6.
Hermione stava torturando la manica del suo golfino grigio e con l’altra mano
si sistemava alla meno peggio i capelli, che quel giorno sembravano essere più
ribelli e crespi del solito.
Con la coda dell’occhio la ragazza spiò l’amico, che sembrava anche lui
piuttosto teso.
Harry stava cercando di organizzare un discorso che avesse un senso compiuto
e che non fosse solo un ammasso confusionario di parole.
-Emh… che ne dici se ci sediamo.. qui?- propose incerto Harry, indicando una
panchina di pietra davanti al lago. Hermione annuì e si sedette a molta distanza
dal ragazzo.
-Allora- esordì Harry dopo un’imbarazzante pausa di silenzio.
-Allora- ripetè Hermione, cercando di evitare più accuratamente possibile gli
occhi dell’amico.
-Che cosa volevi dirmi?- chiese Harry, strofinando le mani sui pantaloni, con
fare nervoso.
-No, la mia era una sciocchezza, incomincia tu- ribattè la ragazza,
sorridendo incerta.
-Ma no, figurati, anche la mia in fondo non era nulla di così importante!-
replicò l’amico, ricambiando il sorriso.
Un’altra pausa di silenzio, che aumentò i mille dubbi tra di loro.
-Ecco… io in realtà…- incominciò Harry, passandosi la mano fra i capelli e
cercando di controllare il tremolio insolito della sua voce.
-Sì?- chiese ansiosa Hermione, finalmente incontrando i suoi occhi.
-Ti prego fa che non dica che mi odia e che non vuole più avere niente a che
fare con me! Ti prego!- pensò agitata la ragazza, alzando per qualche attimo gli
occhi al cielo, come per sperare un aiuto proprio da lassù.
-Mi dispiace tantissimo per quello che è successo in questi ultimi giorni, e…
scusa per averti dato della bugiarda- continuò Harry, fissandola
intensamente.
-Ma io stavo mentendo! Io… te l’ho già detto, avevo… paura- ribattè
affrettatamente la ragazza, ricambiando lo sguardo dell’amico.
-Hermione-
-Harry-
Un’altra agoniata pausa di silenzio.
-Cosa mi avevi detto nel sogno?-
Hermione abbassò di colpo gli occhi, stringendo la stoffa della gonna tra le
dita.
-Io…- balbettò la ragazza, non avendo ancora il coraggio di guardarlo.
-Ti avevo detto che ti amavo- esplose, negli occhi uno sguardo misto tra
terrore e liberazione, ma anche imbarazzo e speranza.
Harry rimase per qualche secondo interdetto da quella risposta, la bocca semi
aperta per lo stupore, e ancora la mano fra i capelli.
-Lo so che è un sogno molto stupido, ma… - tentò di giustificarsi la ragazza,
maledicendosi per averlo davvero detto.
-N-no, nel senso, certo è un sogno, non ti devi preoccupare… e quindi dopo
che mi hai detto che mi … emh… amavi un serpente mi ha… ucciso?- replicò
insicuro Harry, privo magicamente della salivazione.
-Si… senti, non ridere, ti prego… io ero talmente… suggestionata da questi
stupidi sogni che… che avevo paura che anche solo parlandoti tu saresti morto…-
sussurrò Hermione, fissandosi le scarpe, imbarazzata dalla situazione.
-Io non riderei mai, Herm! Cosa te lo fa venire in mente? È una cosa seria,
altrimenti Silente non ti avrebbe mai fissato delle lezioni di Occlumanzia, non
trovi?- ribattè questa volta più sicuro che mai, il ragazzo, afferrando la mano
della ragazza e costringendola a fissarlo negli occhi.
-Hermione, io ti starò sempre vicino, in qualunque situazione, e se
realmente dietro a questa storia c’è Voldemort, lo sconfiggeremo insieme.
Hai capito, Herm?-
-Sì, Harry. lo sconfiggeremo insieme-
Un abbraccio caldo e senza più imbarazzi avvolse i due ragazzi, spegnendo
definitivamente i loro dubbi.
Harry incominciò a scrutare il polveroso scaffale della biblioteca.
Stava cercando qualche notizia che fosse utile per capire meglio i sogni di
Hermione. Era ormai quasi certo che dietro a questi incubi ci fosse Voldemort e
non si sarebbe certo fatto cogliere impreparato.
-Ci deve essere pur qualcosa su questi maledetti incubi, no?- pensò,
incominciando a irritarsi.
Qualcosa attirò il suo sguardo. Incubi Oscuri recitava il titolo.
