Erasa7
'Dove c'è amore c'è vita'Mohandas Gandhi
Capitolo VII
‘Ti amo non solo per quello che sei, ma per quello che sono io quando sto con te.’ Roy Croft
So che non dovrei essere qui. E allora perché ci sono? Perché credo di dovere qualcosa a lui, dopotutto mi ha salvata una volta. E se cadi ancora? Lui non ti salverà di nuovo! Vuol
dire che morirò per una buona causa... o almeno credo. Ho
scavalcato il cancello della Capsule Corporation, è passata
un'ora, ma Gohan non è ancora uscito da lì. Che aspetta?
Che Diciassette muoia? È per questo che mi sono messa in testa
di salvarlo. Sto cercando di arrampicarmi su un albero, di nuovo, la
finestra è lì vicina, mi basterebbe dare un'occhiata.
Sento delle voci.
«Bulma, quanto ci vorrà?»è Gohan!
«Qualche minuto, non è grave, passami la chiave inglese...
anzi no, aspetta, forse riesco a ricoleggare i circuiti tramite il
computer.»dice la donna con i capelli blu. Sembra che abbia
qualche cosa in bocca, forse una sigaretta?
Mi viene voglia di urlare :'Gohan che stai facendo? Dov'è C-17?
Ti sembra il momento di riparare un televisore?', invece non lo faccio
e continuo a salire.
Poi ecco la finestra, mi affaccio e sento Bulma esultare«Fatto! È tornato come prima!»
Non riesco nemmeno a dare una sbirciatina al tavolo da laboratorio,
dove di sicuro si trovava il televisore. Forse vedo qualcosa...
delle... delle gambe? Un televisore con le gambe? Che gente strana! In
un attimo mi ritrovo appesa con un braccio solo ad un ramo sottile, non
voglio cadere ancora, così mi sposto velocemente su un altro
ramo sfruttando la forza delle mie braccia snelle. Quando sono stabile
metto la testa dentro la finestra, dalla quale esce un sacco di fumo.
Sento Gohan urlare«Diciassette, mi dispiace... ma ora ti abbiamo
sistemato!»
Sentire la risposta mi fece accantonare la pelle, la sua voce è
fredda, gelida, mi penetra lentamente dentro il cuore lasciando un gelo
mai sentito prima.
«Lasciatemi stare, o sarà peggio per voi.»
Diciassette esce proprio dalla finestra a cui mi sto affacciando,
sussulto e indietreggio più che posso sul ramo. Per poco non
cado, ma la mano salda di C-17 mi tiene sollevata da terra. Mi fissa,
nei suoi occhi vedo solo rabbia e disgusto, mi viene da piangere, ho
sbagliato a venire qui, ho sbagliato.
Ora mi rendo conto di essere fra la vita e la morte, ma più
dalla parte della morte. Gohan aveva ragione, Diciassette è
pericoloso ed è lui che mi tiene in vita. Supplico«Per
favore, per favore, ho paura, fammi scendere...»
Nei suoi occhi vedo un cambiamento, sembra terribilmente triste, mi
fissa e sembra che le lacrime stiano prendendo il posto della rabbia.
Ma è solo un'illusione, in un attimo tornano freddi e gelidi, mi
fa scendere lentamente e dolcemente. Il suo viso si avvicina al mio e
mi sussurra«Sono stato uno sciocco a credere che tu fossi
diversa, sei come tutti gli altri.»la sua voce mi ferisce, nel
profondo.
Sono senza parole, ho fatto un disastro. Prima gli piacevo, forse, ma
ora? Ora mi odiava. E anche io avrei dovuto fare lo stesso. Mi guarda
un'ultima volta con lo sguardo carico di tristezza e rimorso, poi
prende il volo. Resto ferma a guardarlo, anche io avrei dovuto odiarlo.
Ma allora perché non ci riesco?
***
Volo veloce verso casa. Ma quando arrivo c'è una brutta sorpresa
ad attendermi, essa è distrutta. Sono senza speranze, me n'ero
completamente dimenticato. L'ho distrutta io, e allora come fermare
quella furia omicida che ho nel corpo? Chiudo gli occhi, ma vedo solo
il volto di Gohan. Quell'essere ha osato risparmiarmi la vita.
Quell'essere ignobile. Ma perché ce l'ho tanto con lui?
C'è un altro motivo, un altro... lui mi ha fatto capire che la
ragazza in realtà è come gli altri, che ha paura di me. Mi ha chiesto di risparmiarla. Mi
sono illuso per niente, non posso piacere a una così. È
tutta colpa di Gohan? O è stato lui a farmi capire la
verità? Perché ora mi sento triste? Dove vado? Mi sdraio
e cerco di dormire sulle ceneri della casa, ormai non mi resta
nient'altro da fare.
Apro gli occhi e vedo la luna, ma quant'ho dormito? Resto lì
guardando il cielo, una stella brilla più delle altre. Ora, ora
so cosa fare. Mi alzo e mi pulisco alla meglio, poi volo, lontano verso
Satan City. Il mio corpo si muove da solo, la mia mente lavora veloce,
devo sapere, devo. Ripenso a
quando io e la mia sorellina giravamo per le città distruggendo
i negozi, rubando, divertendoci. Ma in quel periodo non mi ero mai
sentito così. Così come Diciassette? Innamorato... l'amore è proprio una malattia...
