Luci nel deserto

di Manuel Lanhart
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Imponente ti ergi sulle sabbie
come vergine scolpita dai raggi lunari,
e fisso lo sguardo sugli astri lontani
sorridi- luce contro luce.
Calchi una duna con fare lento
ondeggiando il passo tra sogni
immersi in profondi pensieri.
Ti vedo danzare nel silenzio
e il vento sospira tra neri capelli
quando catturi la luna insieme al mio io.
Per te tesserò tappeti pregiati e arazzi,
domerò cammelli dai campi d’oriente,
intreccerò arabeschi sulle colonne d’alabastro,
solcherò il letto di fiumi illustri
per donarti coccodrilli venerandi.
Per te pianterò tende e accampamenti
nomadi come quei piedi di donna verso me
e aspirerò tabacco condensato nel gelo pungente.
Per te scoprirò tombe maledette
e in sepolte sale dissacrate
amerò solo te, dea olivastra.

Tracci piste nel deserto
finché la meta è vicina,
allontanata la mente dai ricordi,
sciolto il turbante dal mio capo.
Vieni, e regneremo sulle fiere,
ti farei signora della savana,
se queste spiagge dorate senza mare
regno troppo effimero non fossero
per questo fuoco notturno.
Depongo la tunica al tuo cospetto
come un satrapo a corte del Gran Re
implorando ristoro selvaggio,
e quando il fumo sarà diradato,
riposerai le membra intorno al falò
- fiamme contro fuoco di passione consumato.
Ti racconterò miti dalla stuoia
e di belve distanti che vagano libere
per oasi verdeggianti colme d’acqua,
e giungerà l’alba tingendo il cielo,
ripartiremo tra monti di sabbia.
Camminerai davanti a me mordendo la sete,
anelando ancora alla luce della notte…




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