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Le Conseguenze di un Bacio
La porta della
palestra era chiusa e Payson sospirò frustrata. Il sole era
a
mala pena sorto, ma di solito a quell'ora le porte erano già
aperte. Diede un'occhiata alla roulotte di Sasha. Porta ben
chiusa, niente luci accese, non c'era nulla che indicasse che fosse
sveglio, ma sapeva che doveva parlargli prima prima che le cose
diventassero ancora più imbarazzanti di quanto lo fossero
state la notte precedente.
Prese
un
respiro profondo e scrollò le spalle. Sarebbe andata
lì, avrebbe
bussato alla porta e si sarebbe scusata per essere stata una completa e
totale
idiota. Si incamminò con
passi decisi, anche se tutto quello che voleva era fuggire via il
più velocemente possibile. Arrivata alla porta,
esitò,
guardando in basso verso la finta erba Astroturf che lui aveva messo a
coprire l'asfalto. Improvvisamente qualcosa le colpì la
testa,
con forza, facendola finire per terra sulla suddetta
Astroturf. Payson restò sdraiata alcuni secondi, con gli
occhi
serrati.
"Payson!"
la chiamò la voce preoccupata di Sasha. Sapeva che le era
vicino, inginocchiato lì, la preoccupazione dipinta
sul suo viso. Non si ricordava il suo incidente ai nazionali,
ma
immaginava che lui si fosse comportato così, e quando
aprì gli occhi, il panico nella sua espressione era
evidente.
"Payson, Cristo, puoi sentirmi? Stai bene?"
Payson gemette. "Sto bene." Lui piegò la bocca in una
smorfia
che diceva che non le credeva. "No, davvero, sto bene. Non mi hai
buttato a terra, " disse "sono inciampata in una piega del tuo
ehm...prato, quando sono caduta all'indietro." Si alzò,
portandosi una mano alla testa, ma indicando il pezzo spiegazzato
dell'Astroturf che aveva colpito con il piede. Sasha restò
fermo e
le offrì una mano, che lei ignorò, alzandosi in
piedi accanto a lui. Le parole non uscivano, ma pensò che
forse
sarebbe stata una buona idea sedersi. Si accomodò su una
delle
sue sedie da giardino e poi guardò verso di Sasha,
sorridendo
timidamente. "Buongiorno."
Lui fece una risatina, sedendosi sulla sedia di fronte alla sua, i suoi
occhi blu che brillavano divertiti. Payson lo fissò per un
momento;
quello era troppo. Sapeva perchè l'aveva baciato e aveva a
che
fare solo in minima parte con l'avere eseguito la sua routine. Era
fortemente attratta da lui. Chi non lo sarebbe stata? Il suo coach era
un uomo estremamente bello, il che, combinato con il suo accento e il
suo amore
condiviso per la ginnastica, lo rendeva esattamente il tipo di uomo con
cui si era sempre immaginata - in futuro, dopo aver vinto l'oro. Con la sua solita fortuna lui
era arrivato adesso,
molto prima del suo momento a Londra e in più era proprio il
suo allenatore, come se dieci anni di differenza non fossero
abbastanza per tenerli separati.
"Buongiorno, Payson." Non era una domanda, ma lei sapeva che era come
se stesse chiedendo, che
diavolo ci fai tu qui?
"Sono qui per scusarmi, per la scorsa notte," disse prima che potesse
perdere il coraggio, "non so come sia successo. Ero così
eccitata per essere riuscita a fare quei movimenti nel modo in cui
avevamo detto e tutto quanto è esploso e tu eri
lì. Non
intendevo baciarti." Scosse la testa, mentre Sasha la guardava con un
espressione indecifrabile. "Beh, ovviamente, lo volevo fare, ma io, io
so
quanto sia stato
incredibilmente stupido e completamente inappropriato. Insomma, tu sei
il mio coach e beh, tu sei così vecchio - " Adesso non era
indecifrabile, sembrava più che altro offeso,
"più vecchio di
me, intendo e beh, sai quello che voglio dire. Sono dispiaciuta e spero
che possiamo fingere che non sia mai successo." Finalmente smise di
parlare e alzò lo sguardo su di lui, dovendo strizzare gli
occhi
ora che il sole era gli sorto alle spalle.
Sasha le si avvicinò e per un momento non fu sicura se stava
per
riderle in faccia, o urlare, o -il respiro le si mozzò in
gola-
baciarla. Malgrado se stessa e tutte le parole che aveva appena detto,
la sola idea la elettrizzava. Lui si fermò prima di invadere
il
suo spazio personale e disse, "Credo che sia una buona idea."
