Lost
in the Sky.
Zacky aveva sempre voluto un amore normale.
Certo, a volte tendeva a nascondere quel suo stupido pensiero, quel
pensiero da femminuccia.
Lo nascondeva sotto tonnellate e tonnellate di altri pensieri, di cose
da fare e cose da progettare, lo nascondeva in un posto nascosto tra il
futuro che sognava e il presente che aveva: un amore normale, trovare
una ragazza dolce e sorridente disposta ad amarlo fino alla fine della
sua vita, magari comprare una casa insieme, o avere uno o due bambini.
Era questo ciò che voleva: una famiglia, un amore normale.
Peccato che la realtà è sempre diversa da
ciò che vorremmo, e bisogna sempre essere pronti ad
adattarsi, perché vivere nei sogni non è come
vivere davvero.
*
Il mare d'inverno aveva sempre qualcosa in più rispetto a
quello estivo. C'era quel silenzio dolce e leggero, spezzato
regolarmente dalla risacca marina, dal rumore dolce e familiare delle
onde che si infrangono contro la sabbia pallida della spiaggia.
Sembrava quasi abbandonata, e tutt'intorno aleggiava quell'aria di
dolce malinconia e d'attesa, come se ogni singola molecola di quei
luoghi fosse sopita in attesa di una nuova estate.
Zacky soffiò una nuvola di fumo contro il cielo grigio, i
piedi nudi avvolti quasi completamente dalla sabbia pallida e bagnata
di quella spiaggia silenziosa e dormiente. Guardò il cielo
grigio diventare sempre più cupo a mano a mano che
scorrevano i secondi: stava per scendere la notte, ma Zack non aveva
intenzione di muoversi di lì. Stava così bene
là, nascosto tra le dune di sabbia nate grazie al vento, ad
ascoltare un mare pieno di vita e una spiaggia assopita, fumando in
santa pace. Da solo.
Era sempre così: Zacky stava meglio da solo, era sempre
stato meglio da solo. La solitudine era il suo ambiente naturale, aveva
sempre bisogno di un momento solo per sé, un momento rubato
silenziosamente alla sua vita frenetica e così piena di
persone che a malapena riusciva a sopportare.
Il ragazzo sospirò, lasciandosi cadere sulla sabbia.
Fissò il cielo, in silenzio. Aveva assunto un azzurro
più cupo e tetro, un azzurro che a Zacky piaceva molto; le
prime stelle cominciavano ad affacciarsi timide e nel contempo
sfacciate sulla volta celeste: ben presto si sarebbero moltiplicate a
vista d'occhio, e il cielo sarebbe diventato un ammasso di puntini
bianchi, freddi e silenziosi come diamanti. Erano fatte per essere guardate, le
stelle. Nate solo per
essere guardate. Chissà se si sentivano sole. Magari si
sentivano sole, abbandonate. Magari urlavano nei loro silenzi eterni.
Magari erano come lui,
chissà.
"Ma che cazzo sto
pensando?" il moro scosse la testa, socchiudendo gli occhi.
- Tu hai la mania di rubarmi sempre
il posto, Zacky - esclamò una voce, lì vicino, e
Zacky scattò come una molla, mettendosi seduto.
Incrociò subito lo sguardo di Brian, e il suo cuore perse un
battito. Erano così... suoi.
Erano gli occhi di Brian, e Zacky avrebbe potuto riconoscerli tra mille
altri, perché sapevano di Brian, sapevano di casa. Sapevano di lui, e Zacky li
amava. Così come amava lui... forse.
Tutte quelle emozioni lo confondevano, distruggevano quelle pallide
certezze che era riuscito a crearsi con l'andare avanti negli anni.
Bastava un solo sguardo per demolire tutte le sue certezze, e un
sorriso appena accennato per polverizzarle e farle volare via. Zacky
non era più sicuro di niente ormai: sapeva soltanto che
Brian era l'unica persona che avrebbe voluto sempre accanto, lui e solo
lui. Per Brian avrebbe rinunciato anche ai suoi momenti di solitudine,
perché stare con lui era tutto ciò che
desiderava.
Brian scosse la testa, sistemandosi accanto a Zacky, sulla sabbia. Si
sdraiò, e Zacky lo seguì a ruota, ed entrambi si
misero a guardare le stelle. Si moltiplicavano a vista d'occhio,
sbucavano fuori dal nulla di quel cielo nero come l'inchiostro.
- Ci sono un casino di stelle stanotte, eh? -
- Già - mormorò Zacky, prendendo un bel respiro.
