Basata sul prompt di
mapi_littleowl per la Notte Bianca, Tony Stark(/)Robert Downey Jr.,
"L'armatura sarebbe molto
più figa se fosse viola!". Non ho letto questa bellezza in
tempo per la Notte Bianca, ma non potevo lasciarmela scappare. XD
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Issues
and
coffee
Stan doveva aver bevuto troppo caffè. Oppure disegnato troppo. O
forse entrambe le cose.
Si tolse gli occhiali, prese un panno nel cassetto della scrivania
e li ripulì con grande flemma, osservando i due visitatori. Erano
molto simili, eccezion fatta per le magliette – una degli AC/DC,
l’altra dei Metallica –, gli occhiali – l’orribile paio
leopardato dalle lenti viola e un più sobrio modello sportivo, rosso
cremisi – e la barba – assente su uno, acconciata in un pizzetto
irriverente sull’altro.
Accavallarono entrambi le gambe e abbandonarono pigramente un
braccio sul bracciolo della sedia, e la somiglianza era tanto
sorprendente da risultare inquietante. Quando aveva preteso un attore
convincente, non si aspettava che trovassero un sosia.
«Dunque, se ho capito bene,» esordì con estrema calma «siete
qui per lamentarvi, non è così?»
«Beh, sì» commentarono all’unisono, per poi scambiarsi un
mezzo sorriso complice. Fu Robert a proseguire in tono conciliante,
mentre il suo compagno intrecciava le dita su un ginocchio: «Con
tutto il rispetto, il fumetto è fantastico e il film, wow, adoro il
film, ma riflettendo siamo giunti alla conclusione che l’armatura
sarebbe molto più figa se fosse viola!»
Tony annuì solennemente, quasi stessero trattando la salvezza
dell’umanità. «Si intonerebbe ai suoi occhiali». Indicò le
terribili lenti prugna. «Amo i suoi occhiali» aggiunse, come se
fosse una ragione più che sufficiente per accogliere il loro
suggerimento.
«Viola?» Non riusciva a credere che stesse succedendo davvero.
Avrebbe dovuto fare l’insegnante, come voleva suo padre. Fece una
pausa, finse di considerare la proposta, si sforzò di essere
ragionevole. «Non saprei. Ormai i fans sono abituati al rosso, una
modifica così improvvisa farebbe calare le vendite…»
Robert arricciò le labbra, dubbioso, ma Tony inclinò il capo di
lato e replicò: «E se dicessi che io stesso ho approvato la
decisione? I fans capirebbero. Mi amano». Strinse la spalla
dell’attore con fare cameratesco. «Ci amano».
Stan si massaggiò la pelle tra le sopracciglia con indice e
pollice. «Ragazzi, se fosse per me vi accontenterei, ma, vedete, non
sono l’unico a lavorare sulle testate di Iron Man.
Dovrò
parlarne con gli altri alla prossima riunione».
Sorrisero quasi in contemporanea e fecero
incontrare le
nocche chiuse a pugno, strizzandosi l’occhio a vicenda.
Stan dovette imporsi di reprimere un sospiro di sollievo quando si
alzarono in piedi. «Fantastico» approvò Tony, il braccio teso, le
labbra atteggiate a un sorriso complice. «Sapevamo che avrebbe
capito, Stan».
Anche Robert volle scambiare una stretta di mano con lui, poi
attore e originale si passarono le braccia intorno alla vita e si
diressero alla porta, chiacchierando entusiasti.
Stan sprofondò nella poltrona e inforcò gli occhiali puliti.
Aveva bisogno di un altro caffè, una matita, della china, un
foglio di carta e il portatile.
«Ehi, io vado in camera di Tom».
«Sei consapevole di avere sedici anni più di lui?»
«Sei consapevole che Loki ha millenni più di te?»
La porta si chiuse alle loro spalle abbastanza lentamente da
permettergli di ascoltare la loro conversazione. Troppo lentamente.
Aveva bisogno di due caffè, forse tre.
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