Episodio 2
Episodio 2
(seconda stagione virtuale) Storia originale:http://www3.sympatico.ca/maril.swan/qosvs/Uchoice1.htm
Prologo
"Tessa,
penso che ci servirà lo zucchero. Dobbiamo fare la marmellata con un po' della
frutta che Don Ricardo ci ha promesso."
Tessa non
riusciva a staccare gli occhi da qualsiasi cosa stesse guardando attraverso la
finestra del negozietto. "Fai come credi, Marta." udì distrattamente che la
donna stava confermando l'ordinazione per il rifornimento mensile, quando la
carrozza da Monterrey rallentò fino a fermarsi. Si spostò nel portico coperto
del negozio, per avere una visuale migliore.
"Cosa c'è di così
affascinante?" chiese Marta, affacciandosi dalla sua spalla.
Tessa si voltò
con un sorrisetto di scusa. "Guarda la carrozza. Non pensavo che sarebbe
riuscita ad attraversare la piazza senza ribaltarsi." Il mezzo era carico di
bauli e scatole, borse e oggetti attentamente incartati. C'era anche una specie
di enorme tappeto. Tessa diede di gomito all'amica e indicò la piazza con la
testa. "Andiamo."
Colse il sorriso
indulgente di Marta con la coda dell'occhio, prima che questa la seguisse. Un
nuovo arrivato nel piccolo pueblo era sempre un evento, e il proprietario di una
tale quantità di bagagli doveva essere più di un visitatore casuale. Tessa si
concesse di speculare un po', il tempo di avvicinarsi alla carrozza. Un mercante
avrebbe posseduto un proprio carro, non si sarebbe servito della corriera. Forse
un nuovo residente, ma Tessa non ricordava la vendita di una delle case in città
o di una hacienda. Un parente di una delle famiglie locali, allora.
Alla vista di una
signora che emergeva dalla portiera, i sospetti di Tessa furono confermati. Era
una donna benestante ed evidentemente era arrivata da poco dalla Spagna. Esibiva
la stessa espressione condiscendente e delusa che la maggior parte dei nuovi
arrivati assumeva appena posato piede nella piazza polverosa. Tessa sorrise tra
sé. Quella donna avrebbe facilmente imparato ad amare la sua terra e dopo appena
un anno si sarebbe domandata come avesse mai potuto vivere altrove.
"Buenas tardes,
Senorita. Benvenuta a Santa Elena. Sono Tessa Alvarado. Qualcuno deve venire a
prendervi?"
Gli occhi castani
che osservarono Tessa furono, per un attimo, duri e giudicanti, ma il sorriso
che subito apparve sui lineamenti delicati riuscì ad addolcirne l'espressione.
"Grazie per il gentile benvenuto, Senorita Alvarado." gli occhi della signora
iniziarono a vagare e Tessa si sentì come se fosse stata sommariamente messa da
parte, finché la donna continuò, "No, il mio arrivo non è stato annunciato. Se
potete indicarmi la residenza del governatore militare, darò disposizioni di
rimuovere queste macerie dalla piazza." fece un gesto casuale in direzione della
crescente pila di bagagli scaricati dalla carrozza. I suoi modi rilassati nei
confronti dei propri possedimenti non si estesero al modo in cui continuava a
scrutare ansiosamente la piazza, come in cerca di qualcuno.
Tessa dubitava
che Montoya sarebbe stato felice di doversi occupare dei bagagli mentre la
signora contattava chiunque avrebbe dovuto essere il suo ospitante. Con questo
pensiero divertito in mente, Tessa indicò il grande edificio che dominava un
lato della piazza. "Quello è l'ufficio del Colonnello, Senorita..." si
interruppe, attendendo che l'altra si presentasse.
Il sorriso della
donna crebbe ulteriormente alla vista della struttura imponente e per la prima
volta concentrò l'attenzione direttamente su Tessa. "E' Senora, in realtà...Senora
Montoya."
Note: questo è il seguito di "Mirror, mirror" by Maril Swan,
precedentemente pubblicata su questo sito, ma può anche essere letta come una
storia a sé.
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