The
only way he knows to say thank you
_ Vedi, Weasley?
Vedi qual'è il tuo
problema?_, domandò un concitato Draco Malfoy muovendo
freneticamente la bacchetta sotto il naso del ragazzo dai capelli
rossi che proprio non riusciva a comprendere che cosa avesse fatto
di sbagliato.
Quella mattina, Ron aveva atteso
pazientemente fuori dal dormitorio di Serpeverde che Draco uscisse
per recarsi in Sala Grande e, una volta avvistata la chioma argentea
del ragazzo in mezzo ad un nutrito gruppetto di Serpi, lo aveva preso
da parte e gli aveva schioccato un bacio sulla guancia. Poi gli aveva
fatto gli auguri di buon compleanno, ficcandogli un pacchettino male
incartato tra le mani.
Si sarebbe aspettato tutto fuorché
essere trascinato nel cortile, alla fredda aria autunnale, per essere
sgridato. In oltre, Draco sapeva benissimo che il rosso aveva
costantemente fame, quindi fargli saltare un pasto come la colazione
equivaleva a scagliargli una fattura della peggior specie.
_ Ma veramente, io volevo solo..._.
_ Il tuo problema_, riprese
imperterrito il biondo, che, come Ron gli aveva fatto notare molte
volte, tendeva ad abusare della propria bacchetta, utilizzandola come
pointer per inveire contro le persone, incurante del fatto che
avrebbe potuto sputare scintille da un momento all'altro, _
è che
non pensi prima di agire!_.
_ Se non pensassi non mi sarei nemmeno
ricordato che oggi è il tuo compleanno_, rispose Ron trionfante e
convinto di avere la situazione in pugno.
_ Il mio compleanno è domani, testa di
zucca!_, sibilò Draco, con la bacchetta che ancora si
muoveva
pericolosamente a pochi millimetri dal volto del rosso, che
iniziò a
sudare freddo ed a piagnucolare affinché abbassasse la
bacchetta.
Il biondo incatenò i propri occhi
grigi in quelli meravigliosamente blu dell'altro e sospirò
di
rassegnazione, abbassando la bacchetta per poi infilarla nelle tasche
della veste insieme al pacchettino che pareva essere stato fatto da
un troll.
_ Perché non riesco ad arrabbiarmi
decentemente con te?_, mormorò Malfoy con gli occhi sul
regalo che
stava scartando. Si ritrovò tra le mani un paio di informi
guanti di
lana verdi dall'aria pruriginosa, con una sorta di grosso cerchio
nero ricamato sul dorso.
_ Dovrebbe essere una “d”_, spiegò
Ron, _ però non so ancora ricamare bene come Hermione,
è lei quella
brava in queste cose...beh, non sono un gran che nemmeno con la
maglia, ma almeno ho trovato della lana verde e non ros..._.
I borbottii del rosso vennero
interrotti dalle labbra del biondo che si posavano sulle sue.
Draco non lo avrebbe mai ammesso ad
alta voce, però -nel più profondo del
cuore- sapeva
che la sua vita era migliorata considerevolmente da quando Ron ne
faceva parte. Sapeva anche che Crabbe, Goyle e Pansy lo avrebbero
preso per il culo a vita per quel bacio sulla guancia.
Sapeva anche che,
nonostante fossero un insulto alla vista, avrebbe indossato quegli
schifosi guanti nei quali, era sicuro, ci fosse lo zampino della
Sanguemarcio.
In quel momento, si
sentì pervadere dall'ormai conosciuta sensazione di
abbandono che lo
pervadeva ogni volta che andava contro a tutto ciò che gli
era stato
insegnato, ogni volta che faceva cose per le quali suo padre avrebbe
potuto disconoscerlo, ogni volta che stava con Ronald Weasley.
Ron era quel po' di
coraggio dannatamente Grifondoro che gli mancava, ma era anche la
felicità, la dolcezza e l'amore.
Ma, soprattutto,
alle orecchie di Draco Malfoy, Ronald Weasley era sinonimo di
libertà.
Malfoy
strinse il rosso in un abbraccio per poi sussurrargli all'orecchio
quanto quei guanti lo ripugnassero dal
più profondo del
cuore, ma Ron
sapeva che quello
era l'unico modo che Draco conosceva per dire grazie.
Angolino dell'autrice:
Di solito non scrivo Slash e
questa è la mia prima storia sul fandom Harry Potter,
però mi sento soddisfatta di ciò che ho scritto
solo per via del paring...mi piacciono un sacco Ron e Draco insieme
:'). Per non parlare di Draco isterico che usa la bacchetta per
punzecchiare la gente >.< .
Comunque, proprio perché tale storia è un
esperimento, mi piacerebbe sapere che ne pensate.
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