o forse ore senza dire una parola, Hermione era
rossa dall’imbarazzo e dalla vergogna, Ginny era rossa per l’incredulità e
per l’incredulità, era l’unica cosa che gli balenava in quel momento.
Incredulità. Doveva per forza aver
capito male. In realtà erano passati si e no tre-quattro secondi quando la
rossa si riprese
-“Vu…vu…vuo…vuoi”
respirò a fondo “vuoi ripetere per…per favore?”- domandò
-“Scusa,
scusa Gin, non avrei dovuto dirtelo, scusami, non avrei dovuto immischiarti.
Scusa, mi dispiace davvero io…”- i suoi occhi si fecero lucidi
-“Frena
Herm, prima di tutto non azzardarti a piangere, secondo smettila di scusarti e
terzo ripetimi quello che hai detto perché sono sicura, anzi sicurissima di
aver capito male”-
-“Hai
capito bene. Mi sono innamorata, infatuata, chiamalo come vuoi di Draco
Malfoy”- disse chiaramente
-“Oddio,
oh mio Dio” esclamò sgomenta “ma…ma come…voglio dire, come può essere
Herm. Tu…tu, voglio dire sappiamo chi è, sappiamo cos’è, sappiamo quello
che fa e che dice, sappiamo che sono sei anni che ci insulta gratuitamente,
sappiamo…sappiamo…”- neanche riusciva a formulare quella frase che tutti
sapevano
-“Sappiamo
che è figlio di Lucius Malfoy, il Mangiamorte per eccellenza e che con tutta
probabilità lui diverrà tale” l’amica annuì “lo so Gin. So
perfettamente tutto quello che hai detto, ma non…per quanti sforzi io faccia
non riesco a togliermelo dalla testa, ma quel che è peggio è che neanche
riesco a distogliere lo sguardo quando è nei paraggi, in più oggi è successa
una cosa terribile”- disse sconfortata
-“Cosa
ci può essere di così terribile? Peggio di così” appena ebbe pronunciato
quelle parole si sarebbe mangiata la lingua, Hermione aveva abbassato lo sguardo
e alcune lacrime cominciarono a solcarle le gote “Oddio scusami Herm, non
volevo dirlo, lo giuro, mi è sfuggito”- l’abbracciò stretta
-“Ma
hai ragione”- si sollevò asciugandosi
-“Cosa
c’è di peggio allora!?”- tentò di scherzare la rossa
-“Lui
se n’è accorto”- soffiò
-“Come?
Ma quando? Cioè, come lo sai?”- ora era decisamente sconvolta. Un conto era
sapere che la sua migliore amica fosse momentaneamente andata giù di melone. Un
conto era sapere che il suddetto stronzo sapesse che la sua migliore amica era
andata giù di melone per il suddetto stronzo. Il ragionamento non fa una piega
-“Mi
ha sorpreso a guardarlo”- disse sconfortata
-“E
con questo!? Il fatto che ti ha vista non significa che abbia capito”- decretò
sicura
-“Più
di una volta. Ha capito Gin, sono più che sicura. Mi ha guardata in un modo che
non lascia adito a dubbi. Credimi, è così”-
-“Questo
potrebbe essere un problema”- concordò
-“Ma
dai! Tu dici!?”- affermò ironica. Si guardarono poi scoppiarono a ridere. Dei
passi
affrettati
le fecero voltare, Harry stava venendo verso di loro
-“Ciao
ragazze”- disse col fiatone
-“Che
succede?”- domandò la sua ragazza
-“Niente
di tragico”- disse sorridendo
-“Meno
male perché di tragico qui c’è n’è in abbondanza”- ribadì la rossa
prendendosi un occhiataccia dall’amica
-“In
che senso?”- chiese attento Harry guardando il corridoio vuoto
-“Non
badarci Harry, è fuori di testa”- tagliò corto Herm
-“Comunque”
iniziò il ragazzo “Ron mi ha detto di dirti che dovrai fare tu la ronda
questa sera…”- Herm lo interruppe
-“Ma
come! Io devo studiare e lo avevo pregato di far da solo”- partì già
infuriata
-“Calma
Herm. Non è stata colpa sua, deve avergli fatto male qualcosa a cena, ora è in
infermeria che rigetta anche l’anima”- spiegò
-“Oh”
esclamò “mi dispiace. Andiamo a vedere come sta, e per quanto riguarda
Antiche Rune studierò questa notte e se anche non ce la facessi a finire rimane
domani, l’interrogazione è per dopodomani. Andiamo dal nostro amico a
consolarlo”-
gghhaabcdeffg
Quando
Hermione entrò nella saletta dei capiscuola, la prima persona che vide fu
proprio il biondo Serpeverde seduto su di una poltrona, scostato dagli altri. Si
impose un ferreo autocontrollo e senza volgergli neppure uno sguardo, andò
verso il tavolo dove seduti vi erano gli altri caposcuola.
