1. Il biscotto della fortuna
La scritta
indicata sulla radio-sveglia di Rei non lasciava dubbi: erano già le 5.47 del
mattino e di Kei Hiwatari ancora nessuna notizia. Era sparito ormai da giorni,
il solito comportamento, dopo aver nuovamente litigato con Takao. Quella notte
avevano fatto i turni e Max era appena andato a dormire. Anche Rei era
piuttosto stanco, ma mai quanto preoccupato per il suo amico.
Solo dopo le 6
riuscì a sentire chiaramente il rombo di una moto vicino a casa Kinomija…non
poteva essere che lui! Rei corse a balzi verso la porta spalancandola con tutta
la forza che aveva in corpo…Kei si stava tranquillamente sfilando il casco dopo
aver posteggiato la moto nera nel vialetto della casa di Takao.
-era
ora che ti decidessi a tornare! Si può sapere dove sei stato?- tentò di non
urlare il cinese
-non
sono affari tuoi!- rispose freddo il russo passandogli accanto come se niente
fosse
-aspetta,
non crederai che abbiamo finito qui?!-lo trattenne Rei. Allora il russo,
scocciato, si limitò a lanciargli un’occhiata a dir poco glaciale da che Rei
comprese che sarebbe stato meglio per lui se non avesse insistito oltre.
Trattenendo la rabbia lasciò andare l’amico che si chiuse in una stanza senza
dire parola.
Già,
Kei era molto cambiato in quegli ultimi anni! Ormai non pareva considerarli
come suoi compagni di squadra, era freddo e distaccato, molto peggio di quando
era a capo degli Shell Killer…e i continui rimproveri di Takao non facevano che
peggiorare la situazione. Sarebbe stato bello tornare ad essere una squadra
unita…come ai vecchi tempi…
-Rei…ancora
in piedi?- chiese Hilary svegliata dal frastuono. E se…
-Buon
giorno ragazzi!- mugugnò Max strofinandosi gli occhi ancora assonnati. La
stanchezza dell’americano dovette scomparire subito poiché alle sue spalle
comparve ben presto Takao che, prendendo l’amico alla sprovvista, lo spaventò
facendogli fare un balzo felino. Sedutisi poi a tavola, dopo aver cominciato a
mangiare, il discorso venne introdotto da Nonno Jay:
-questa
mattina presto ho sentito arrivare una moto, Kei è forse tornato?-
-si,
ma non sono riuscito a parlargli…- rispose Rei al che Takao sbatté
violentemente una tazza sulla tavola:
-non
è giusto che si comporti così nei nostri confronti!- mancò poco che urlò
-takao,
forse te la prendi troppo! Sai com’è fatto…-
-no
Max, non possiamo continuare così, deve adattarsi alle nostre regole!-
-calmati
takao, io sono d’accordo con Max, non dimenticare che è appena tornato da un
viaggio…-
-è
proprio questo il fatto Rei! Non possiamo continuare in questo modo, non può!
Non sappiamo cosa faccia, dove vada. Io mi sono proprio stufato!- urlò infine
mettendo a zittire tutti, tutti tranne lo stesso Kei che proprio in quel
momento era entrato in sala da pranzo.
-quello
che faccio e dove vado non sono affari tuoi!- rispose brusco dirigendosi poi in
corridoio, prendendo la giacca e dirigendosi nel vialetto dove aveva lasciato
la moto. Ma prima di uscire, voltandosi verso i suoi compagni, rivolse loro una
frase:
-non
dovete più preoccuparvi per me, me ne vado…-e senza concludere la frase sbatté
la porta dietro di se.
-vattene
pure, tanto tornerai da noi presto!- gli rispose urlando Takao.
“speriamo
che Hilary sia pronta…e che tutto vada a buon fine!” si ritrovò a pensare Rei
preoccupato.
Svoltato
a sinistra, dopo l’ultimo incrocio, si ritrovò a percorrere un viale quasi
deserto. Quasi perché davanti a se, in mezzo alla strada, trovò presto Hilary
che lo fissava immobile. Vedendolo arrivare a velocità sostenuta gli fece cenno
di fermarsi ma…perché avrebbe dovuto?
Avrebbe
tranquillamente potuto continuare per la sua strada…invece frenò e si accostò
assieme a lei sul ciglio della strada, senza però sfilarsi il casco né spegnere
la moto.
-che
vuoi?-
-non
usare quel tono con me!- rispose prontamente la ragazza al che il russo fece
per ripartire, ma accortasi di questo Hilary lo trattenne per un braccio:
-Kei,
il presidente vuole vedervi…-
-lasciami
in pace Hilary, ormai non ho più niente a che vedere con vuoi…-
-come
sarebbe a dire? Sei il campione del mondo e come tale hai delle
responsabilità…-
-…voi
non potete capire…- e a quelle parole quasi sussurrate, Hilary si trovò davanti
ad un attimo d’esitazione ma poi, fortunatamente, si riprese:
-eddai,
almeno questa volta!- una sola volta ancora…e perché no? Dopotutto non li aveva
ancora salutati e nonostante tutto voleva bene a quei ragazzi.
