Al chiaro di Luna

di Romanova
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A Merope era sempre piaciuto guardare la Luna, il suo arrivo significava una drastica riduzione delle ore che la separavano dall'uomo che amava e che avrebbe visto presto.
Era considerata una donna goffa, incapace e oltretutto portatrice del vergognoso difetto di essere una magonò.
Lei, una discendente di Serpeverde aveva osato nascere in quel modo tanto disonorevole, con quella sudicia caratteristica e i familiari le ricordavano con costanza quanto grave fosse la vergogna che arrecava alla loro famiglia.
Merope aveva paura di Orfin, l'uomo che si dilettava a inchiodare serpenti sulla porta di casa e viveva nel passato e nei fasti non più esistenti di un'epoca passata.
Sin da bambina voltava lo sguardo verso il cielo, in maniera quasi inconsapevole, per sognare cosa potesse esserci di meglio in quel mondo che la considerava tanto sbagliata e inutile.
Voleva solo la pace e quell'astro che emetteva luce lattea, insieme ai corpi celesti che punteggiavano il cielo gliene trasmettevano un poco.
Ogni notte chiudeva gli occhi dopo aver dato uno sguardo sfuggente alle stelle, col cuore un po' meno sanguinante.
*
Dopo anni e sotterfugi, era rimasta incinta.
Nove mesi di ansie e angoscia, nemmeno in quello che è comunemente considerato uno dei momenti più belli della vita di una donna, per lei c'era un po' di gioia.
Aveva vagato per Londra, disperata e bisognosa di cure con un bambino in grembo.
S'è accasciata sulla porta di un orfanatrofio, dove poi ha partorito.
Non sapeva cosa sarebbe successo dopo, ma guardando suo figlio, una creatura pallida come la luce della Luna che lei tanto amava, aveva una certezza sola: la sua piccola stella sarebbe stato sicuramente felice e portatrice di serenità.
L'unica cosa che non sapeva, la povera, innamorata e morente Merope, è che quel bambino e il suo pallore avevano tutt'altro senso rispetto a quello che il suo affettuoso cuore materno le suggeriva.
Ma non importava, ora sarebbe stata nella luce della Luna per sempre.
Sorrideva ancora, quando ne dichiararono la morte.
Finalmente in pace, fra le stelle.




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