Anthony
Goldstein e Lisa Turpin di Corvonero, Justin Finch-Fletchley e Susan Hossas di
Tassorosso, Pansy Parkinson dei Serpeverde, si sedette al suo posto
-“Ron
questa sera non ci sarà, non si sente bene”- disse
-“E
non sei rimasta a fargli le spugnature?” la voce strafottente che proveniva da
dietro si avvicinava, si chinò fino a sfiorarle l’orecchio “era un
occasione unica per poter vedere l’anatomia maschile, forse l’unica per una
sporca mezzosangue come te”- soffiò velenoso. Hermione si sentì più ferita
del solito a quel degradante nomignolo che solo lui e pochi altri Serpeverde
usavano, si irrigidì, chiuse gli occhi e sospirò a fondo. Quando li riaprì
sulle sue labbra spuntò un dolcissimo sorriso
-“Malfoy
vedi di chiudere quella schifosa bocca e mettiti seduto, non abbiamo tempo per
le tue cazzate”- sputò il più soavemente possibile. Draco non fece in tempo
a ribattere che un risolino, subito smorzato da un colpo di tosse allo sguardo
di ghiaccio del biondino, provenne da Justin distraendoli
-“Vediamo
di iniziare” cominciò Anthony “siamo in numero dispari, siccome questa sera
tocca a me fare il rapportino direi di dividerci in questa maniera: Justin e
Susan insieme, piano terra, Hermione e Pansy, primo e secondo piano e Draco e
Lisa sotterranei…”-
-“No”-
pronunciò Draco
-“Come
scusa?”- chiese Anthony
-“Non
puoi mettere Pansy con la Granger, se la mangia in un boccone”- disse con un
sorriso strafottente
-“Va
benissimo”- disse di rimando Hermione guardandolo male. Tutti si chiamavano
per nome tra i Capiscuola, solo loro due imperterriti si chiamavano con il
cognome, quando andava bene
-“Pansy
tu vai con Lisa, me la sbrigo io con la Mezzosangue”- attestò senza prestarle
la benché minima attenzione
-“Va
bene”- convenne Pansy
-“E
io dico di no”- esplose Hermione alzandosi in piedi
-“Draco
forse…”- cominciò Justin, il biondo alzò la mano zittendolo
-“Si
adatterà, come farò io” si alzò in piedi “muoviti Granger. Voglio finire
prima di mezzanotte”- anche gli altri si alzarono proseguendo verso la porta,
solo Hermione rimase ferma
-“Anthony”
lui alzò il viso “io…”-
-“Granger”
sibilò gelido il Serpeverde “se temi per la tua virtù puoi stare tranquilla,
non sono ancora così messo male”-
-“Hermione”-
Anthony le sfiorò la mano
-“Va
bene”- gli voltò la schiena seguendo Malfoy già fuori dalla porta.
Raggiunsero l’ingresso principale, gli altri erano già spariti per le loro
perlustrazioni, raggiunsero le scale e iniziarono a scendere. I corridoi dei
sotterranei erano quasi totalmente bui, fatte eccezioni per qualche fiaccola qua
e là.
Rimasero
in silenzio mentre controllavano le aule e gli stanzini. Hermione si era sempre
ritenuta una ragazza coraggiosa e forte ma quel posto avrebbe spaventato
chiunque, a parte i quadri alle pareti che sibilavano tutto il loro disappunto
al loro passaggio, a parte tutte le rientranze nascoste che neppure conosceva, a
parte quel maledetto ragazzo che le faceva battere il cuore e che neanche le
rivolgeva una parola per poter passare meglio quelle ore interminabile che
avevano davanti, a parte questo tutto andava bene, o meglio era quello che
cercava di convincersi la ragazza.
