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Te ne andasti per
sempre
Quel
giorno te ne andasti e ancora non so come ho fatto a farmene una
ragione.
Ti
volevo un bene dell’anima, nonostante nell’ultimo periodo
non avessimo avuto nessun contatto. Eppure, è vero ciò
che si dice: non ci si accorge di tenere veramente a qualcuno, finché
non lo si perde.
Il
punto è che io ti ho perso in una maniera che non riesco a
sopportare. Ti ho perso per sempre, così come ti ha perso la
tua famiglia, i tuoi amici e tutte le persone che in un modo o
nell’altro tenevano a te.
Hai
lasciato questo mondo a soli tredici anni, perdendoti la possibilità
di conoscere troppe cose, cose che per chiunque sono normali, a cui
nessuno dà molta importanza.
Non
hai potuto vivere la tua adolescenza, non sei riuscito a conoscere
l’amore, ad affrontare tutto ciò che la vita, per quanto
dura molte volte, aveva da offrirti.
Certe
volte ho l’impressione di morire, oppressa dal senso di vuoto e
travolta dalla tua mancanza.
Abbiamo
trascorso anni bellissimi a scherzare, ridere, combinarne di tutti i
colori durante le ore scolastiche e il catechismo.
E
ora, cosa mi rimane?
Soltanto
la tristezza nel ricordarmi che il 2 ottobre di ogni fottuto anno tu
non puoi più compiere gli anni, non puoi decidere di
festeggiare un nuovo traguardo con famigliari e amici, non puoi
semplicemente sorridere all’idea di sentirti sempre più
grande e forte.
Avevi
un carattere così esuberante e forte, mi portavi in un mondo
fatto di follia e benessere, in cui soltanto tu vivevi. Eppure,
volevi che anche io ne facessi parte.
E’
stata proprio quella follia a strapparti a questo mondo.
Andare
al tuo funerale è stato traumatico. Non dimenticherò
mai quando tua madre mi abbracciò e mi disse che tu non
avresti voluto vedermi in quello stato, invasa dalle lacrime.
Ma
io ho pianto ancora più forte, sentendomi il mondo crollare
sotto i piedi.
Eri
l’unico ad avermi accettato per quello che sono, l’unico
a trattarmi come qualunque altro essere umano, ma sempre in modo
speciale.
Ma
ora, senza te, dove vado?
E
sì, mentre scrivo queste parole, che tu non leggerai mai,
piango; piango perché non posso fare altro se solo ripenso a
quanto stupida fossi quando ti lasciai andare, quando mi allontanai
da te senza un motivo davvero valido, senza sapere nemmeno il motivo
di tale gesto.
Da
poco ti ho sognato, sai?
Ironia
della sorte, vincevi un concorso letterario al mio posto.
Chissà
se ti piaceva scrivere come piace a me, o se magari con gli anni
avresti scoperto di odiare questa mia passione.
Sarebbe
bello sentirti ancora ridere, soltanto ridere.
Mi
basterebbe sapere che una seconda possibilità esiste anche per
te, non pretenderei di far parte della tua vita, anche perché
non so se sarebbe possibile.
Non
posso fingere, però; so che se non te ne fossi andato, a
quest’ora non avrei in mente te e questi pensieri. Magari mi
sarei anche dimenticata della tua esistenza e la malinconia che provo
nel ricordarti sarebbe solo gioia e nostalgia per i vecchi tempi.
Già,
ma è andata così.
Non
ho mai più avuto il coraggio di parlare con tua madre, con tua
sorella e con tuo padre; lui lo vedo, qualche volta. Ci salutiamo ma
niente di più.
Ho
paura che per loro sia troppo doloroso ricordare i pomeriggi in cui
mi ospitavate e noi giocavamo insieme.
E
ho paura che anche per me sia un’immensa sofferenza rivivere
quegli istanti.
Dire
che ti voglio bene è così riduttivo che quasi mi
vergogno.
Ma
non trovo altre parole per esprimere quanto tu eri, sei e sarai
sempre nel cuore.
Ti
amo come il fratello che non ho mai avuto e così sarà
in ogni momento della mia esistenza, anche quando la mia stupida
memoria non ricorderà più il tuo viso.
Già
ora è così sbiadito che mi sento mancare l’aria.
Ogni
tanto porto fuori le foto delle elementari e ti ammiro, ritratto in
mezzo ai nostri dodici compagni di classe.
In
quelle immagini non morirai mai e questo mi rincuora un po’.
Ho
ancora il libro che mi regalasti per il mio decimo compleanno, dove
ancora è impressa la tua dedica. Sono gelosissima di quel
volume e non accetto che qualcuno lo tratti male.
Come
al solito non vengo compresa e non viene recepito il mio legame con
quel qualcosa di materiale che le tue mani hanno toccato, ma a me non
importa affatto.
So
soltanto che tu sei con me, ora e per sempre.
Non
potrò mai dimenticarti.
Mi
manchi come l’aria che respiro.
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