I suoi polmoni vennero inondati dal profumo di Brian, e fu come
respirare una specie di droga potente in grado di sconvolgerti
totalmente il cervello e lo stomaco.
- Sai qual'è la cosa bella del cielo? - affermò
Zacky, senza pensarci molto - Se lo fissi abbastanza a lungo da
perderti, puoi essere ovunque tu voglia -
- E questa da dove viene fuori? - esclamò Brian, con un tono
di voce vagamente sconvolto.
- Vaffanculo, Gates
-
Brian scoppiò a ridere.
- Stavo scherzando, idiota! Comunque è un bel pensiero -
- E' un pensiero coglione - sbuffò Zacky.
- Tu dove sei quando ti perdi nel cielo? - cambiò subito
discorso Brian, con fare curioso.
Zacky sospirò, socchiudendo gli occhi.
"Ovunque sei tu, idiota.
Sono sempre con te, è l'unico posto dove voglio stare. Bella
merda, eh?" pensò, scuotendo lievemente la
testa.
- Sono esattamente qui - "con
te"
- Be', è un bel posto dove perdersi -
- Già -
Zittirono entrambi per quelle che sembrarono ore.
Zacky avrebbe solo voluto un amore normale,
una ragazza da sposare e con cui fare dei figli. Qualcosa di
assolutamente normale, niente di troppo complesso o strano... e invece
era tutto
complicato, diverso e strano. Tutto
quanto. Perché amare Brian era complicato,
diverso, strano e pure doloroso.
Perché Brian era uno dei suoi migliori amici, e tra migliori
amici quei sentimenti del cazzo non dovevano esistere.
Ma forse gli amori normali non esistevano. Forse - forse - gli amori
che meritavano di esistere erano quelli complicati, diversi, strani e
dolorosi. Forse quelli erano gli unici che potevano durare per sempre.
Già, forse.
La sua vita era un cazzo di punto interrogativo. Di certezze neanche a
parlarne: Brian le avrebbe distrutte tutte. Aveva la
mania di distruggere tutto quello che Zacky sapeva su di sé
e sul mondo, e lo faceva quasi senza accorgersene.
Zacky scosse la testa e si alzò in piedi, per poi voltarsi
verso Brian.
- A casa mi aspettano - affermò - Mamma ha cucinato
chissà cosa con il forno nuovo e ha detto che se tardo
ancora per la cena mi uccide -
Brian ridacchiò.
- E' una tipa in gamba, tua mamma -
- Abbastanza - rispose lui, scrollando le spalle con noncuranza.
- Allora a domani, le prove le facciamo da Matt -
- Okay, a domani -
Zacky salutò Brian con un sorriso, e scivolò
semplicemente via, arrancando su per le dune di sabbia, mentre Brian lo
osservava in silenzio.
"Sai dove sono io, Zack?
Sono ovunque tu sia. Ma lo sanno tutti che se una persona diventa il
tuo luogo, l'unica cosa che puoi fare è stare male. Bella
merda, eh?"
Brian sospirò, lasciandosi semplicemente cadere ancora sulla
sabbia pallida di quella spiaggia addormentata.
Guardò il cielo. Si perse in esso, e immaginò di
essere con Zacky.
E l'unica cosa che
voleva in quel preciso momento era rimanere disperso per il resto della
sua vita.
Angolo di _Cris
Ma ciau bella gente!
*schiva pomodori, sedie
e cornamuse*
Lo so, lo so: non posso
imbrattare continuamente il fandom con queste cose che mi ostino ancora
a chiamare Synacky, e avete tutte le ragioni di lanciarmi pomodori,
sedie, cornamuse e anche scalandrini se volete, ma io devo pubblicare,
perché mi mancate <3
Sì, sono pure
leccaculo, okay? okay.
Cooomunque, questa shot
non ha senso, e non so se avrà un seguito o se semplicemente
la lascerò così... chi lo sa, sono un punto
interrogativo formato deluxe ormai (?)
Vedremo, è
tutto work in progress ormai.
Non credo che meriti una
recensione. E manco qualche visualizzazione. A dire il vero questa cosa
non merita neanche di esistere.
Ringrazio come al solito
Saya, Lia, Charlie, Maria e Giulia per il
supporto e il sostegno morale e psicologico, e presto o tardi avrete
bisogno di uno psicoterapeuta a causa mia, andrete fuori di testa (?)
Mi eclisso!
Un bacione enorme,
_Cris
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