Il
primo giro si era concluso, se fossero stati due amici ora avrebbero avuto circa
mezz’ora
per chiacchierare e scherzare, ma con Malfoy non c’era nulla che potessero
fare. Hermione si sedette sulla panca mentre Draco pur di non sedersi accanto a
lei si appoggiò con la schiena al muro. Lo guardò di sottecchi, guardava fisso
davanti a se, non muoveva un muscolo che non fosse uno. Era bellissimo e su
questo non vi erano dubbi, in manica di camicia, le mani abbandonate in tasca,
una gamba piegata contro il muro, la testa appoggiata leggermente
all’indietro, gli occhi chiusi.
Ad
un tratto tutta quell’immobilità si infranse in un attimo, Draco aprì gli
occhi, non girò la testa ma un leggero sorriso spuntò da quelle bellissime
labbra
-“Se
continui a fissarmi mi consumi” disse ironico “sento già qualche
scalfittura qua e là”- aggiunse
-“Io…io…”
Hermione distolse lo sguardo, lo sentì ridere sommessamente, un riso di gola,
leggero “io non ti guardo affatto Malfoy” si riprese “non ti dare tante
arie, non sei niente di speciale”- attaccò. E si sa, la miglior difesa è
l’attacco
-“Ahi-ahi-ahi
piccola Mezzosangue, le bugie non si dicono” soffiò col riso nella voce. Si
alzò dal muro, lentamente, con mosse misurate, si sistemò il ciuffo ribelle
sulla fronte e fece alcuni passi nella sua direzione. Hermione si irrigidì
“non so cosa ti passi per quella testolina ma è facile immaginarlo, e io sono
bravo in questo”- disse
avvicinandosi ulteriormente
-“Ma
non diciamo cazzate per favore” si alzò di scatto prima che lui la
raggiungesse “andiamo a fare un altro giro così ti rilassi”- fece solo
qualche passo quando sentì la mano di Draco prenderla per il polso e
trattenerla
-“Io
sono molto rilassato Granger, vediamo quanto lo sei tu!?”- la tirò indietro,
per non inciampare sui propri piedi Hermione si girò appoggiando una mano sul
torace. Fece per toglierla ma la mano del ragazzo si appoggiò sulla sua in modo
che lei sentisse il calore attraverso la camicia. Chiuse gli occhi e le parve
che un sogno si stesse trasformando in realtà, sentiva il suo alito sulla
tempia, sentiva quelle dita affusolate stringerle il polso fino a farlo
bruciare, sentiva il suo calore che attraverso la mano le si propagava per tutto
il corpo, sentiva il suo profumo, un misto di limone, menta e sandalo. Quel
profumo sarebbe diventato inequivocabilmente inconfondibile
-“Lasciami
andare Malfoy”- intimò dopo un attimo di puro panico e di desiderio
irrefrenabile
-“No”
mise una mano dietro alla schiena schiacciandosela addosso “credo che invece
scopriremo cosa induce una Santa Grifondoro come te a fissare continuamente un
lurido Serpeverde come me”- sussurrò all’orecchio
-“Tu
vaneggi Malfoy, tu sei completamente impazzito e ora lasciami subito”- ordinò
ma una
lieve incrinatura
nella voce la tradì e il bel serpente lo colse in tutto il suo tormento
-“Ti
si sta allungando il naso” Hermione sbarrò tanto d’occhi, lui rise
abbassando il capo fino a pochissimi millimetri dal suo “sebbene io sia puro
come l’oro zecchino, qualcosa di babbano riusciva a filtrare comunque,
soprattutto se si trattava di favole che parlavano di fate e balene che mangiano
vecchi e bambini, anche se di legno”- mormorò ghignando divertito
-“Pinocchio”-
constatò
-“Pinocchio”-
confermò
-“Tu
leggevi Pinocchio?”- chiese incredula
-“E’
successo” concesse
-“Piaceva
anche a me, molto”- sussurrò alzando il capo e guardandolo negli occhi
-“Abbiamo
qualcosa in comune allora” avvicinò il viso fino a sfiorare la guancia con la
sua, accostò le labbra al suo orecchio “anche se preferivo di gran lunga
storie di maghi crudeli e di fate vittime del fascino maledetto. Un po’ come
noi due”- la sentì tremare, si scostò appena e appoggiò la bocca su quella
di lei, lentamente ma inesorabilmente finchè vinta non la sentì dischiudersi
piano. Giocò con la sua lingua per attimi lunghissimi, le accarezzò la schiena
schiacciandosela contro, Hermione fremette a quel contatto così intimo ma si
lasciò avviluppare completamente.
