Behind the sea.

di Demolition
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Titolo:

Behind the sea;

Genere:

Slash

Personaggi:

Ryden e Joncer

Disclaimer:

Sì sì, è falso.


Behind the sea ;


Estate 2006.

Una giornata qualunque. Una giornata calda, soffocante, una di quelle giornate che ti fanno desiderare che sia inverno. O di avere una piscina, dove immergersi.

Brendon è, invece, nel bus, impegnato a prepararsi per la serata; piega accuratamente i suoi abiti per il concerto, osserva con curiosità i trucchi che Ryan ha abbandonato sul suo letto.

Si morde un labbro, prendendo mentalmente nota di stare lontano dal suo chitarrista, ogni qualvolta lo avesse visto con un eyeliner in mano; poi comincia a lisciare nervosamente le pieghe della sua giacca bianca. Il sudore gli imperla la fronte, mentre Brendon si chiede, con un moto di ansia crescente, come farà ad indossare quegli abiti così pesanti, con quell’afa così spossante.

Potrebbe spogliarsi, mh. Ryan apprezzerebbe forse. Soffoca un risolino e getta un’occhiata nervosa ai trucchi sul letto, come se potessero spiare i suoi pensieri poco prudenti.

-Hey.

Brendon lascia la manica della giacca con stupore e si volta, per scoprire che a parlare è Jon Walker, che è davanti a lui, a braccia incrociate. Brendon avverte un moto di affetto per Jon e così saltella fino a lui, abbracciandolo.

-JWalk! Mi vuoi vestire tu?

Jon ride, ormai abituato alle strane richieste del cantante. Non è ufficialmente nella band, eppure suona da un po’ con gli altri tre. Jon non è poi troppo infastidito dall’esuberanza di Brendon, dai trucchi e i gilet che Ryan lascia sparsi ovunque. Gli tengono compagnia, in verità. Sicuramente, quei due sono più allegri di Spencer. Jon getta uno sguardo fuori dal bus, dove il batterista è seduto su una sedia, intento a leggere un libro, silenziosamente.

-No grazie, Brendon.

Jon si passa una mano tra i capelli, rivelando per un attimo la fronte sudata.

Brendon si stringe a Jon.

-JWalk, tu sudi.

-Forse perché mi stai addosso.

Jon Walker è paziente e questo a Brendon piace. Con lui può fare lo stupido quanto vuole, sa che Jon non si arrabbierà mai. Sa che non lo caccerà mai via in malo modo o non gli urlerà mai contro.

Spencer è diverso. Lui non urla, no, ma le sue occhiatacce fulminano prontamente Brendon ogni qual volta il cantante prova a stampargli baci random sulle guance.

Poi c’è Ryan. Ryan è l’unico capace di trattare Brendon realmente male. E’ capace di non rivolgergli la parola per giorni, ma è anche l’unico capace di abbracciarlo stretto, la sera, quando Brendon fissa il buio sopra di lui e mormora un ‘non riesco a dormire’ che gli procura un confortante abbraccio dal suo compagno di cuccetta.

Brendon passa una mano sulla fronte di Jon, per togliere il sudore.

-Che state facendo?

Brendon molla la presa e assume un sorriso imbarazzato. Jon ride e guarda Ryan che, senza sorridere, li fissa, sull’uscio del bus.

-Non hai mai visto Brendon gettarsi tra le mie braccia?

Ryan mugola, con un chiaro verso di disapprovazione.

Brendon supera Ryan senza neanche guardarlo e trotterella fuori, fino a Spencer.

-Spencer Smith!

Spencer abbassa il libro, con un sopracciglio alzato.

-Mh?

-Non hai caldo?

Spencer non degna Brendon di una risposta e torna ad immergersi nella sua lettura.

-Spencer Smith!

-BRENDON, COSA VUOI?

Brendon si morde un labbro, valutando il rischio di essere ucciso dal suo batterista.

-Io..

Spencer sbuffa, esasperato e torna a leggere il suo libro con , in volto, quella che è chiaramente un’espressione irritata.