Payson emise un respiro di sollievo e lui sorrise. "Ottimo,
perchè stavo pensando ad un entrata con la ribaltata per la
mia nuova routine alla trave. So che non si addice molto all'idea di
essere una ginnasta più artistica, ma non vedo un motivo per
cui
non dovrei farlo. So che posso decisamente riuscirci."
Sollevato non era nemmeno un inizio per descrivere come Sasha si
sentisse. Forse era stato ottuso, ma non aveva visto arrivare il bacio.
Magari da un'altra delle sue ginnaste: Kaylie, Lauren, persino Emily;
tutte e tre avevano problemi con la figura paterna e la loro maggiore
distrazione dalla ginnastica erano sempre stati i ragazzi, ma Payson
l'aveva totalmente scioccato. Un momento stavano festeggiando la
straordinaria riuscita del perfezionamento della sua routine al corpo
libero e il momento dopo aveva sentito le sue labbra contro le proprie,
prima timidamente e poi con maggior fiducia. Non era spiacevole,
lontano dall'esserlo, ma era completamente inappropriato, in ogni
senso. Ci aveva pensato sopra per tutta la notte. Era
stato lui a portarcela? L'aveva spinta lungo quella strada? Intorno
all'una del mattino aveva deciso che in effetti era colpevole.
Collegando insieme, nella sua testa, gli eventi delle ultime settimane,
poteva capire come una ragazza di sedici anni con una limitata
esperienza potesse iniziare a vedere la loro relazione come qualcosa di
più di quello che fosse in realtà. Ma poi lei si
era
fatta viva, non più di quattro ore dopo, per scusarsi e dare
la
colpa all'eccitamento del momento, e lui ammise con se stesso di essere
d'accordo con lei. Se lei credeva che lui non avesse fatto nulla di
male, allora forse non l'aveva fatto.
"Sasha, mi stai ascoltando?" chiese, inclinando la testa in attesa.
Si riscosse dai suoi pensieri, "Scusa, per la ribaltata è un
no, ma che ne diresti di un elemento di forza? Qualcosa che ricordi ai
giudici la tua forza, ma mantenendo l'idea di linearità e
grazia, sono sicuro che possiamo trovare qualcosa con un punteggio
più alto di un salto mortale."
Payson roteò gli occhi, ma annuì, mordendo il
labbro
inferiore mentre cercava di visualizzare. Sasha aprì le
porte
della palestra e le tenne aperte per lei, che si chinò sotto
il
suo braccio e lo sfiorò mentre passava. L'uomo colse il
profumo
del suo shampoo quando attraversò la porta e
sentì il
suo stomaco aggrovigliarsi, facendo la ribaltata che aveva appena
bocciato dalla sua routine alla trave. Payson l'aveva già
sorpassato, camminando verso la palestra per riscaldarsi, invece lui
era rimasto fermo a guardarla. Maledizione,
non sta succedendo.
Ma sapeva che le cose non stavano così. Il problema maggiore
era
che Payson Keeler era esattamente il suo tipo, piccolina, bionda,
intelligente, atletica proprio come Summer.
Esatto, vecchio mio,
pensa a Summer. La
bellissima donna che non gli avrebbe mai permesso di posare una mano su
di lei, i cui valori e opinioni così erano palesemente
opposti
ai suoi e in un modo tale che la maggior parte del tempo li riusciva a
malapena a capire. Appena credeva di aver trovato un argomento neutro,
si rendeva conto che sulla questione avevano opinioni completamente
opposte. Di solito Summer sembrava il telegiornale della FOX o una
trasmissione radio della 700 Club e lui era più un tipo da
MSNBC. Passava la maggior parte delle loro conversazioni a cercare di
non roteare gli occhi. Le aveva detto che rispettava i suoi valori, sopra tutte le altre cose era
un gentiluomo, ma non la capiva. Erano entrambi fatti a modo loro e lo
sapeva nel profondo, alla fine sarebbe stato questo a dividerli.
Immaginò che lui e Payson avevano molto di più in
comune,
nonostante la differenza di età.
Dannazione, Beloff.
Controllati. Payson ha sedici anni e tu sei il suo coach. Puoi guardare
e apprezzare, ma non puoi toccare. Le
cose stavano così, anche se il controllo degli impulsi non
era
mai stato il suo punto forte. Poteva parlare di disciplina quanto
voleva, ma in tutta la sua vita, la ginnastica era stata l'unica cosa
che era riuscito a controllare. Il primo bacio che aveva condiviso con
Summer ne era la prova, e anche se quella era un relazione tra sue
adulti, era complicata e ultimamente anche frustrante. Era terrorizzato
che la sua mancanza di controllo, che si faceva viva con le donne da
cui era fisicamente attratto, si sarebbe potuta riversare su Payson.