-“Malfoy”-
sussurrò spostando la testa e nascondendosi al suo sguardo
-“Sei
bella Granger e sai di buono”- con un dito le fece sollevare il viso e si
guardarono, lei arrossì e lui sorrise, non di derisione, ma un sorriso dolce,
la baciò di nuovo e ancora e ancora. Le accarezzò il corpo sopra alla
maglietta, la schiena e il fianco, poi di nuovo la schiena fino a raggiungere il
seno. Hermione non capì più niente, allungò le braccia e le passò dietro al
collo alzandosi in punta dei piedi aderendo maggiormente. Rimasero così,
abbracciati, baciandosi ed accarezzandosi sempre più intimamente.
-“Do…dobbiamo
finire il giro”- soffiò Hermione senza fiato
-“Vuoi
davvero andare?”- chiese ironico
-“Forse
no, ma è quello che faremo”- si staccò e gli volse la schiena. Draco lasciò
che facesse qualche passo, quello che gli passava nella mente in quel momento
era terrificante, non voleva sondare se era giusto o sbagliato, non voleva
indagare per scoprire che non poteva farlo, non voleva analizzare quella vocina
che gli sussurrava tutto il suo disappunto. Chiuse gli occhi e si mise una mano
in tasca, l’unica cosa che voleva in quel momento era quella ragazza, quella
mezzosangue che profumava di buono e che gli rimescolava il sangue, solo questo.
La voleva nel suo letto, punto e basta. La raggiunse e
le prese un braccio, lei si fermò, guardandolo supplichevole. Draco tolse la
mano dalla tasca e l’appoggiò sulla sua lasciandoci cadere un oggetto, poi la
lasciò, lei sentì qualcosa di freddo, la strinse nel palmo, poi l’aprì. In
mano aveva una piccola chiave in ottone, guardò il ragazzo confusa
-“Vieni”-
fecero una decina di metri attraverso quei corridoi semibui, si fermò vicino ad
una porta in legno massiccio e aspettò che lei si affiancasse, le prese un
polso ed entrò
-“La
vecchia aula di pozioni?” chiese titubante. Lui annuì, Hermione si morse il
labbro “cosa…cosa ci facciamo qui?”-
-“Ti
faccio vedere”- si mise al fianco di uno scaffale “la vedi questa
ampolla?” lei annuì “girandola in questo modo si apre il pannello qui a
fianco, ne rivelerà una piccola porta, quella chiave l’apre”-
-“E
cosa trovo?”- domandò confusa
-“La
mia camera”- disse in tutta tranquillità, lei sussultò
-“Io…io…”-
balbettò
-“Non
ti offro amore eterno che sia chiaro, ma se vuoi, potrai avere sensazioni,
tentazioni, vibrazioni, appagamento totale, potrai avere il miglior sesso della
tua vita” lei arrossì e lui le sfiorò la guancia sentendo sulle punta delle
dita la pelle bollente “non ci saranno smancerie, non ci saranno chiacchiere
inutili, non ci sarà complicità e tanto meno coinvolgimenti emotivi di
qualsiasi genere, fuori da questa camera non ci guarderemo ne ci parleremo,
saremo un Serpeverde e una Grifondoro, esattamente come ora ma, dentro a quella
camera, ti offro ore indimenticabili, ti offro gentilezza e tenerezza, ma è
tutto quello che avrai da me” richiuse il pannello “hai cinque giorni per
pensarci, se accetti basta che tu usi quella” disse additando alla chiave
“in caso contrario la metterai qui” segnando il ripiano al fianco
dell’ampolla “e non ne parleremo mai più. Se accetti adotteremo delle
regole per facilitare la cosa”-
-“Che
significa? Quali regole?”- Dio che sto dicendo, pensò Hermione guardando la
chiave, alzò lo sguardo e fissò Malfoy, lo vide sorridere e si sentì perduta.