Il ragazzo afferrò il pesante volume, soffiandoci sopra per togliere un
consistente strato di polvere.
Sedutosi, incominciò a sfogliare il libro, sperando con tutte le sue forze
che ci fosse qualcosa.
Gli incubi hanno forme e dimensioni alquanto diverse. Possono anche
prolungarsi per la vita, ma solitamente sono episodi passeggeri.
Harry sbuffò. Non era quello che cercava!
Gli incubi oscuri possono essere provocati da incantesimi molto potenti, uno
tra i quali è L’Angorarem, incantesimo di antica provenienza celtica, che può
sconvolgere la mente della persona colpita. Questo incantesimo ha la particolare
di spaventare le vittime su argomenti a loro cari, facendo leva sulle emozioni
più segrete della persona.
Il ragazzo afferrò di colpo il libro e uscì correndo dalla biblioteca.
-Harry, prego, entra-
-Professor Silente-
Harry entrò nello studio assolato, in mano il libro che aveva appena
consultato, i capelli più spettinati del solito e il viso paonazzo per la
corsa.
-Che cosa c’è di tanto urgente, Harry, per aver corso fino a qui?- chiese il
preside, fissando attentamente il volume del ragazzo.
-Signore, credo di aver intuito il problema di Hermione! C’è dietro
Voldemort, ne sono sicuro, ha usato l’Angorarem, c’è scritto qui!- rispose
concitato Harry, porgendo il tomo all’uomo che lo osservò con molta cura.
-Non sono certo che Voldemort abbia proprio usato l’Angorarem, Harry- replicò
pacato Silente, restituendo il libro al ragazzo.
-Però non esclude che ci sia Voldemort dietro a tutto questo! Allora è come
avevo immaginato!- ribattè Harry.
-Nelle lezioni che ho tenuto con la signorina Granger, ho riscontrato una
forte presenza di Magia Oscura. Però di una cosa sono certo: non era il segno di
Tom. Probabilmente si tratta di qualche suo mangiamorte, ma non è Voldemort,
Harry- rispose Silente, togliendosi gli occhiali a mezza luna.
-E come può aver fatto ad insinuarsi così facilmente nella mente di Hermione?
E perché, poi?- domandò Harry, abbandonandosi sulla sedia.
-I sogni di una persona sono facilmente influenzabili, come hai potuto tu
stesso costatare al quinto anno. Sono la parte forse più intima di una persona e
per questo sono tanto vulnerabili. Ho potuto però anche costatare che la magia
non è riuscita a penetrare completamente nella mente della signorina Granger,
consentendole di reagire.- rispose il preside.
Harry sospirò. Cosa poteva fare ora?
-Harry, ascoltami. Hermione ha sognato quello che più sperava-
-Cioè lei desiderava che fossi strangolato da un serpente gigante?- ironizzò
Harry
-No, Harry. Lo sai cosa desiderava, perché è quello che vuoi anche tu.
È importante, anzi è essenziale che tu le stia accanto. Grazie alle
lezione di Occlumanzia riesce a chiudere la mente agli incubi, ma ha bisogno di
te e di Ron. Ma specialmente di te, Harry. l’hai letto tu stesso, Harry:
Questo incantesimo ha la particolare di spaventare le vittime su argomenti a
loro cari, facendo leva sulle emozioni più segrete della persona.- ribattè
l’uomo, fissando il ragazzo negli occhi.
-Ma lei ha detto che non si trattava dell’Angorarem!- replicò Harry.
-Harry, tutta la Magia Oscura fa leva sulle emozioni più segrete di una
persona, colpendo i loro cari. Tu ne dovresti sapere qualcosa- disse
Silente.
Harry rimase per qualche secondo zitto.
In che modo doveva starle vicino? Lui… lui non era mai stato capace di
consolare le persone, lui sapeva solo agire. E aveva fallito, come questa volta.
Non si trattava dell’Angorarem, aveva fatto un buco nell’acqua.
-Io non so davvero come… come fare a starle vicino , Professore. Come…
come si fa?- chiese Harry, imbarazzato.
-Non si impara a voler bene ad una persona, Harry. Ci si avvicina
piano piano, e giorno dopo giorno, si incomincia a capire che vuoi stare sempre
con quella persona, che con lei ti senti completo. Harry, non ci sono regole
, qui la mente non c’entra. C’entra il cuore, Harry, il cuore-
Harry abbassò gli occhi.
Il cuore.
Cosa diavolo gli diceva il cuore?
