Not
in blood but in bond
Dovevo
avvisarlo. Dovevo fermarlo.
“Holmes!”
Dell'aria.
Dell'aria calda si scontrava lieve sul mio
viso, così leggera, così rilassante...
La
testa mi faceva male e i miei occhi non ne volevano
sapere di aprirsi. Non che mi dispiacesse, con quel mal di testa la
posizione
in cui ero steso -su di un letto?- era particolarmente comoda e poi
quell'aria che continuava ad accarezzarmi ritmicamente era
così familiare, come
se fosse un respiro. Il che mi preoccupò.
Aprì
immediatamente gli occhi e l'oscurità mi
travolse. Era notte, non
vedevo niente e
l'aria continuava a sfiorare il mio viso. Con uno scatto mi misi
seduto,
raddrizzando il busto: la spalla e il braccio sinistro bruciarono e mi
provocarono scosse di dolore per tutto il corpo. Poi una mano, calda e
callosa,
si posò sulla mia guancia. Sobbalzai per lo spavento, ma lo
riconobbi quasi
all'istante.
Dio,
se non mi aveva fatto prendere un colpo!
“Holmes,
ma che dia..”
“Come
sta, dottore?”
Com-
come stavo? Ah, già…
Quel
egoista bastardo che avevo di fronte mi aveva
trascinato con l'inganno nella sua caccia a Lord Blackwood, l'ultimo
caso che
gli era capitato per le mani e che ci aveva fatto penare, e non poco.
Sta di
fatto che il mio avviso di dover lasciare l'appartamento e trasferirmi
in una
casa con Mary - e quindi smettere anche di seguirlo nei suoi casi-
sembrava non
essergli arrivato. Mi ero ritrovato invece a seguirlo perché
il bastardo,
partendo alla ricerca di Blackwood per Limehouse, aveva appositamente
lasciato
la sua pistola sulla scrivania, a casa. Poi a Limehouse Blackwood era
scappato
e io l'avevo rincorso incappando nella sua trappola e attivando le
bombe e..
“Holmes!”
Mi agitai “Come sta? È ferito? Oh, Dio
pensavo di non aver fatto in tempo e poi..”
“Si
calmi, Watson. Si calmi. Io ho solo qualche
graffio.” Disse carezzandomi piano il braccio destro
Sospirai.
Era salvo. Ed io in una stanza d'ospedale a
conti fatti.
“Lei
come sta?” Ripetè.
“Sto
bene, Holmes. A parte un mal di testa e a quanto
pare delle schegge per tutto il braccio sinistro e la
schiena.” Dissi muovendo
un po' la mano, due settimane e sarei completamente guarito. Lo guardai
in viso
per quanto mi fu possibile al
buio. I
suoi occhi erano fissi su di me, lo sapevo. La sua mano
risalì lentamente il
braccio per posarsi sulla mia guancia e continuando con quelle carezze
si
avvicinò piano, abbracciandomi senza stringermi troppo, per
non farmi male.
“Mi
ha fatto preoccupare, sa? Pensavo di averla persa.
Poi, quando mi sono svegliato, lì tra le macerie e non l'ho
vista ho creduto
fosse accaduto veramente, ma poi ho incontrato Clarky- bravo ragazzo- e
mi ha
assicurato che lei era vivo.”
Lo disse piano,
con l'agitazione che ancora trapelava dalle sue parole. Era raro
vederlo così e
fui felice di sapere che si preoccupava per me. Lo strinsi a mia volta
contro
il mio corpo con il braccio sano. Lui posò il mento sulla
mia spalla per
qualche secondo e poi riportò la sua mano, che era andata a
posarsi sulla mia
schiena durante l'abbraccio, di nuovo sulla mia guancia.
Avvicinò il suo viso
al mio facendo toccare le nostre fronti e sfiorare i nostri nasi.
“Non
lo faccia mai più.” Alitò sulle mie
labbra. “La
preoccupazione non mi si addice.”
Eccolo
il buon vecchio Holmes, cinico ed egocentrico.
“Sempre
se non si tratta di lei.” Gli rinfacciai.
Sorrise, sempre a pochi centimetri dalle mie labbra continuando ad
accarezzarmi
la guancia e a respirarmi sul viso. Sapevo dove ci avrebbe portato
tutto ciò,
ma la razionalità va a farsi benedire quando si è
sopravvissuti ad un’esplosione
e ci si ritrova di fonte la persona che si temeva di aver perso.
Comunque non
fui io a prendere l'iniziativa. Vidi il suo sorriso ampliarsi -
perché Sherlock
Holmes sa tutto e in quel momento, ovviamente, sapeva anche che ero
disponibile
alle sue intenzioni- prima
di scomparire
dalla mia vista e di unirsi alle mie labbra. Chiusi istintivamente gli
occhi ed
una scossa pervase tutto il mio essere. Quello non era dolore,
nient'affatto.
I
miei sensi sembravano in stato di black-out e le sue
labbra, morbide e delicate, posate sulle mie, erano tutto
ciò che sentivo. Lo
strinsi piano a me con il braccio sinistro e schiusi le labbra. Lui
infilò la
sua mano tra i miei capelli ed io risposi con più decisione
al bacio. Era
ancora un semplice incontro di labbra, un susseguirsi di piccoli baci a
stampo
ma poi con la mano destra- quella buona- gli afferrai il viso andando
ad
accarezzare le sue labbra con la lingua, in un implicito invito ad
entrarci. La
sua risposta non tardò ad arrivare aprendole prontamente.
Quando le nostre
lingue si incontrarono, esplorandosi a vicenda, capii che in
realtà aspettavo
tutto ciò da tempo, da quando gli strinsi la mano al Bart la
prima volta che lo
incontrai. Tale realizzazione mi fece spalancare gli occhi e
interrompere quel
dolce contatto. Holmes mi guardò di lato, inclinando il
volto, studiando la mia
espressione.
“John?”
Chiese, il dubbio era palese nell'intonazione
di quelle quattro lettere.
Quasi
mai mi chiamava con il nome di battesimo,
entrambi a dire il vero siamo sempre rimasti formali da questo punto di
vista,
ma in quel momento volli sapere tutte le possibili intonazioni che il
mio nome
poteva assumere se pronunciato dalla sua voce. Sorrisi a quel pensiero
da
ragazzina.
“Va
tutto bene”. Gli risposi, per poi baciarlo
ancora carezzandogli
il viso.
Si
rilassò al mio tocco e mi abbracciò cullandomi
dolcemente tra le sue braccia.
“Rimango
qui stanotte.” Mi sussurrò all'orecchio ed io
sorrisi sulla sua guancia.
Note
d’autrice:
La
storia è, ovviamente, ambientata durante il
primo film quando Johnny boy si fa prendere dalla foga per rincorrere
Blackwood
e fa saltare in aria il magazzino di Limehouse. Le prime due righe,
infatti,
riprendono il momento. Il resto è una specie di
“come-vorrei-io-che-fossero-andate-le-cose-quando-Holmes-si-presenta-in-ospedale-da-Watson-capovolgendo-il-resto-della-storia-trasformandola-in-slash-esplicito”,
credo dovrò inventare un nome corto e semplice…
Ah, spero di non essere andata
troppo in OOC alla fine!
E il titolo: oltre ad
essere
una citazione dal film sul legame Holmes/Watson, è il nome
della track usata
nel film per il momento dell’esplosione.
Grazie per
aver letto,
prossimamente
vi disturberò il meno possibile con le mie fiction,
festeggiate!
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