A
Draco pareva di sentire le rotelline della sua testa girare vorticosamente,
l’aveva spiazzata ma era sicuro di quello che faceva, come era sicuro che
sarebbe andata da lui
-“Non
starò ad aspettare che tu arrivi in eterno Granger, troveremo un modo che mi
avverta della tua non venuta”- spiegò, lei annuì
-“Ho
anche io una regola”- affermò alzando il mento e fissandolo
-“Quale?”-
-“Se
dovessi accettare devi promettermi una cosa”-
-“E
sarebbe?”-
-“Voglio
essere l’unica” lui corrugò la fronte “o prometti o non prendo neanche in
considerazione la cosa e ti restituisco la chiave immediatamente” disse
risoluta aprendo il palmo “non ho nessuna intenzione di arrivare nella tua
camera e trovare un’altra nel tuo letto Malfoy, non se ne parla neanche, su
questo non transigo. In cambio, ti prometto che qual’ora tu volessi troncare
per un’altra o per qualsiasi motivo tu voglia, io mi tirerò indietro, niente
scenate, niente pianti, solo stop, senza rimpianti. Naturalmente la cosa è
reciproca”- disse senza mai distogliere gli occhi dai suoi
-“Pensi
che mi metterei a piangere?”- domandò ironico
-“Direi
proprio di no. Ma mi pare giusto puntualizzare. Dunque?”- chiese seriamente
-“Accetto
Granger, per tutto il tempo che decideremo”- concesse alla richiesta della
ragazza
-“Finiamo
il giro?”- neanche gli lasciò il tempo per rispondere che era già fuori. Non
si scambiarono più una parola per tutto il tempo che restarono di ronda. Quando
fu il momento di risalire lui le prese il polso, la sentì tremare sotto alle
dita, la fece fermare,
gli si mise davanti, si guardarono negli occhi per qualche secondo
-“Cinque
giorni a partire da domani” le ricordò. Hermione annuì. Draco sorrise, si
avvicinò un po’ e posò le labbra su quelle della ragazza, il bacio era dolce
ma invadente, delicato ma esigente. Hermione si sentì prendere fuoco,
involontariamente si alzò in punta di piedi, lui se la strinse addosso e in un
attimo tutto cambiò, da dolce e delicato divenne profondo, sensuale ed
estremamente eccitante, Hermione si sentì sciogliere e si lasciò andare
aggrappandosi a lui, neanche si accorse che lui si era mosso, ma sentì le sue
mani accarezzarle la schiena fino ad arrivare con una mano al seno, si lasciò
sfuggire un gemito e questo la paralizzò, si staccò di scatto, le guance rosse
come il fuoco, Draco le alzò il viso “questo è solo un miliardesimo di
quello che potrebbe essere, ricordalo”- si avviò su per le scale lasciandola
a guardargli la schiena che si allontanava. Hermione chiuse gli occhi, aprì la
mano che ancora stringeva a pugno e guardò la piccola chiave, si sedette sul
gradino, la testa appoggiata al muro e gli occhi chiusi, si morse il labbro e vi
passò la lingua, il suo sapore sulle labbra la inebriò
-“Che
mi sta succedendo?” sussurrò sgomenta “non posso…non posso. Cos’ha da
offrirmi? Nulla, assolutamente nulla” sospirò “è onesto, questo devo
dargliene atto, nessuna illusione, niente parole futili, nessuna promessa,
niente di niente, solo sesso” riguardò la chiave “cosa vuoi Hermione? E’
davvero questo che vuoi?” si alzò in piedi, cominciò a salire lentamente le
scale “e’ questo che vuoi?” si richiese “no…si…non lo so, accidenti
a me, non lo so”- quasi gridò, strinse la chiave nel pugno e iniziò a
correre, salì le scale arrivò davanti alla Signora grassa che aveva il
fiatone. Entrò trafelata, fortunatamente nella Sala non c’era nessuno, prese
fiato e lentamente entrò in camera, neanche si spogliò, si buttò sul letto
così com’era, s’addormentò di botto, sempre con la chiave stretta a pugno.
hgghababhghg
I
due giorni che seguirono diedero modo ad Hermione di capire alcune cose.