La sera prima Hermione aveva sentito chiara la voce della Mangiamorte
risuonarle nella testa.
La Mezzosangue ha chiuso la mente, Signore. Ho fatto di tutto per riuscire ad
arrivare a Potter, e per il primo periodo c’ero riuscita. Poi quel dannato di
Silente deve essersi messo in mezzo e la mezzosangue ora è bloccata. Sono
desolata, Signore, io…
Bellatrix Lastrange, solo ora l’aveva riconosciuta…
Ron si avvicinò piano ad Hermione, che stava leggendo un libro sulla riva del
lago.
-Ciao, Herm- esordì il rosso, sedendole accanto.
-Ciao, Ron-
-Come stai?- chiese piano il ragazzo, guardandola negli occhi.
-Ci sto provando, Ron, sul serio. È faticoso, ogni notte mi sveglio, ma,
grazie anche a Silente, mi sento molto più forte. So che per chiudere ancora
completamente la mente ci vorranno mesi, ma devo farlo. - rispose la ragazza,
sorridendo.
-Grazie solamente a Silente?- domandò Ron, con un sorrisetto malizioso
dipinto in volto.
-Ma no, Ron, grazie anche a te e a…-
-A Harry?-
Hermione abbassò la testa, diventando rossa.
-Bè, sì, grazie anche ad Harry- rispose di fretta, cercando di riprendersi
all’ultimo minuto.
-Sai, io e Luna ci piacevamo da tanto. Dopo la mia gelosia per te, io e lei
ci siamo avvicinati tantissimo- disse Ron, spostando lo sguardo dalla ragazza al
lago.
-Siete una bellissima coppia, io l’avevo sempre detto- affermò Hermione,
sorridendo.
Aveva sempre intuito che la ragazzina bionda di Corvonero non era
indifferente a Ron, ma credeva che non avrebbero mai avuto il coraggio di
dichiararsi… e invece?
- Loro stanno assieme e sono felici, a differenza mia- pensò con un po’ di
amarezza la ragazza.
-Bè, io però non avevo il coraggio d’ammettere che lei potesse piacermi. Ero…
confuso, credo. Con Luna mi sentivo bene, come se fossimo sulla stessa lunghezza
d’onda, ma avevo paura che se avessi anche solo provato ad espormi tutto il
nostro rapporto si sarebbe frantumato. Io… io volevo che qualcosa tra noi
cambiasse, ma avevo troppo paura delle conseguenze- continuò Ron, riposando lo
sguardo su Hermione.
-Dove stai cercando di arrivare Ron con questa storia?- chiese la ragazza,
non riuscendo a capire.
-Hermione, è inutile fingere che tra voi non sia cambiato nulla. Si vede, per
la miseria, da come vi guardate, da come vi cercate con lo sguardo, dai sorrisi,
dai gesti, dagli abbracci! Non ci vuole un diploma in Divinazione per capire che
vi piacete!- esclamò Ron esasperato, alzando gli occhi al cielo.
-Ma cosa stai dicendo? Io… insomma… io ed Harry… ma no… emh… si vede tanto
che mi piace?-
Balbettò Hermione, ritornando di un bel colore vermiglio.
-Almeno quanto si vede su di lui- sorrise Ron.
-Cioè tu credi che…?-
Il ragazzo annuì vigorosamente.
-Scusa, devo andare-
Hermione corse di fretta verso il castello.
-Hermione!- urlò Ron –è al campo di Quiddich!-
-Grazie Ron!-
All’inizio aveva creduto di non potercela fare. Aveva pensato che sarebbe
ricaduta in quegli incubi strazianti, che non ce l’avrebbe fatta a chiudere
completamente la mente.
Pensava che sarebbe andata avanti tutta la vita a dormire due ore per notte,
a quell’Hermione con il viso e gli occhi spenti.
Ma non aveva mollato. Per Ron. Per lei stessa. Per Harry.
Faceva fatica, il mal di testa era diventato parte integrante delle sue
giornate, ma quegli incubi erano cessati.
-Hai fallito, mia cara Bellatrix -pensò la ragazza correndo.
-Già, la Mezzosangue ti ha ostacolato. Non sarei mai stata un mezzo
per arrivare ad Harry. Mi dispiace,Bellatrix , questa volta non ci sei
riuscita. Non potevi dividerci . –
Hermione continuava a correre, a correre, sempre più forte, il vento che
soffiava tra i capelli, il viso rosso e accaldato, il fiatone e le gambe
pesanti.
Ma niente l’avrebbe fermata.
Ed eccolo volteggiare vicino agli anelli.