Arrivo alla sua finestra, la osservo mentre dorme. È sdraiata in
obliquo su un letto matrimoniale, russa, ma alle mie orecchie sembra
una dolce melodia. Proprio in quel momento si volta, mostrando il
cuscino che stringe fra le mani, c'è sopra uno strano viso. Mi
sembra un cantante, ma non ricordo i nomi. Entro in silenzio, cercando
di non urtare nulla con il corpo. Mi siedo sul letto e il suo respiro
si ferma. Non riesco a resistere e le accarezzo il viso, poi la vedo
muoversi. Si sta svegliando. In un attimo tutte le mie certezze si
infrangono, e se... se, se non mi amasse come la amo io?
***
Apro gli occhi, ho sentito dell'aria sul viso, la finestra si
dev'essere aperta di nuovo. Mi alzo dal letto lentamente e la vado a
chiudere, quando torno verso il letto vedo una figura a lato della
stanza. Oddio un ladro. Ho sempre
aspettato questo momento. È giunta l'ora di far vedere ai miei
genitori di cos'è capace la loro Erasa. Torno verso il
letto come se non avessi visto nulla. Ovviamente il ladro non sa che
tengo una padella sotto il letto da quando ho visto la madre di Gohan
prendere a padellate il figlio qualche mese prima. Funziona bene. La
faccio scorrere fuori lentamente, sento il ladro avvicinarsi.
«Erasa... io...»
SBAM!
Oh cavolo! Ma ha detto il mio nome... tengo la padella in mano, mi
faccio scudo con essa, la stanza è immersa nel buio totale. La
luce della luna è nascosta dalla finestra.
«Chi sei? Come fai a sapere il mio nome? Sei forse un maniaco? Mi segui? Lo so... sono maledettamente bella!»
Il ladro non risponde, lo sento muoversi«Fermo lì! Non
avvicinarti alla finestra o ti colpisco.» il ladro si ferma.
Brava Erasa, brava, continua così. «Sei... sei forse della CIA o dell'FBI? Dell'NCIS?» Troppi film Erasa, troppi.
Sento l'uomo avvicinarsi, non so se ho il coraggio di colpirlo ancora...
SBAM!
«Stammi lontano schifoso!»grido sentendo la padella vibrare.
I miei genitori non sono in casa, ma non voglio che lui lo sappia, spero che scappi dopo questo mio urlo.
«Ti chiedo scusa, ora me ne vado.»
Quella voce... impossibile...
«Diciassette...» dico come se fosse la cosa più ovvia al mondo che un uomo sconosciuto entri in camera mia a quest'ora.
Accendo la luce e vedo il suo viso, è sorpreso di sentire il suo nome. Anche io sono sorpresa di averlo detto, così ha capito che gli interessi stupida!
«Che... che ci fai qui?» chiedo dopo aver deglutito.
Lui mi guarda ancora e mi perdo nei suoi occhi nocciola, è perfetto.
«Sono qui perché sono stanco.»dice lui.
Potrei rispondere allora dormi,
ma credo che se il motivo è quello, allora è venuto per
dormire con me? Non posso fare a meno di compiacermi all'idea. Quando
mi riprendo rispondo«Stanco di cosa?»
Arrossisco senza volere, nella stanza si è creata una strana
tensione, inizio a sudare. Diciassette apre la finestra e la luce della
luna sostituisce quella artificiale che viene spenta dalla mia mano,
come stregata.
«Sono stanco di sentirmi strano, di sentirmi male, diverso,
è tutta colpa tua. Spiegami, perché con te sono
diverso?»
Quelle parole mi fanno quasi sciogliere«Mi dispiace di essere solo un male per te...» abbasso il viso.
In un attimo Diciassette è di fronte a me, mi alza il viso con
una mano. Vedo la luce della luna dietro la sua testa, i suoi occhi
brillano, sorride. È strano non l'ho mai visto sorridere in
pubblico, forse per la mia espressione, o forse perché legge nel
pensiero torna serio e inizia a togliere le mani dalle mie spalle. Ma a
me piace quel contatto. Non voglio che smetta ora. Arrossisco per
ciò che sto per fare, poi lo faccio. Avvicino le labbra alle sue
e lo bacio, lui risponde subito, come se avesse voluto farlo da tempo.
Le nostre lingue si intrecciano e sento uscire dalla sua gola un
ringhio soddisfatto, sorrido anche io, poi mi stacco. Improvvisamente
tutte le emozioni che avevo appena provato mi sembrano un sogno, sono
ghiotta di quelle labbra e a quanto pare anche lui lo è,
perché si attacca alle mie di nuovo, affamato. Continuiamo a
baciarci illuminati solo dalla luce della luna.
***
Non ho mai provato questi sentimenti, mi viene da gridare di gioia, io?
Sì io. La stringo fra le mie braccia e le faccio capire che la
proteggerò sempre. La magia di quella notte è
indimenticabile, sento la stanchezza della giornata appassire
lentamente, e una nuova voglia, il desiderio si insinua dentro di me.
La voglio.
Mi fermo, nella mente mi passa in testa il suo viso, quando mi ha chiesto di risparmiarle la vita, ha paura di me.
Questa è una cosa che non deve succedere, deve capire che io la proteggerò da tutto e da tutti, fino a quando me lo permetterà.
Per questo la bacio ancora, poi le do un bacio sulla fronte e le do la buonanotte. Non stasera Diciassette, avrai il tuo momento.
Angolo dell'autore♥
Ehilà!!
Eccomi ancora qui! Scusate se ho aggiornato così tardi, ma dovevo concentrarmi al meglio :D
Spero che non sia uscito uno schifo e che vi piaccia questo capitolo, soprattutto la scena del bacio :33
Quant'è bello Diciassette? Bene ditemi cosa ne pensate, ciaooooo :D
Baci _afrinca_♥
p.s.
mi piacerebbe se faceste un salto anche nelle drabble che sto iniziando
a scrivere (pubblicità per me! >_<) Grazie comunque a chi
lo farà :D
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