Profumi

di Shainareth
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PROFUMI



«Sai», iniziò, prendendo coraggio e fissandola di sottecchi mentre l'accompagnava verso l'uscita del villaggio, «hai uno strano odore.»
   Lei si volse immediatamente nella sua direzione, occhi sgranati: aveva appena fatto un bagno, come poteva, quel villano, affermare che puzzasse?! Restrinse le palpebre in due fessure sinistre e, incuriosito dalla sua espressione, Shikamaru sollevò un sopracciglio, scrutandola meglio.
   «Abbiamo il naso fino, vedo.»
   Fece spallucce, le mani nelle tasche dei calzoni. «Frequentando certe donne, devi fartelo per forza.»
   Temari inspirò a pieni polmoni, preferendo tornare a fissare avanti a sé piuttosto che dargli a intendere che quelle parole l'avevano irrimediabilmente offesa. La fanciulla non era vanitosa come la maggior parte delle altre, ma darle della sciatta era decisamente troppo.
   «Bene», sillabò in tono deciso, facendogli capire di voler chiudere lì la questione.
   Shikamaru però non era un fesso: gli esempi di sua madre, di Ino e delle altre ninja del villaggio erano molto istruttivi. Quando una donna diceva bene, in verità intendeva l’esatto opposto. Provando un raccapricciante brivido percorrergli la schiena, cominciò a fare una veloce analisi dell'ultimo scambio di battute e arrivò alla conclusione che quella sciocca che gli camminava accanto, ora con passo celere e imperioso, avesse frainteso ciò che, in realtà, voleva essere un complimento. Forse contorto, ma pur sempre un complimento.
   Umettandosi le labbra, la fissò di sottecchi e non poté far a meno di sorridere intenerito davanti alla sua espressione: pur essendo forte, Temari era e rimaneva una ragazza come tante altre.
   «Ino e Sakura, per esempio», riprese allora a parlare Shikamaru, fingendo che ella non avesse mai pronunciato alcuna - minacciosa - parola, «quando non sono in missione si ricoprono di profumi, tanto che a furia di sentirle chiacchierare di frivolezze, vuoi o no, qualcosa la impari. Se poi i profumi si mescolano fra loro, è tutt'altro che gradevole restare al loro fianco.»
   «Nessuno ti obbliga a farlo, allora», fu il caustico commento che ricevette. Non poté fare a meno di mordersi il labbro per non ridere e, ancora, scrutò i lineamenti del viso della ninja: adesso erano più distesi, benché appena corrucciati.
   «Tu hai un odore delicato», fu l'affondo che il giovane diede al suo povero cuore, tanto che subito Temari perse il ritmo della propria andatura e ridimensionò il passo, rendendolo più lieve. Se non fosse stato per gli scherzi della luce dell'alba, Shikamaru avrebbe potuto giurare di scorgere una sfumatura più scura sulle sue guance. Avrebbe dovuto aggiungere che preferiva la sua compagnia a quella delle altre? Sarebbe stato crudele. Tanto più che sarebbe anche stata una seccatura dover escogitare all'istante un modo per non far trapelare troppo la verità che, comunque, avevano già intuito entrambi. Decise di aspettare, dunque, così che, in futuro, sarebbero forse stati pronti ad affrontare l'argomento con maggior prontezza di spirito.
   «Salvataggio in extremis», scherzò Temari, tornando padrona di sé.
   «Lo so», ammise l'altro, sconfitto, chinando il capo e lasciandosi andare a una mesta risata mentre anche lei curvava le labbra e lo guardava divertita.












Dedicata a V a l y che mi ha fornito il prompt.
Shainareth









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