Dolore sanguigno
Questa storia mi è
venuta di getto durante l’ora di latino, la dedico a Tarja, una ragazza sensibilissima come poche e dotata di un
grande talento, spero che ti piaccia^^
Passi su quel campo sollevano polvere.
Nuvole scure dalla terra arida.
Soffi di aria calda dalle crepe
profonde.
Squarci di un mondo ferito e sanguinante, come il tuo cuore,
Ginevra, quel tuo muscolo straziato gorgoglia in
petto, conscio di un qualcosa di doloroso, quel qualcosa che tu non sai ma lui
sì…
...oh sì che lo sa!
Perché lui sa sempre tutto, non sappiamo come, ma prima che
accada qualcosa non temere che lui ti avvertirà, con quel groppo allo stomaco
che non va ne su ne giù, e schiaccia il tuo petto
mozzandoti il respiro e riducendolo ad un debole soffio.
Cammini silenziosa, Ginevra.
La bacchetta alla mano.
Il mantello nero notte strappato a
brandelli.
Stanca e ferita ma cammini ancora tra quei corpi.
Tu lo sai dove devi andare, lo sai
già cosa stai per trovare e vorresti non doverlo vedere mai, non dover mai più soffrire….magari vivere di ricordi per tutta la vita.
Ma quanto dura una vita Ginevra?!
Neppure la vita stessa lo sa, tanto, troppo se si soffre e tu…non hai la forza
per resistere tutto quel tempo, già zoppichi su questo sentiero polveroso.
Cadaveri a destra e a sinistra, davanti e dietro.
Uomini e donne di ideali diversi.
Eppure l’espressione sul volto è
sempre la stessa.
Ma la sua no…
La vedi distesa a pochi metri da te e ti avvicini, è bella
anche supina e cinerea, con quel rivolo di sangue che le sgorga dalle labbra
socchiuse scendendo fino al mento e poi sul collo. Quante volte l’hai baciata?! Tante, eppure ti sembrano poche adesso…è proprio strana
la vita. Quei baci eran per te la cosa più bella,
dati di nascosto per non farsi scoprire da un mondo che non vi avrebbe accettate.
Avrebbero riso di voi.
Vi avrebbero etichettato.
A quale scopo poi non l’hai mai capito.
L’amore trascende l’apparenza, e tu lo sai Ginevra, chi
meglio di te…
Ti chini su quel corpo, sull’unica donna che tu abbia mai amato, Hermione Jane Granger. Pari un vampiro,
magra e consumata dalla battaglia. Lecchi il rivolo sanguigno salendo dal collo
al mento e poi su quelle labbra rosse e morbide, vi poggi la bocca…è fredda,
marmo col fuoco, velluto con feltro.
Un bacio lento e sofferto.
Socchiudi gli occhi assaporando il suo sangue.
Quel gusto agrodolce che penetra in fondo all’anima.
Quel liquido vitale che dovrebbe guizzare nelle sue vene e
non starsene a mollo nella tua bocca.
Stringi la sua mano nella tua e serri gli occhi. Stille salate
sgorgano dal tuo mare lavando la polvere dalle tue
guance, bruciando sulle tue ferite come fuoco vivo. Hai il volto striato da
rivoli di lacrime che lasciano dietro se un cammino tremolante sullo sporco che
la guerra ha dimenticato su di te.
Uno scricchiolio sommesso.
La bacchetta scivola dalle tue dita.
Il groppo al petto e il respiro mozzato.
Non aspettavi altro che questo…
Non ti alzi. Canticchi a labbra socchiuse
una melodia improvvisata lasciandola come memoria al vento, i capelli di fuoco
sciolti a guisa di criniera svolazzano attorno alla tua testa, poco più
in basso, le vostre mani intrecciate come l’edera al tronco. E
come l’edera è verde l’ultima luce che vedi riflessa sui suoi capelli, poi
tenebre. L’uomo incappucciato se ne va. E due corpi abbracciati su un campo di battaglia uniti
come non lo erano stati in vita…
Allora che ne pensate?! Stile un pochino più dark del solito spero
vi sia piaciuto…
Baci Mione14