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al 500
themes-ita con 359. Rifugio
Buon
compleanno, Rò!
The
dusty bookshelf on your left
Le
biblioteche erano sempre state il rifugio di Alec.
Nel
corso degli anni aveva litigato con Jace, alcune volte. Il suo
parabatai si era puntualmente rinchiuso in palestra o
nell’armeria, mentre Alec aveva trovato conforto tra gli
scaffali polverosi pieni di antichi tomi e trattati.
Ora
voleva allontanarsi da tutto.
Dal
mondo dei Nephilim e dei Nascosti, dalla visione terrificante del
sorriso giulivo di Maureen macchiato di sangue. Da Magnus, e da tutti i
dubbi e le paure che lo attanagliavano.
Ti
amo. Non che questo abbia importanza.
Le
parole di Magnus gli rimbombarono nella testa, colpendolo come tante
schegge di vetro.
Quasi
per errore alzò lo sguardo dal marciapiede su cui stava
camminando, e alla sua sinistra vide una biblioteca mondana. Un posto
dove tutto il suo mondo sarebbe stato solo il parto di una mente
più creativa di un’altra.
Entrò
con circospezione, ma già l’aria fresca e odorosa
di carta vecchia ed inchiostro gli diede il benvenuto. Si
sentì sollevato, come se un lontano amico lo avesse appena
abbracciato.
La
biblioteca era piccola ma intasata di libri ad ogni angolo, tutti
sistemati ordinatamente su librerie di legno scuro e consumato. In
fondo riusciva ad intravedere i tavoli e le sedie per chi volesse
consultare i volumi, ma non c’era nessuno seduto. Non si
sarebbe nemmeno accorto della bibliotecaria, nascosta alla scrivania
dietro un computer, se questa non avesse sobbalzato appena.
Era
una ragazza alta, forse quanto Isabelle, con una massa di capelli neri
e ricci, e occhi castani che lo osservavano con attenzione dietro gli
occhiali rettangolari.
«Buonasera.»
salutò a bassa voce.
La
ragazza arrossì e abbandonò per un momento il
libro sulla scrivania. Giustamente, una bibliotecaria ammazzava il
tempo leggendo.
«Buonasera.»
rispose. Aveva una voce leggera come quella di una bambina.
«Do
un’occhiata in giro.» sussurrò Alec,
indicando con un cenno gli scaffali.
Si
sentiva un po’ idiota. La bibliotecaria lo fissava con gli
occhi sgranati, e annuì concitata. Alec si sentì
per un altro po’ i suoi occhi addosso mentre si guardava
intorno, cercando di capire come fossero disposti i libri.
Riuscì
a trovare quasi immediatamente il reparto dedicato ai classici.
Passò le dita lunghe sulla costa dei Fiori del Male, ma lo
scartò immediatamente. Troppe ombre, troppo dolore con cui
sentirsi partecipi.
Scrutò
accigliato tra gli scaffali. Conosceva quasi la totalità di
quei libri, e per un motivo o per l’altro nessuno faceva al
caso suo. Iniziava a sentire il bisogno di fuga farsi impellente, tanto
da dargli prurito alle braccia.
«Ehm…
per me stai guardando nella sezione sbagliata.» una voce
titubante gli arrivò alle spalle.
Alec
sobbalzò. Era così immerso nei suoi pensieri da
non essersi accorto che la bibliotecaria l’aveva raggiunto.
Non
ricevendo risposta, la ragazza si ripeté.
«Dicevo…
che stai guardando nella sezione sbagliata.»
squittì, imbarazzata.
Il
giovane corrucciò le sopracciglia, confuso.
«No.
È qui che ci sono i classici.»
«Sì,
ma tu non stai cercando quel tipo di lettura.» si
spiegò lei. Le guance arrossate sulla carnagione pallida
risaltavano come semafori.
Alec
la guardò stralunato «È esattamente
quello che voglio leggere.»
La
bibliotecaria sembrò delusa.
«Ah,
capito. Mi era sembrato volessi più qualcosa per
distrarti.» si scusò, mortificata.
«Infatti.
È per questo che sto cercando un libro.» Alec
cercò di venirle incontro. Quella ragazza era bizzarra.
Lei
si riprese immediatamente «Allora stai guardando dalla parte
sbagliata. Vieni.»
Lo
condusse qualche scaffale più in là, dove si
trovava una sfilza di titoli per adolescenti.
Alec
scorse i libri e le copertine colorate disgustato.
«Io
non leggo quella roba.»
L’aveva
preso per una ragazzina idiota?
«E
fai male.» lo redarguì la bibliotecaria.
