Fandom: The
Amazing Spiderman
Pairing/Characters: Peter/Gwen
Rating: PG
Warnings: Post-Movie;
Angst/Fluff
Word
Count: 562
(fdp)
Disclaimer: non
sono miei, non ci guadagno, non me li porto a letto, niente di niente.
N/A: Scritta
per 500themes_ita,
prompt #272.
Promesse infrante (dal
titolo non si direbbe mai, uh?) e per la Zodiaco!Challenge @ fiumidiparole,
il prompt è la lyrics all'inizio #culopesismo
Promesse
infrante
In
the heat of summer sunshine I miss you
Like nobody else
In the heat of summer sunshine I'll kiss you
And nobody needs to know.
(Summer Sunshine, The Corrs)
Le
labbra di Gwen sono umide e calde, i suoi baci sono esitanti, ancora
inesperti, e se a Peter sembrano ancora i migliori del mondo
è probabilmente perché non ha mai baciato
nessun'altra ragazza prima, ma questo è un dettaglio
più che trascurabile ai suoi occhi.
Non
è ai baci delle altre ragazze che Peter sta pensando in quel
momento, ma alle promesse.
Promesse
nobili, promesse giuste, promesse così difficili da
mantenere. Non arrivare in ritardo a scuola. Non vedere Gwen. Non
deludere sua zia ogni notte che lo vede uscire senza che lui possa
dirle dove sia diretto, e a fare cosa, o il perché di quei
lividi sulla faccia al suo ritorno.
Si
domanda cosa ne penserebbero zio Ben e suo padre di quelle promesse
infrante, e rimugina su quanto sia sottile la linea di confine tra la
responsabilità di mantenerle e la voglia o la
necessità di rimangiarsele.
Le
mani di Gwen sono impacciate e nervose, si insinuano con
facilità sotto la sua maglietta, ma si fermano subito dopo,
lungo la linea dei fianchi, poco prima di sfiorare l'elastico colorato
dei suoi boxer. Anche le dita di Peter sono immobili, schiacciate
contro la chiusura del reggiseno di lei, un po' per timidezza, un po'
per vergogna, un po' perché ha il terrore di tirare dalla
parte sbagliata e strapparglielo via.
Anche
Gwen pensa alle promesse.
Promesse
estorte, promesse ingiuste, promesse chieste e accettate per amore.
Promesse infrante non da lei, ma a causa di lei.
Pensa
a suo padre, e per un attimo le si stringe così forte la
gola che il respiro le viene quasi a mancare. Ha voglia di piangere. Ha
voglia di baciare Peter. Non fa nessuna delle due cose, ma sente la
mano di lui scivolare via da sotto la sua camicetta per stringere le
sue.
È
estate, la scuola è finita, tutto dovrebbe essere bello e
niente lo è davvero.
La
scusa ufficiale è che c'è il college a cui
pensare. Nuove responsabilità e nuove preoccupazioni, quando
le vecchie sono ancora lì, aggravate da lutti e assenze, da
rabbia e sensi di colpa.
Peter
si solleva sui gomiti e rotola sulla schiena, sdraiandosi accanto a
Gwen. Sono sul tetto di uno dei grattacieli più alti di New
York, e sopra di loro ci sono solo il cielo azzurro pastello e il sole
rovente di luglio, che imperla entrambe le loro fronti di sudore.
Anche
le loro mani sono umidicce, ma a nessuno dei due la cosa dà
particolarmente fastidio, quindi continuano a tenerle intrecciate.
«Va
tutto bene», dice Gwen, per la prima volta davvero a disagio
di fronte al silenzio di lui. «So che glielo hai promesso. Lo
capisco. È solo... troppo presto per entrambi,
suppongo».
Peter
si volta verso di lei e sorride per ringraziarla, furioso con se stesso
per non essere mai in grado di trovare le parole giuste, e grato a lei
perché riesce sempre a trovarle al posto suo.
«E
non c'è bisogno che qualcun altro lo sappia, se non
vuoi», aggiunge Gwen sottovoce, quasi vergognandosene.
Peter
si limita a scuotere la testa, anche se ora il suo sorriso è
un po' meno convinto di prima. Vorrebbe risponderle “lo
sappiamo noi, ed è questo il problema”,
ma non lo fa, perché sa che non sarebbe giusto condividere
quel peso con lei. E si chiede se il sapore amaro che ora sente sulle
labbra sia davvero quello che hanno tutte le scelte giuste.
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