Brendon, scoraggiato dal poco interesse che Spencer gli dedica, si volta. Questa è un’idea tremenda, decisamente, dal momento che si ritrova davanti nientemeno che Ryan, con un cipiglio indecifrabile.

-Dillo a me, Brendon.

Il cantante per tutta risposta, spalanca la bocca e indugia con lo sguardo sulle rose che Ryan ha cucito con pazienza sul gilet che indossa. I suoi occhi scivolano sulle mani del chitarrista, poi risalgono, verso i suoi occhi..

-Andiamo al mare stasera?


La ragione per cui Brendon è così determinato ad andare al mare, non è chiara ai più.

Spencer ricorda perfettamente quella volta che Brendon gli ha dato fuoco al costume, nel tentativo di cucinare la cena in spiaggia.

O quando Ryan ha dovuto gettarsi in acqua per salvare il cantante, che, agonizzante, si era momentaneamente dimenticato come nuotare.

Per cui, sia batterista che chitarrista, di fronte alla richiesta di Brendon, spalancano la bocca e, dopo alcuni attimi di stupore, esalano un ‘NO’ che fa scoppiare il cantante in una serie di improperi.

Tocca al paziente Jon Walker consolarlo e calmarlo e, soprattutto, ascoltare la serie di parolacce che Brendon rivolge agli altri due. Jon deve riacciuffare il cantante per almeno tre volte, mentre quest’ ultimo tende vani agguati a Ryan, con l’intenzione di picchiarlo.

E’ dopo aver trovato Brendon, in bagno, con una mazza da baseball in mano e l’aria assassina stampata in volto, che Jon si dirige verso Ryan e Spencer per sistemare la situazione.

I due se ne stanno seduti vicini, ben lontani da Brendon, con le braccia incrociate e lo sguardo imbronciato fisso su Jon Walker, come se fosse una spia.

-Non possiamo accontentarlo?

Ryan si schiaffa una mano sulla faccia, mentre Spencer salta in piedi e si avventa su Jon, afferrandolo per la camicia. Jon lo fissa, a metà tra lo spaventato e l’imbarazzato. Le sue guance si colorano di rosso quando Spencer –sì, Spencer Smith, quel ragazzo che credeva essere così calmo e silenzioso – si avvicina pericolosamente al suo volto e pronuncia quelle due lettere con una forza così immensa, da far rabbrividire lo stesso Walker.

-NO.



Jon Walker è turbato. Lo è, davvero, perché ha appena assistito ad un cambiamento radicale, in quel batterista che poi tanto sveglio non gli sembrava. Così violento, poi, ancor di meno.

Così Jon getta a Spencer degli sguardi scandalizzati, ogni volta che gli passa abbastanza vicino da notare la paura negli occhi dell’altro.

Spencer non si cura affatto dei sentimenti di Jon, per cui se ne va baldanzoso qua e là, gettando occhiate rabbiose a Brendon, uno dei suoi rari sorrisi a Ryan e sguardi impassibili a Jon.

Così Jon è turbato, anche perché è costretto a condividere gli stessi spazi con il furente batterista.

-Ahia.

Jon è mortificato, ha appena mandato Spencer a sbattere contro uno spigolo del tavolo che è nel bus.

-Oh scusami, io non..

Spencer scuote la testa, irritato, zittendo le vane scuse dell’altro con un gesto della mano. Jon, curioso, lo guarda portarsi un dito alle labbra come a volergli dire di fare silenzio.

Jon apre la bocca per replicare, ma Spencer lo zittisce con un’occhiataccia e gli fa segno di seguirlo. Jon sussurra un ‘dove andiamo?’ che gli procura una gomitata da parte dell’altro, che lo sta conducendo..

-IN BAGNO?

Spencer porta una mano sulla bocca di Jon, che lo guarda, mortificato.

-Shhh!

Jon annuisce e afferra piano il polso di Spencer. E’ piccolo, ma paffuto e morbido, sotto le sue mani callose.

Spencer sorride e oh, il cuore di Jon sobbalza perché, in quei mesi, non ricorda mai di aver visto quel ragazzo rivolgergli uno dei suoi sorrisi.