La
prima era che ora sapeva cosa intendeva Malfoy quando diceva che sarebbe rimasto
tutto invariato, non uno sguardo, non un cenno, nulla che potesse in qualche
modo far supporre che fra loro era successo qualcosa o che potessero avere un
accordo o qualcosa di simile. Anzi, era esattamente lo stesso stronzo di sempre,
continuava a chiamarla Mezzosangue, aveva tolto il “sporca” ma rimaneva
comunque con quel nomignolo, con Harry e Ron, non perdeva occasione per
insultarli o prenderli bellamente in giro. Insomma, tutto nella norma.
La
seconda era strettamente collegata alla prima, che lei avesse accettato o meno a
lui
non fregava una emerita mazza. Non aveva più cercato di persuaderla, si erano
trovati di nuovo soli, ma lui neanche le aveva rivolto la parola anzi, si era
allontanando di gran carriera, ferendola. Con quella proposta pareva che le
facesse un favore “io, il principe dei Serpeverde ti concedo i miei servizi,
ritieniti onorata stupida Grifondoro” Dio, quanto avrebbe voluto strozzarlo
con le sue mani, ma chi si credeva di essere quel borioso, pomposo, viziato,
arrogante furetto saltellante.
La
terza ma non meno importante era che lo voleva, lo voleva più di qualsiasi cosa
avesse mai desiderato, lo voleva come mai avrebbe voluto, lo voleva talmente
tanto che se non lo avesse avuto ne sarebbe morta. Non le importava cosa non le
offriva, le importava solo cosa le offriva, ed era il suo letto, la sua
compagnia, le sue ore, il suo corpo.
Ecco
cosa voleva.
Voleva
Draco Malfoy, e al diavolo tutto il resto.
E fu
con quella consapevolezza che la sera del terzo giorno si decise ad andare.
Prese
la chiave dal cassetto, si guardò allo specchio, si era preparata con molta
cura, si era fatta un bagno, si era lisciata i capelli e aveva indossato la sua
biancheria migliore, un completino di raso e pizzo color blu notte, una
gonnellina a pieghe blu e un maglioncino aderente azzurro. Senza alcun rumore
scese le scale del dormitorio, erano le undici, la sala era vuota, tirò un
sospiro di sollievo, uscì e con passo veloce e guardingo scese ai sotterranei,
entrò nella vecchia aula di pozioni, si avvicinò allo scaffale, guardò
l’ampolla di vetro, dentro aleggiava un liquido viola. Hermione rimase a
guardarla per un tempo interminabile, strinse la chiave nel palmo tanto da farsi
male, questo la risvegliò, fece girare la boccetta, il pannello si scostò
lasciando libero il passaggio, la porta era veramente piccola ma come infilò la
chiave questa si allargò e allungò fino alle dimensioni di una porta normale.
Sospirò pesantemente e l’aprì.
Appena
dentro richiuse la porta e sentì dietro ad essa il pannello richiudersi, la
camera era più grande della sua, un’ampia finestra faceva entrare i pallidi
raggi della luna, una scrivania e in un angolo avvolta nella penombra una
poltrona, un baule riccamente intarsiato, un armadio, e il grande letto a
baldacchino, si sentì tremare e anche un tantino fuori posto, si morse il
labbro, fece un passo indietro, con le dita toccava la serratura. Cosa diavolo
ci faceva Hermione Jane Granger nella camera del suo peggior nemico, si
riscosse, fece per andarsene quando una voce dolce la fermò
-“Sono
contento che tu sia venuta”- Hermione seguì la voce, non lo aveva visto ma
lui era seduto sulla poltrona immerso nell’oscurità. Si alzò avvicinandosi,
portava i pantaloni della divisa e una camicia bianca, le maniche lunghe con i
bottoni dei polsini slacciati, anche la camicia era slacciata e fuori dalla
cintura, si intravedeva il petto definito dai lembi scostati.
Draco
allungò una mano, e tutta la paura svanì all’istante
-“Anch’io”-
sussurrò allungando la sua e lasciandosi avvicinare
Fine
C.M.
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