-dove?-
Hilary s’illuminò visibilmente:
-al
ristorante cinese sulla 24esima. Dove ci ha portati Rei l’ultima volta…ma tu
non c’eri!- s’incupì la brunetta. Kei diede gas alla moto dicendo che sarebbe
arrivato tardi e poco dopo era sparito alla vista.
“speriamo
solo che il piano di Rei vada a buon fine!” pensò e sperò la ragazza
preparandosi poi a raggiungere il locale.
-Andiamo
Rei, perché devo venire anch’io?-sbuffò Takao proprio mentre nonno Jay svoltava
l’ultimo angolo che li separava dal ristorante.
-perché
andiamo in QUEL ristorante cinese!- e fu a quelle parole che Takao parve
svegliarsi del tutto, spalancando gli occhi, non certo abbastanza da
raggiungere l’estensione delle sue mandibole.
-non
mi stai prendendo in giro? Andiamo veramente in QUEL ristorante?-
-te
l’ho detto: si!-
-EVVIVA!!!!-
si mise a urlate il giapponese saltellando allegramente sul sedile. Max rideva
allegramente anche perché era stato proprio Rei ad architettare quel grandioso
piano e quindi non c’era nulla da temere!
Arrivati
a destinazione Takao si fiondò letteralmente al tavolo dove, sorridente come
sempre, li attendeva il presidente Dai-tenji ancora intento a sfogliare il menù
del ristorante.
Mangiarono
a sazietà, a spese della BBA ovviamente, ma c’era qualcosa che non andava:
dov’era Kei?
-hei
Hilary, sei sicura che verrà?- chiese Max che aveva fatto cadere di proposito
il tovagliolo cosicché anche la brunetta si piegasse e ascoltasse.
-mi
ha detto di si, che sarebbe arrivato tardi ma che sarebbe venuto!-
-speriamo
che si muova, qui stiamo finendo!- concluse Max. allora Takao s’alzò in piedi
dicendo:
-ragazzi
che mangiata, ora possiamo andarcene!-
-NO!!!-
sobbalzarono tutti, tranne il presidente che probabilmente si era dimenticato
del perché era lì!
Per
farle breve ordinarono altri 6 tipi di dessert finché il rumore della tanto
attesa moto li raggiunse. Pochi istanti dopo anche Kei Hiwatari fece il suo
ingresso nel locale. Con noncuranza si sedette accanto a Rei e al presidente,
ignorando lo sguardo dei suoi compagni. Takao lo ignorò a sua volta e poco dopo
Kei aveva rimandato in cucina la cameriera senza ordinare nulla.
-hai
già mangiato?- certo che quando Max s’impicciava nei suoi affari era veramente odioso.
-non
sono affari tuoi!- rispose il bel russo.
-non
sono affari tuoi…- lo imitò malamente Takao per poi proseguire -scusa tento se
ci preoccupiamo per te!-
-non
mi pare d’avervelo chiesto!- fu la secca risposta del russo al che takao perse
la calma e cominciò a litigare animatamente con l’amico, che impassibile come
sempre, lo fronteggiava a testa alta. Alla fine, come al solito, vinse il
russo.
Quanto
quell’ennesima sconfitta bruciasse al capitano lo si poteva dedurre dalla sua
camminata nervosa verso i bagni. Poco dopo anche il russo si diresse verso il
bagno, notando che qualcosa sul suo braccio avrebbe potuto create non poco
scalpore tra i suoi compagni di squadra.
La
scena vista dagli occhi del resto del gruppo era la seguente: Takao e Kei
s’incontravano davanti alla porta del bagno, cominciavano a litigare nuovamente
e la madre di Mao li raggiungeva con un vassoio porgendo loro due biscotti
della fortuna. Ovviamente entrambe li avevano presi solo per far tacere la
donna che continuava a blaterale parole insensate in cinese. Poco dopo li
raggiunse takao che aveva precedentemente messo in tasca il foglietto trovato
nel biscotto della fortuna.
-andiamocene!-
-aspetta
Takao, il presidente deve parlarci!- lo trattenne in extremis Rei proprio
mentre Kei li raggiungeva, prendeva la sua giacca, li salutava e spariva
nuovamente nel nulla.
Il
piano di rei era così fallito…ma quello della madre di Mao no!
Quella
mattina era rincasato piuttosto tardi ma nonostante questo avrebbe dovuto
alzarsi piuttosto presto. S’era addormentato con i vestiti addosso, senza
salutare nessuno, anche perché dormivano tutti.
Stranamente
quella notte non sognò affatto e si sentì rassicurato, quella doveva essere la
prima dopo molte notti che riusciva a riposare. Nonostante la stanchezza non
oppose resistenza quando i primi raggi del sole lo destarono dal suo sonno.
Dovevano essere le 6 del mattino quando Kei Hiwatari aprì i suoi bellissimi
occhi ritrovandosi in una stanza che non era la sua. In una casa che conosceva,
in una stanza piena di gente…
-ma
che diamine…- presto si diresse verso il bagno sciacquandosi più volte la
faccia per poi guardarsi allo specchio e…
-…non…non
è possibile!- la persona riflessa nello specchio non era lui…!