Bacia
o Rispondi
«Buon
compleanno, Calvin!» esclamarono in coro alzando i boccali di
birra e brindando
al loro amico, mentre fuori la bufera di neve infuriava e loro erano
bloccati
da Dobler’s.
«Facciamo
un gioco» propose Rebecca.
«Chi
picchia più forte Evan?» domandò
Cappie, sghignazzando.
«Si
chiama Bacia o Rispondi…dobbiamo fare una domanda a
qualcuno…e se questi non sa
rispondere, beh… deve darci un bacio.»
continuò lei, ignorando il Kappa Tau.
«No,
dai…
questi giochi non mi piacciono affatto.» replicò
Dale.
«Io
dico
di farlo. Dopotutto è il mio compleanno, no?»
disse Calvin.
«Benissimo.
Allora disponiamoci in cerchio.» esclamò Rebecca,
soddisfatta.
Spostarono
alcuni tavoli e si sedettero per terra, in cerchio, portando con loro
alcune
bevande alcoliche.
«Comincio
io e. Calvin, visto che è il tuo compleanno…la
mia prima domanda è per te.»
ghignò la Zeta Beta.
«Allora…
questa è la tua migliore festa di compleanno?» gli
domandò.
«Semplice…»
rispose il festeggiato, puntellandosi sulle ginocchia e allungandosi
per darle
un bacio.
«Bene,
tocca a me. Casey…» iniziò Dale, e le
chiese di risolvere un’equazione
praticamente impossibile.
«Ehi,
ma
così non vale!» protestò la ragazza.
«Ci
ho
provato…» disse lui, ridacchiando e prendendo un
sorso di birra.
«Voglio
fare la mia domanda a Casey, visto che quest’ultima non era
valida…» sussurrò
Rebecca.
«Beh…
chi è migliore a letto, Cappie… o Evan,
eh?» le domandò.
Casey
rimase spiazzata. Prese un sorso di birra, sentendosi lo sguardo
opprimente
addosso dei due ragazzi che avevano avuto un ruolo molto importante
nella sua
vita.
«Dai,
rispondi… o dovrai darmi un bacio!»
continuò Rebecca.
«E
va
bene…» disse la bionda. “Ora
sono con
Cappie…devo dare la risposta giusta…anche
se… no, no. Non posso mettere in
pericolo la mia relazione.”
«Cappie.»
rispose infine, con una nota di esitazione nella voce che,
però, sembrò non
essere notata da nessuno. Con la coda dell’occhio vide Cappie
sfoggiare un
sorriso soddisfatto, ma Evan, che era davanti a lei, aveva
immediatamente
distolto lo sguardo, bevendo distrattamente della birra.
Il
gioco
continuò ancora e Ashleigh tornò più
volte con altre bottiglie di alcolici.
«Questa
volta…voglio fare la mia domanda a Casey.»
esclamò Evan leggermente brillo,
dopo aver chiesto qualcosa a tutti, tranne che a lei.
Lei
lo
guardò… sapeva che sarebbe stato inevitabile. Si
preparò a rispondere, mentre
sei persone spostavano lo sguardo dall’uno
all’altra.
«Casey…quando
eravamo ancora delle matricole… chi ha fatto breccia per
primo nel tuo cuore?
Io…o Cappie?».
“Dannazione.” Pensò
Casey. “Perché questa
domanda, Evan? Perché?”
pensò, mordendosi il labbro.
«Beh…»
iniziò a dire, ma il resto della frase non le
uscì di bocca. Infine, si
puntellò sulle ginocchia e si protese per dargli un bacio.
L’ombra di un
sorriso apparve sul volto dell’ex presidente degli Omega Chi,
mentre quello
attuale dei Kappa Tau distoglieva lo sguardo disgustato.
Ma
quel
bacio durò più del dovuto.
«Bene,
ragazzi, il gioco è finito.» annunciarono Rebecca
e Ashleigh.
Quando
Evan e Casey si staccarono, le loro guance erano tinte di un pallido
rosa.
«No
dai…a
chi tocca?» protestò Calvin.
Rusty
si
schiarì la voce.
«Ashleigh…stai
con quel professore perché ti piace? Oppure
c’è qualcun altro che, insomma… qualcun
altro a cui sei interessata?» bofonchiò il giovane
Cartwright.
«E’
piuttosto ovvio!» disse Rebecca, animandosi, ma Ash la
interruppe.
«Bacio.»
disse, e si protese per dargli un bacio sotto lo sguardo sorpreso dei
loro
amici, all’infuori di quello di Calvin, che era raggiante.
«Allora…eri
tu.» sussurrò Rusty.
«Evan.»
esclamò la presidentessa delle ZBZ, notando che il suo
ragazzo, di tanto in
tanto, scambiava occhiate con Casey.
«Chi
ami
di più? Me, la giurisprudenza… o
Casey?» domandò, fissandolo dritto negli occhi.
Gli
ex
presidenti degli Omega Chi e delle Zeta Beta rimasero sconcertati.
«Te.»
disse lui, evitando di sostenere il suo sguardo.
«E
allora perché non facciamo più sesso?»
sbottò Rebecca.
«Oooh.»
fecero in coro Dale, Ashleigh e Rusty.
Evan
si
alzò, urtando una bottiglia di birra e rovesciando la
bevanda sul pavimento. «Sono
stanco di questo gioco idiota.»
Casey
si
morse il labbro e lo seguì fuori.
Si
strinse nella giacca e gli poggiò una mano coperta da un
pesante guanto sulla
spalla.
Evan
si
girò e la guardò negli occhi.
«Perché
non
torni dentro?» le domandò.
«Perché
non
torniamo insieme?» chiese lei. Quando vide, però,
il suo sguardo illuminarsi,
capì di aver usato le parole sbagliate e di essere stata
fraintesa.
«Intendevo
dentro.» mormorò, ma fu troppo tardi.
Assaporò le sue labbra per la seconda
volta, quella sera.
«No,
Evan… non posso.» si oppose lei, abbassando lo
sguardo.
«Se
non
ci fossimo mai lasciati, Casey? Se…ora fossimo ancora
insieme?» .
«Evan…»
iniziò a dire lei, voltandosi. Incontrò lo
sguardo di Rebecca che li fissava
gelida dall’altra parte del vetro.
«Torno
dentro.» gli sussurrò, rabbrividendo in seguito ad
una folata di vento. Evan si
girò per guardarla e in quel momento notò anche
lui Rebecca.
«Casey…ti
prego. Riproviamoci.» disse il ragazzo, ma la sua voce
uscì come un lamento.
«Sei
solo…ubriaco.
Torna da Rebecca, dai. Domani mattina sarà tutto
passato.» disse lei, tenendo
lo sguardo basso e mordendosi un labbro, nervosa.
Quando
rientrarono, Rebecca trascinò Evan in un angolo.
«Mi
hai
detto di fidarmi.» disse, «Mi hai detto che potevo
esserlo felice…e che lo
saremmo stati insieme. Ma ogni volta che ci provo…ti
allontani da me.».
Il
ragazzo guardò altrove, lievemente sollevato dal fatto che
lei non avesse
assistito al suo bacio con Casey.
«Voglio
sapere che ci sei per me…».
«Sai,
forse…ora amo la giurisprudenza un po’
più di te. Almeno non fa la bisognosa d’affetto
come te…».
Rebecca
rimase a bocca aperta, poi prese un boccale di birra dal bancone e si
allontanò.
Evan
scambiò un ultimo sguardo con Casey, poi riaprì
la porta del locale e uscì
fuori, nella gelida notte.
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