Si spiaccicano letteralmente, dietro la porta del bagno, dal quale provengono le voci concitate di Brendon e Ryan. Finalmente Jon capisce perché il batterista l’ha portato lì e si sente improvvisamente a suo agio, incastrato tra la parete fredda e il braccio caldo di Spencer che è a contatto con il suo, freddo.

-Brendon, no, non ho intenzione di venire al mare con te!

-Non con me, stupido, con me e gli altri!

Spencer si muove impercettibilmente, accanto a Jon.

-Io so perché vuoi che andiamo al mare!

-Non è vero!

Le due spie sentono rumori indistinti, venire dal bagno. Jon afferra istintivamente il polso di Spencer, che lo guarda, curioso. Jon lo lascia, improvvisamente a disagio.

-Andiamo, Spence- soffia, cercando di fare il minor rumore possibile.

L’altro scuote la testa, soffocando un risolino. Ryan aveva ripreso ad urlare.

-Non possiamo, d’accordo? Non è.. Brendon!

Jon sente che è il momento di andare via e non lo fa silenziosamente, no, si precipita fuori dal bus, urtando il tavolo (e facendosi un male assurdo) e gettando a terra almeno tre oggetti.

Passa il resto del pomeriggio ad evitare gli altri tre e l’unica volta che, per disgrazia, incrocia Ryan, diventa rosso in viso e borbottando una scusa, si allontana.

Jon non sa bene cosa ha sentito. Non è uno di quei tipi che si fanno mille filmini mentali, no, lui è un uomo serio e razionale. Ma qualche dubbio sulla natura del rapporto che c’è tra Brendon e Ryan l’ha sempre avuto. Non che sia affar suo, sia chiaro, ma, all’inizio, c’era qualcosa che aveva sempre fatto ridere Jon ogni volta che Ryan e Brendon, sul palco, si baciavano o –mh- strusciavano. Come se fosse uno scherzo, un gioco, tutta scena.

All’inizio, certo. Perché poi, Jon non può dimenticare quella volta che, steso al buio, nella sua cuccetta, ha finto di dormire. E ha sentito Brendon chiedere chiaramente a Ryan di abbracciarlo. E ha sentito risate. E sì, si sta facendo decisamente dei filmini mentali.

Amici, sono amici e niente più. Ma quel che ha sentito, insieme a Spencer? Era una semplice litigata tra amici? Poteva giurarci? No. Non poteva. Ma non poteva neanche giurare il contrario.

-Stai bene?

Jon sussulta, lasciando da parte i suoi pensieri, perché Spencer è lì davanti, con il suo sguardo impassibile.

-Oh, sei tu.

-Credevo volessi sapere che Ryan si è convinto ad andare al mare.

Jon spalanca gli occhi, si tappa le orecchie con le mani e incomincia a mormorare ‘brutti pensieri andate via’.

Spencer alza un sopracciglio.

-Va bene, vedo che non ti piace l’idea. Noi andiamo dopo il concerto, stasera.


Jon Walker si chiede perché.

Si chiede perché, quando si accorge di non avere un costume. Si chiede perché, quando una di quelle ballerine che gli si strusciano contro ogni sera sul palco, tira fuori da non si sa dove una quantità industriale di alcol. Si chiede perché, quando vede, nel buio, una figurina non meglio identificata, collassare a terra.

Si chiede perché quando un tecnico del suono propone, ridendo, di fare il bagno.

Jon Walker si chiede perché, seduto sulla sabbia bagnata, in disparte. Il sudore residuo dal concerto di quella sera, gli cola lungo la schiena, sotto la t-shirt.

-Jon.

Spencer si siede accanto a lui, con una bottiglia di scotch in una mano e una di vodka nell’altra. Con un lieve sorriso, gliela passa.

-Ciao, Spencer.

-Non trovo più Brendon e Ryan.

Jon allontana i suoi cattivi pensieri, chiudendo gli occhi. Li stringe forte, fino a farsi male. Li riapre, ma i cattivi pensieri non sono passati e per di più Spencer lo sta fissando con l’inequivocabile occhiata che può voler dire solo ‘sei patetico’.

