Capitolo
1.
-Monotonia.-
...Mia alzai lentamente dal letto, aprii il computer e guardai
facebook. Risposi acidamente a mia madre che predicava e pensai
-È quasi finita. Sta per cominciare la scuola. È
quasi finita.-
Era il mio primo anno al liceo, ma ero molto positivo sulla scuola.
Qualcosa deve pure
andare bene in questa schifosa vita, no? Andai in cucina,
mangiucchiai qualcosa e pensai che un'altra cosa che andava bene era il
mio corpo. Ero piattissimo, e non che mangiassi poco. I miei parenti
solevano dire, in uno sprint di umorismo squallido, che vivevo di
nutella e sputo.
Praticamente mi adoravo. Alto, capelli rossi, piatto come una
scatola di cereali. Non era molto bello da dire, ma poteva andare.
Andai in bagno e mi lavai il viso. Quella tanto profetizzata nutella mi
stava riempiendo di brufoli. Dissi a mia madre che non avrei pranzato,
mi vestii e scesi giù in strada.
Forse era un po' troppo assolato per la mia carnagione chiarissima, ma
al momento stavo pensando a quanto ero pessimo con i pantaloni lunghi
in pieno agosto. Non avevo nulla da fare, "giù in strada" ma
comunque iniziai a camminare nel solito paesino afoso e deserto.
Non volevo pensare, mi limitavo ad osservare quel limitato universo e
mi impegnavo per farlo sembrare qualcosa di nuovo. Volevo arrivare al
parco. Non abitavo molto lontano, ma il sole cocente dilatava il tempo
e lo spazio.
Finalmente vidi i pini ombrosi che circondavano il parco. Misi piede
sull cemento arancione e arroventato e mi sedetti sulla prima panchina
all'ombra. Io e il sole non siamo mai stati buoni amici.
Questa vita, questa
adolescenza, questo paese, non facevano altro che farmi capire quanto
immensamente fossi solo.
Chiusi gli occhi e assaporai il rumore del mio paese. Non potevo uscirne.
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