«Questi libri sono semplici. Leggeri. Abbuono un punto agli
autori per aver tentato seriamente di metterci qualche messaggio, da
qualche parte, ma per quanto ci abbiano provato, hanno fatto un fiasco
totale. Tre quarti di questi libri sono così scemi che non
li si può prendere sul serio. Per questo sono divertenti da
leggere.»
Guardò
l’espressione scettica di Alec.
«Sì,
okay, so che può sembrare una scempiaggine,
ma…»
«Quale
persona che ama i libri oserebbe consigliare della spazzatura al posto
di un classico?» non riuscì a trattenersi il
giovane.
La
bibliotecaria sembrò spegnersi e in una frazione di secondo
riaccendersi.
«Una
a cui piace che la gente legga, sempre e comunque. Ma
c’è un libro per ogni momento e ogni persona. In
questo momento non sei una persona a cui farebbe bene un classico.
Quelli servono per godere della letteratura, e perché alla
fine ti resti qualcosa. Tu hai la faccia di uno che ora ha
già troppo per la testa, non serve aggiungere altri
pensieri. No?»
Alec
era ancora incerto, e non riuscì a darle ragione, ma la
ragazza non demorse.
Afferrò
un libro con la copertina nera «Prendi questo: sai qual
è l’ambientazione principale?
Un’accademia di vampiri. Con tanto di suddivisioni in case, e
c’è il bello della scuola… insomma, la
versione trash e succhiasangue di Harry Potter.»
Alec
non menzionò il fatto che non sapesse chi fosse Harry Potter.
«Oppure…»
la bibliotecaria posò il libro di vampiri e ne prese un
altro «Qui ci sono dei viaggiatori del tempo. La cugina della
protagonista ha passato la vita ad addestrarsi per essere lei la
viaggiatrice, e invece – sorpresa! – una profezia
dice che l’incarico deve andare a lei.
Altrimenti…»
L’entusiasmo
della ragazza imbarazzò un po’ Alec, che tuttavia
non se la sentì di ignorarla. Prese un libro a caso, e si
ritrovò tra le mani un’edizione economica con una
cravatta stampata in copertina.
«E
questo?»
Lo
sguardo allarmato della bibliotecaria lo fece quasi ridere. Glielo
strappò praticamente di mano.
«Oh,
no. Questo non lo consiglierei neanche al più irreversibile
dei disperati. È buono solo per le casalinghe
sciatte.»
Guardò
Alec dalla testa ai piedi con un’espressione inquisitoria che
per un attimo lo raggelò.
«Decisamente
non è un libro che possa servirti.»
ribadì lei con un sorriso timido.
Il
giovane annuì, vagamente inquietato. Per non pensarci
lanciò l’ennesima occhiata dubbiosa ai libri ben
ordinati.
Ne
prese uno a caso.
«Questo?»
Capì
di aver sbagliato quando la ragazza lo guardò come fosse un
mostro strano.
«Non
l’hai letto?» domandò sconvolta.
«No.»
rispose con una certa vergogna. Era una cosa grave?
«E
non lo conosci nemmeno?»
Alec
negò con un cenno del capo.
La
bibliotecaria sembrò soppesare lui ed il libro che teneva in
mano.
«Oh.
Oh beh, sì, penso possa andare.» sorrise fiduciosa
«È sicuramente una lettura leggera. Qui e
là è addirittura carino. Vieni.»
Gli
mostrò una sedia vicino ad una finestra. Sul retro si
intravedeva un piccolissimo cortile.
«È
il giardino dei proprietari della biblioteca. Loro non ci sono mai, ma
è sempre tanto ben curato. È carino leggere
avendo qualcosa di così bello di fianco, no?»
Alec
annuì. La cortesia della ragazza lo spinse a sorriderle un
po’.
«Grazie.»
«Figurati.
Poi fammi sapere se il libro ti piace, altrimenti te ne cerco un
altro.»
«Okay.
Ah, come ti chiami?» non gli piaceva l’idea di
pensarla solo come “la bibliotecaria”. Era poco
gentile.
La
ragazza diventò rossissima in volto nel giro di un secondo.
«Ehm…
Ross.»
«Va
bene. Allora, io leggo.»
Ross
sorrise fiduciosa e tornò alla sua scrivania, lasciandolo
solo con il libro.
Alec
studiò con curiosità le mani bianche della
copertina che reggevano una mela, e cominciò.
“Non
avevo mai pensato seriamente alla mia morte, nonostante nei mesi
precedenti ne avessi avuta più di un'occasione, ma di sicuro
non l'avrei immaginata così.”
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Questa
cosa non ha, né vuole avere senso.
Questa
cosa è un regalo di compleanno per la piccola Rò,
e l'intenzione è unicamente quella di farla un po' ridere,
un po' spucciare
in giro.
Al
resto del mondo dico: godetevi un po' di sano Alec!trolling ♥
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