Così Jon finge di concentrarsi sulle onde che, infrangendosi sulla sabbia, lasciano una scia di schiuma bianca.

- All’inizio pensavo fossi un cretino.

Jon tossisce, mentre un po’ di vodka gli finisce su per il naso. No Spencer, davvero, chi te l’ha chiesto?

-Grazie, Spencer, sei sempre così gentile.

-Lavoravi per i The Academy is... , comprendimi.

-Mh.

Jon è offeso. E anche tanto. Non solo Spencer è stato sempre così freddo con lui, ma ora gli viene anche a dire che lo ha sempre considerato un cretino.

Bene.

Jon fa per alzarsi, ma Spencer se ne accorge e lo tira giù per il bordo della t-shirt.

-Dai, stai qui.

E così Jon Walker si chiede perché. Si chiede perché tutti decidono di fare il bagno e OH!, nessuno ha il costume, ma cosa importa, facciamo il bagno nudi.

Spencer ride, certo. Ride e Jon guarda ciò che ha in mano e, ah, l’ha finita lui la bottiglia di vodka?

Decisamente sì, perché la spiaggia gira intorno a lui e Jon è quasi sicuro che ciò non sia normale. Sì, Jon è decisamente ubriaco.

E così Spencer, perché la bottiglia di scotch è vuoto, accanto a lui.

Spencer ride, dicevo. Ride e si toglie la maglietta e gli occhi di Jon indugiano sulla sua pelle bianca, sulle sue mani che sfilano i pantaloni e poi –Jon si sente fortemente imbarazzato, anche sotto l’effetto dell’alcol- le mutande.

Eppure si scioglie in una risata mentre Spencer si china su di lui e gli toglie la maglietta. Jon lo allontana appena e sfila la cintura dai pantaloni, che cadono lì, sulla spiaggia, accanto alle bottiglie ormai vuote.

-Che belle mutande, Jon.

Spencer ride, indicando gli imbarazzanti slip gialli che fanno bella mostra sotto la pancia di Jon.

Jon scoppia in una risata fragorosa e li sfila via. Ma quando torna a guardare Spencer, completamente nudo, nota che il batterista non sta più sorridendo. No, sta guardando con quella che è evidente curiosità il corpo svestito di Jon.

-Spence?

A Jon gira la testa, ma sa che non è a causa dell’alcol che Spencer gli sta sorridendo ora.

Non è colpa dell’alcol neanche se Spencer dà una spinta a Jon, che rovina a terra. E neanche se il batterista monta a cavalcioni dell’altro e sorride.

-Spence?- ripete Jon, disarmato.

Può sentire le gambe fredde contro le sue, può sentire la pancia paffuta contro la sua, più muscolosa.

Spence si china appena, senza perdere il suo sorriso, finchè le sue labbra non collimano con quelle di Jon.

E’ veloce, ma è un bacio. Imbarazzato e fugace, ma lo è.

In condizioni normali Jon si sarebbe arrabbiato, avrebbe allontanato Spencer. Ma quella non è una situazione normale, proprio no.

Così sorride a sua volta e segue Spencer verso il mare.



Su uno scoglio, più in là.

Brendon si morde un labbro, preoccupato. E’ insolitamente sobrio e insensibile alle risate fragorose dei suoi amici, in spiaggia.

Riesce a sentire distinta, la voce di Greta -dei The Hush Sound, una band in tour con i Panic!- parlare con Ryan.

Ryan. L’unico motivo per cui Brendon ha proposto di andare al mare. Eppure il cantante è solo, su quello scoglio, mentre passa distrattamente una mano sulla superficie scivolosa e bagnata. Ok, quella che prova è gelosia, a dirla tutta. Perché non vuole né Spencer, né Jon, né altri su quello scoglio con lui, no, lui vuole Ryan Ross, il suo chitarrista, uno dei suoi migliori amici, l’unica persona con cui Brendon è realmente sereno. E vuole parlargli. In privato. Privato non comprende Greta, di certo, né tantomeno una delle ballerine, che, dal suo scoglio, Brendon può osservare mentre si unisce alla conversazione con Ryan.