Questo è
completamente
inaccettabile, Beloff. Non puoi deludere questa ragazza. Le hai
promesso che l'avresti portata alle Olimpiadi ed è quello
che
farai. Contrasse la mascella e sentì i denti
serrarsi,
una sensazione familiare. Quando si ostinava su qualcosa, sapeva che
gli compariva scritto sulla faccia e quella era una di quelle
occasioni. Non avrebbe permesso che ii suoi istinti rovinassero quella
che era la relazione più normale della sua vita: la sua
relazione da coach con quella che era forse la ginnasta più
talentuosa e concentrata che aveva, e avrebbe mai, incrociato la sua
strada. Avrebbe allenato Payson Keeler per le Olimpiadi e l'avrebbe
aiutata a vincere l'oro, anche se era una cosa che poteva ucciderlo. E
il Signore lo sapeva, sarebbe potuto accadere, ma qualunque cosa ci
fosse, sempre che ci fosse qualcosa, sarebbe stata ancora
lì,
alla fine. Oppure no e allora sarebbe finita così e basta.
Annuì a se stesso ed entrò nella palestra,
trovando la
sua ginnasta che faceva riscaldamento alla trave, con una gamba sopra
l'attrezzo e la testa rovesciata all'indietro con gli occhi chiusi.
Sentì lo stomaco aggrovigliarsi di nuovo ed emise un gemito
di
apprezzamento all'immagine inconsapevolmente seducente che lei offriva.
Payson aprì gli occhi a quel suono e sorrise vedendolo
avvicinarsi, tornando però rapidamente a finire di
riscaldarsi. Merda,
è ancora peggio quando ti sorride, quel viso dannatamente
bello che si illumina. Basta! Le
si avvicinò, fermandosi giusto dietro di lei, solo pochi
centimetri a separarli, "Pronta?" le chiese, la voce che suonava
strangolata alle sue stesse orecchie.
"Non ancora, ma quasi." rispose, e continuò a riscaldarsi.
Non ancora, Beloff.
L'hai sentito? Non ancora, ma quasi. Si
chinò più vicino, le labbra che quasi le
sfiorarono
l'orecchio quando parlò, "Beh, fammi sapere quando lo sei."
Gli
occhi di Payson saettarono verso di lui per un momento, come per
provare a decifrare cosa volesse dire. Sorrise, non il sorriso luminoso
che gli aveva rivolto prima, ma uno che lui non aveva mai visto e che
sperava di rivedere. Sasha si allontanò, senza interrompere
il
contatto visivo. Ecco,
è fatta.
Note:
Per forza di cose alcune frasi sono state "aggiustate" per mantenere il
senso e la correttezza grammaticale dell'italiano. In alcuni casi ho
dovuto aggiungere i nomi di Sasha e Payson per evitare di fare tutto
lui - lei, visto che in inglese si usano sempre i pronomi he - she, a
differenza dell'italiano.
Nella serie le ragazze si rivolgono a Sasha usando il "lei", io ho
deciso di usare il "tu" per un semplice motivo: nessuna atleta
dà del lei al suo allenatore. Posso dire per esperienza
personale che al coach di ginnastica artistica si da del "tu" anche a
livello amatoriale, figurarsi a livello professionista, dove
l'allenatore è la persona con cui passi la maggior parte del
tuo
tempo e con cui instauri una relazione di reciprocità in cui
il
"lei" è semplicemente assurdo.
In questa fic il cognome di Sasha è Beloff e non Belov come
si
trova di solito in internet. Si può dire in entrambi i modi,
ma
Beloff è il modo in cui compare sulla sua felpa da
allenatore
nella serie.
E ora i dettagli:
- L'erba Astroturf.
E' un tipo
di erba sintetica prodotta dalla Monsanto, fondamentalmente
è il
tappetino verde che si vede di fronte alla roulotte di Sasha nel
telefilm.
- La ribaltata. In
originale c'era il vocabolo somersault
che si può tradurre con capriola, ribaltata o salto mortale.
Io
ho ragionato così: la capriola si fa quando si è
già sulla trave, non la si usa come entrata. Il salto
mortale di
solito si usa come uscita e la ribaltata invece l'ho vista anche nel
telefilm, basta mettere una pedana di fronte alla trave, fare una
rincorsa, prendere lo slancio e usare il rimbalzo della pedana per
entrare. Quindi ho optato per la ribaltata.
- 700 Club è
una radio cattolica. Fox e MSNBC sono due canali tv
Questo
era il primo capitolo, fatemi sapere se è tutto chiaro e
cosa ne
pensate. JCI è curiosissima di sapere come verrà
accolta
la sua opera.
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