Hermione inspirò.
Vai Hermione, vai e digli che lo ami!
Diglielo, Hermione, digli che senza di lui non ci sai stare.
Porca miseria, Hermione, VAI!
-Harry!- urlò la ragazza, posizionandosi nel centro del campo.
Il ragazzo si accorse di lei e incominciò una veloce discesa.
-Hermione, ciao!-
-Io… io devo dirti una cosa- incominciò la ragazza. –Anzi, sono più di una,
sono mille le cose che ti devo dire! Io… io senza di te non posso vivere, Harry,
io .. oh, accidenti!Sono stata un’idiota a dirti quelle cose, e lo so che
abbiamo chiarito, so che ormai è tutta acqua passata, ma io mi sento in colpa
e…- Hermione si fermò per qualche secondo per riprendere fiato-E Harry, io, io
senza di te non ci so stare, è come se… se mi sentissi a casa con te, e
lo so che è stupido come paragone, ma non so farne altri decenti…. Harry, ti
prego, io non ho più gli incubi era stata Bellatrix Lastrange, ma l’ho
sconfitta, sai? Ho chiuso la mente e l’ho chiusa per te! Perché no voglio
deluderti, e so che non sono perfetta, non sono Cho o Ginny, io sono… sono
semplicemente Hermione, ma ti giuro che cercherò di migliorare se vorrai..-
-Migliorare? Ma che diavolo stai dicendo, Hermione?- esclamò Harry,
confuso.
-Io… Harry so di non essere una bellezza, vedrai che se mi faccio consigliare
da quelle pettegole di Calì e Lavanda forse…- rispose Hermione, incontrando gli
occhi del ragazzo.
-Hermione…-sussurrò Harry, prendendole delicatamente il viso tra le mani.
-Io… Harry, io ti amo- disse tutto d’un fiato la ragazza.
Ecco, gliel’aveva detto. Hermione aspettava una risata, un urlo del ragazzo,
che la guardò fissa negli occhi.
-Adesso mi odierai, non è così? la nostra amicizia si frantumerà e non
avremmo neppure più il coraggio di guardarci negli occhi….- disse Hermione tra i
denti.
-Lo sai che parli decisamente troppo?- le sussurrò piano Harry.
Harry guardò Hermione.
Hermione guardò Harry.
Ci pensò un tenero bacio ad annullare la distanza tra loro….
Qualche sera dopo un improvviso attacco di Mangiamorte aveva colpito il
castello, il marchio proiettato nel cielo.
I panico si era diffuso nel castello, ma era bastata una sola occhiata tra
loro due, per farli muovere simultaneamente, per farli correre fuori, sul campo
di battaglia.
Perché la resa dei conti era finalmente arrivata, perché quella sera ci
sarebbe stato l’epilogo di un inferno durato 7 lunghissimi anni.
Molti erano morti in quella battaglia.
Molti furono le vittime da piangere, sotto la pioggia battente, intervenuta
per lavare via tutto il male.
Molti li avevano lasciati,Luna, Ginny, molti ne avrebbero portato per sempre
i segni.
Harry ed Hermione erano rimasti sempre insieme, quando avevano fatto fuori
Bellatrix Lastrange, Lucius Malfoy, anche quando Harry aveva dovuto
fronteggiarsi con Voldemort.
Perché Hermione era lì con lui, vicino, ma anche dentro il suo cuore.
Non ci fu tempo per un inno di vittoria sopra al corpo dell’Oscuro Signore,
ma solo un lungo abbraccio, bagnato di lacrime salate, amare.
-Ti amo, Harry-
-Ti amo Hermione-
ebbene sì, questo è l'ultimo capitolo di What I
Can't Say To You. volevo ringraziare davvero tutti quelli che mi hanno
recensito, da desdeus che all'inizo mi ha criticata per poi apprezzarmi, a
granger90, che mi ha sempre letto e recensita... grazie anche a Snivella che mi
ha reso felicissima di quelle tre recensioni lunghissime e meravigliose [speravo
avresti continuato! ^__^], a marco che per un po' ha smesso di recensire ma poi
è ritornato, a marigranger che mi ha dato subito fiducia, ma grazie anche a
ValHerm, Hermione_harry4ever, robertina, la mia elfetta, Alessandra,
Summers84 e ladygiuly93.
insomma, grazie a tutti, a quelli che hanno
recensito ma anche solamente letto, sono ORGOGLIOSA di essere stata recensita o
solamente letto da voi!
grazie, e alla prossima [sempre H/Hr!]! bacio,
costy
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