Improvvisamente qualcosa di tremendamente bagnato e –Brendon si porta le mani alla bocca- nudo, lo prende alle spalle, facendolo sobbalzare.

Brendon avverte un insano odore di alcol e si accorge che la figurina che ora si sta rotolando sullo scoglio, alle sue spalle, altri non è che Spencer Smith.

-BRENDON! COSA FAI QUI?

-BRENDON!-Jon Walker spunta non si sa come, alle spalle di Spencer- MA SEI SEMPRE COSI’ BELLO?

Brendon si preme le mani sulla bocca, quando si accorge che entrambi sono nudi e completamente zuppi.

-Che fate, scellerati?

Spencer si tira su, portando le braccia in alto, con un saltello.

-IL BAGNETTO, BRENDON, hic!

Brendon decide di non replicare e prova un moto di invidia. Dovrebbe essere lui al posto di Spencer. E Ryan al posto di Jon, aggiunge mentalmente guardando il bassista scoccare un sonoro bacio sulla guancia di Spencer.

Comunque, parli del diavolo, spunta Ryan a coronare quella patetica scena. E’ in mutande –lo sguardo di Brendon scivola sull’oscenità di ciò, perché è impossibile che Ryan abbia delle rose perfino sull’intimo!- e ha le mani poggiate sui fianchi, mentre guarda con un’impressione imperscrutabile Jon e Spencer rotolare a terra.

-Hanno bevuto?

Brendon incrocia le braccia, deciso a restare freddo nei confronti del chitarrista. Il che è difficile, visto che l’occhio continua a cadergli sulle rose delle mutande.

-Direi.

Ryan fa spallucce, poi si siede accanto a Brendon. Il quale lascia perdere i suoi propositi di freddezza, accettando con entusiasmo la bottiglia che Ryan gli offre.

-Tu non hai bevuto?

Ryan finge di non ascoltare i risolini di Jon e Spencer, che, alle sue spalle, stanno commentando le sue mutande. Loro non hanno stile, in fondo.

-Nah, volevo parlare con te.

Gli occhioni di Brendon si illuminano.

-Alcol?

Ryan solleva un sopracciglio.

-Intendo da sobri.

Oh. Brendon lo fissa curioso, chiedendosi cosa debba dirgli di così importante da tenerlo lontano da una bottiglia.

-Va bene, dimmi.

Ryan apre la bocca, ma un’altra serie di risolini alle loro spalle lo convince ad alzarsi e a cominciare a prendere a calci Jon e Spencer, che, con un’ultima risata fragorosa, decidono di togliere il disturbo.

Forse perché Ryan li sta minacciando di dire a Pete –che lo dirà al mondo, quindi- quanto siano gay quella sera.

-E tu no?

Ryan si volta verso Brendon, sconvolto.

-EH?

-Tu, con quelle rose sulle mutande, ti spacci ancora per etero?

Ryan fissa Brendon per un momento, perché, sì, ne avrebbero dovuto parlare molto tempo prima. Aspettano un istante, entrambi con la bocca aperta e uno sguardo ebete; poi esplodono nello stesso istante.

-Parli proprio tu!

-Sei gay.

-Assurdo!

-Mi abbracci la sera!

-Me lo chiedi tu!

-Va bene, ma non parliamo di me!

-Sì che parliamo di te.

-Sei gay.

-Ho avuto una ragazza. Una volta.

Brendon ride.

-Ok, sei bisessuale. Va meglio?

-Smettila, sono etero.

-Non lo puoi sapere.

-Invece sì.

Ryan si morde un labbro, scostandosi da quei due occhioni che lo guardano, determinati.

-Non hai mai provato, non puoi saperlo.

-Ti ho detto che ho avuto una ragazza!

-Non c’entra niente, non hai mai avuto un ragazzo.

-Appunto, non posso iniziare ora!

-Alcol?

Ryan strappa la bottiglia di mano a Brendon e la getta in mare, con profondo disappunto dell’altro.

