Mio solo onore, mia sola fede
Mio solo onore, mia sola fede
L'esercito
si dispone ordinatamente lungo la strada principale che da Cair Paravel
conduce al lontano Nord. Tutti gli abitanti di Narnia, dai fieri
Centauri al più piccolo topo parlante , sono radunati per
salutare degnamente i loro soldati, i campioni del regno,
rappresentanti di tutte le razze dritti e fieri nelle armature lucenti
che i nani hanno realizzato su misura per ognuno di loro. E,
ovviamente, gli applausi più entusiastici sono destinati ai
tre sovrani che guideranno l'armata sino ai confini del regno dei
temuti Giganti, per venire in soccorso al Re Supremo.
Ma ecco, qualche sguardo sfrontato si perde nel marasma di lance e
spade levate al cielo, e finisce per inciampare su una figuretta che
sembra davvero fuori luogo tra tutti quei guerrieri: un piccolo fauno,
che tenta di destreggiarsi con una spada ereditata dal padre e si fa
rosso in viso per i risolini che accompagnano i suoi gesti goffi e
l'elmo troppo grande che gli cala sugli occhi di continuo.
Rapidamente le risate si propagano, accompagnate da commenti
sussurrati a mezza bocca e occhiatine derisorie; ormai tutti hanno
riconosciuto nell' impacciato soldatino il fauno Tumnus, consigliere
favorito delle Altezze Reali, e lo sfortunato cortigiano si trova ora
al centro dell'attenzione e dei lazzi della folla. D'un tratto,
però, il rumore cessa e i più rumorosi, quelli
che per primi avevano incitato al dileggio generale, sono gelati sul
posto da un gesto imperioso della regina Lucy, Lucy la Gaia. Costei
avanza fiera, nel silenzio più totale, e supera una sfilza
di soldati che prontamente le rivolgono il saluto militare; lei non ne
guarda nessuno.
Adesso è ferma davanti al fauno. Non è smontata
da cavallo, e questo dà alla scena un' involontaria
asimmetria, perchè il cortigiano è costretto a
guardare dal basso in alto la sua sovrana, proprio come si conviene a
un suddito e proprio come, a lui, non è mai stato richiesto.
Ma basta un istante a cancellare questa sensazione di diseuguaglianza
tra i due, perchè la mano della regina adesso è
in quella dell' amico più caro e la sua voce squillante
invita tutti i Narniani di ogni razza e di ogni carica a rendere onore
al coraggioso che parte per difendere la sua Patria,pur non avendone
l'attitudine e i mezzi; il discorso è incisivo e commovente,
e rapidamente tutte le teste si piegano, in parte per piaggieria verso
Lucy, in parte per sincera ammirazione.
E la dignità del consigliere è intatta e
più grande di prima. Ma prima che la regina olti il cavallo
per rimettersi alla testa dell'esercito le trattene la mano,
timidamente, e le fa segno di chinarsi un poco per ascoltarlo.
E' appena un sussurro.
- Mia Signora, grazie per le tue parole... Ma, sia detto fra noi, non
sono del tutto precise. Io non sono mio padre: non ideali nobili e di
certo non parto per la Patria, che si è difesa benissimo
senza di me, in passato; io, come puoi vedere, non sono un combattente,
io sono il fauno delle fughe, dei piani furbi. Io vado in guerra per
te, perchè tu sei sempre stata il mio unico motivo per
combattere, da quando scelsi di disobbedire alla Strega Biance, per te.
E scelsi bene.
Non c'è risposta, soltanto una lacrima asciugata in fretta
prima di tornare a voltarsi verso i sudditi mostrando loro il consueto
volto sereno.
Poco prima di mezzogiorno i militi si mettono in marcia, cantando tutti
in coro un vecchio canto di guerra Narniano; tra loro, un piccolo fauno
felice canta a gola spiegata ma i suoi occhi non fissano, come gli
altri, il glorioso e battagliero futuro che li attende, no. Sono
semplicemente posati sulla schiena dritta della sua Regina, la sua
guida, la ragione dei suoi atti, la custode del suo cuore.
Un fragore ritmico di piedi, zoccoli e zampe di varia misura accompagna
l'esercito lontano dalle mura di Cair Paravel; sulle loro armature
scintillano i raggi del sole.
Angolo
Autrice: eccomi di ritorno con un'altra Lucy/Tumnus, sono
incorreggibile! Due rapide annotazioni: la storia si svolge
temporalmente poco dopo gli eventi de "Il cavallo e il ragazzo" :
infatti, nel libro si dice che Peter è assente
perchè sta combattendo i Giganti ed io ho immaginato che,
successivamente, ifratelli lo avessero raggiunto; inoltre ho messo un
riferimento al libro nel discorso di Tumnus, che si descrive come
"fauno delle fughe" perchè ne "il cavallo e il ragazzo"
è lui a ideare il piano che permette alla corte di scappare
da Calormen... Sono o non sono precisa ? ;-)
Au revoir, gente
Coh
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