Il
volo della civetta bianca
Dedico il capitolo alle mie
piccole Laura e Francesca… che mi mancano tanto tanto!
<3
Capitolo 8
Piccole dimenticanze
“Ci vediamo
all’intervallo in palestra. E’ importante”
Rachele rilesse più di
cinque volte il messaggio mandatole
da Alex.
Erano più di dieci minuti
che aspettava e di lui non c’era
nemmeno l’ombra.
“Menomale che era
importante…” pensò.
<< Scusa il ritardo
>> disse una voce alle sue
spalle.
La ragazza alzò gli occhi
al cielo << Che cavolo stavi
facendo?! >>
<< Sono stato
trattenuto dal professore di chimica. Mi
dispiace >>
Lei sbuffò
<< Perché mi hai fatto venire?
>>
<< Perché
questo… >> lui indicò la palestra
allargando le braccia << … è il
luogo dove Daria è morta. Adesso dimmi
una cosa… la polizia ha rilevato qualche oggetto dalla scena
del delitto? Una
collana per esempio? >>
Rachele incrociò le
braccia al petto, infastidita dal tono
di Alex. Chi si credeva di essere? Un’agente della polizia?
<< No. Non che io
sappia >> rispose fredda
<< E hai visto se aveva
un ciondolo quando l’hanno
seppellita? >> chiese lui mentre incominciava a salire
nel piano più alto
degli spalti.
Rachele pensò alla domanda
mentre lo seguiva. Dove cavolo
voleva andare a parare quello lì?
<< No. Non
aveva niente >>
Alex sospirò
<< Come sospettavo. Sono più che sicuro
che la collana sia qui >>
<< Posso sapere di
quale collana stai parlando? >>
<< Non è
niente di che. E’ un semplice ciondolo
quadrato con la foto di una civetta bianca e una D incisa sul retro.
Gliel’ho
regalata io e non se la toglieva mai. >>
Rachele era molto confusa, ma decise
di non dilungarsi con
altre domande. << Su mettiamoci all’opera
>>
Così iniziarono a
perlustrare ogni centimetro del luogo.
Alex si concentrava maggiormente sul pavimento e dietro alcuni armadi
in cui
c’era dell’attrezzatura varia. Rachele invece
guardava tra le fessure delle
finestre.
<< Era di mia madre
>> esclamò Alex dopo circa
un minuto di ricerca.
<< Tua madre?
>>
<< Io non sono stato
adottato. Uno dei miei papà è mio
zio. I miei genitori sono morti in un incidente stradale.
Fortunatamente non
ero con loro, avevo appena un anno. >> Alex disse quelle
parole con molta
naturalezza.
<< Mi dispiace. Insomma
morendo i tuoi genitori
biologici ti hanno privato di avere una vita normale >>
Rachele alludeva
alla sua mancata popolarità.
<< Vita normale?
>> Alex sorrise << Adoro
Aldo e Tommaso, sono i migliori papà che avrei mai potuto
desiderare >>
Detto questo il ragazzo si mise a
gattoni e ricominciò a
cercare. Rachele fece lo stesso, però a differenza del
ragazzo le sue ricerche
non furono vane. Tra una fessura degli spalti trovò
ciò che cercavano.
Sicuramente di aspettava qualcosa di
meglio. Invece il dono
di Alex non era altro che un pezzetto di ceramica con una civetta
bianca
stampata sopra, non aveva nulla di particolare, eccetto la D incisa di
cui
parlava il ragazzo.
<< L’ho
trovata >> esclamò neutra.
Lui si avvicinò e prese
l’oggetto con cura, lo esaminò e poi
iniziò ad accarezzare il disegno con la punta delle dita.
<< Mia madre si
chiamava Dorotea. Adorava questo
ciondolo. Aldo mi ha detto che non se lo toglieva mai perché
era un regalo di
mio padre quando erano fidanzati. Sono passati esattamente due mesi da
quando
l’ho regalato io a Daria >> Alex non pianse.
Forse perché non aveva più
lacrime.
<< E’ molto
bello >> mentì Rachele non sapendo
cosa dire.
<< Ed è
anche molto prezioso >> aggiunse lui
<< Con questo possiamo incastrare Massimo >>
Rachele fece un passo indietro.
<< Perché dobbiamo
incastrare Massimo? >>
Alex inarcò un
sopracciglio stava per chiederle spiegazioni
ma la campanella suonò la fine dell’intervallo,
lasciando una grande questione
in sospeso tra i due ragazzi.
***
La professoressa d’
italiano entrò nella classe della 4°
ora, la classe di Rachele, con la solita aria scocciata. Non fece in
tempo a
sedersi che due ragazzi erano entrati in classe . Il primo era
magrissimo e
basso, il secondo era Alex.
“Che ci fa lui
qui?” si chiese la ragazza.
Il ragazzo basso spiegò
che erano stati divisi perché il
professore di matematica si era dato malato.
L’insegnate pres ei
nominativi e i due ragazzi si sedettero
all’ultimo banco vicino alla finestra, proprio affianco a
quello dalla ragazza.
Alex le rivolse un rapido saluto e
lei ricambiò.
<< Iniziamo subito a
interrogare. Ci sono volontari? >>
che la prof. guardando la classe.
Rachele alzò la mano con
convinzione << Posso essere interrogata?
>>
La
prof. spalancò gli
occhi << No >>
<< Come scusi?
>> chiese incredula
<< Non puoi essere
interrogata! Hai preso un 4
recentemente >>
<< Quattro? Q-quando?
>>
<< Credo una settimana
fa. Non fare la finta tonta che
mi stai solo facendo innervosire. >>
<< M-mi scusi
>> balbettò Rachele rinunciando ad
avere altre informazioni.
Qualche secondo dopo le
arrivò un bigliettino.
“ Non ricordavi di esser
stata interrogata? :/
Alex”
La ragazza mandò il
bigliettino al mittente con la risposta
scritta sul retro.
Alex sussultò, quando
lesse il grande NO scritto in
stampatello.
Angolo della civetta J
Buon saaalve! Vi scrivo in
diretta dal mio bel lettino della mia casa di La Spezia.
Scusatemi se il capitolo
è
troppo corto, ma non ho avuto il tempo di scrivere molto. Mi
farò sicuramente
perdonare con il penultimo capitolo (credo) che aggiornerò
il 25 (spero)
Ieri era S.Lorenzo (A
proposito…
auguri ritardati a tutte le persone che si chiamano così)
avete visto qualche
stella cadente? Io NO! xD Vabbè se neanche voi avete visto
qualche stella avete
ancora tempo fino al 15 ;)
Auguri
a tutte le Chiara!
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