-Non puoi farmi ubriacare per poi abusare di me.

-Voglio solo strapparti la verità di bocca.

-Tutto ciò che vuoi strapparmi via sono le mie mutande!

I due si fissano con uno sguardo sconvolto, increduli di dover affrontare quella conversazione in quell’assurdo momento, su uno scoglio.

Ryan sembra talmente fuori di sé, che Brendon si intenerisce e, preso un respiro, lo fa avvicinare a sé.

-Va bene, parliamone. Con calma.

-Non c’è nulla di cui parlare, Brendon. Sei tu quello che, ogni sera, mi bacia sul palco. Sei tu quello che si struscia a me.

-Non ti tiri indietro, però.

-Ne dobbiamo proprio parlare?

-Sì, credo sia giunto il momento.

Ryan socchiude gli occhi, cercando di raccogliere un po’ di calma. Infine, si alza in piedi.

Brendon lo imita prontamente.

-Non puoi fuggire.

-Non voglio farlo.

Ryan distoglie lo sguardo dagli occhi dell’altro e lo rivolge al mare e agli altri, che, lontano, sulla spiaggia, si danno alla pazza gioia, ignari di ciò che sta succedendo su quello scoglio.

-Ryan, ascolta. Non dobbiamo, non so, amarci o qualcosa simile, dico solo..

-Tu non devi amarmi, Brendon. Lo facevi già un anno fa, come lo fai ora.

Brendon spalanca gli occhi, mentre Ryan socchiude i suoi e si avvicina al volto dell’altro. Un bacio, è tutto ciò che Ryan vuole per sistemare le cose. Un bacio, non lo spintone che Brendon gli dà.

-Che diamine stai facendo?

-BRENDON?

Il cantante ha un’espressione sconvolta sul volto e sembra deciso a tenere distante l’amico.

-Che diamine stai facendo?- ripete, fuori controllo.

-Sei tu che volevi questo, sei solo tu, Brendon e io non facevo altro che accontentarti, va bene?

Brendon lo fissa, senza parlare. A dire il vero apre più volte la bocca come se volesse dire qualcosa, ma poi la richiude sempre, in silenzio.

-E se ci vedono?

No, questo Ryan non lo può sopportare, decisamente. Non solo lo ha costretto a dichiararsi, non solo lo ha umiliato, no, ora Brendon si preoccupa che qualcuno li veda. Come se importasse.

-Brendon, fatti un giro, quando torni in te fammi sapere.

-Va bene, va bene. E’ solo.. non mi va. E’ una cosa nostra.

-Oh. Ok.

Ryan si rilassa, si rimette seduto.

-E poi- aggiunge Brendon ridacchiando- non voglio che ci vedano proprio ora!

-Perché?

Brendon sorride, prima di sfiorare la guancia dell’altro.

-Perché sto per toglierti quelle orribili mutande, Ryan Ross.






E’ VECCHISSIMA. -issima, proprio. L’ho semplicemente ritrovata nei meandri del mio pc, ho rotolato un po’, ho sputato qualche arcobaleno e ho deciso di pubblicarla. E’ ispirata a:

1- questa intervista, fatta a Greta (The Hush Sound), riguardo la più pazza esperienza fatta in tour. La risposta coinvolge i Panic!, guarda caso.


Q: Tell us about your craziest touring experience.
GRETA: “On the 2006 Panic Tour, we played the House of Blues in Myrtle Beach [JUNE 24TH]. After the show, most of the bands and crew walked a mile to the beach and, having not brought our swimsuits, decided to swim in underwear or totally nude.”


2- sul journal di una delle ballerine in tour coi Panic!


June 24th, 2006
”It’s our last night in Florida and let me tell you… this finally turned into a crazy rock tour… lots of shenanigans happened tonight… but I’ll save this story for the memoirs! Every night I stand on stage and tell the crowd that Brendon is a virgin… let’s just put it this way…
it ain’t true!!!!”

Chi fa sesso con Brendon? CHI? A voi la risposta.


Buona lettura e grazie a chi legge/apprezza/recensisce.


Demolition.





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