R o u g
e
Girl, I think about you every day now
was a time when I wasn't
sure
but you set my mind at
ease,
there is no doubt:
you're in my heart now
[Patience, Guns]
Emma Ludbrook conosce Jared Leto da molti anni, per questo ormai si
è abituata alle sue stranezze e non si stupisce del fatto
che l’abbia chiamata alle due di notte per domandarle di
prenotargli un volo – rigorosamente prima classe –
con direzione Los Angeles – Parigi.
E’
fatto così,
pensa mentre è costretta ad uscire dal letto caldo per
accendere il computer e visitare il sito di qualche compagnia aerea.
A tutti gli Echelon
è cosa nota l’essere diva del
cantante-regista-attore-modello, però non si immaginano
quanto faticoso sia star dietro a tutti i suoi desideri
perché, in fondo, Jared è come un ragazzino:
quando desidera qualcosa deve ottenerlo.
Ha
quarant’anni passati eppure guarda il mondo ancora con gli
occhi di un bambino, che scrutano tutto con attenzione per scoprire
cose nuove e rimanerne affascinati; è parte del suo
carattere, ama esplorare e si innamora facilmente; ama il cielo di Los
Angeles la mattina presto, quando dal rosato diventa azzurro limpido,
ama l’odore della casa materna, ama tornare a casa e sentire
il fratello suonare la batteria, ama il segnale stradale che gli
ricorda una triade, ama il tatuaggio visto di sfuggita sul braccio di
qualcuno, ama la sua famiglia naturale e quella acquisita degli
Echelon.
Jared ha il cielo
negli occhi, quello delle calde giornate estive, senza una nuvola che
lo sporca, limpido e trasparente.
Ha la malizia nelle
labbra, la passione nel corpo, l’amore nello sguardo e il
mondo nella voce.
Non gli importa degli
altri, è un vagabondo lui, un Autodidact Polyhistor e non si
fa sopraffare da nessuno. Non si fa problemi ad andare a una premiere
in ciabatte o in giro a petto nudo – consapevole
dell’effetto che ha sulla gente.
E’ un
provocatore nato, ogni suo gesto è studiato per catturare
l’attenzione su di sé. Gli piace il successo, la
fama, il denaro: gli permettono di realizzare ogni sua idea o progetto,
ecco perché ha chiamato Emma la notte: ha voglia di andare a
Parigi e ci andrà. Semplice.
«Perché
Parigi, Jay? Ci sei già andato tante volte.» la
donna tiene stretto il blackberry tra orecchio e spalla, in una mano ha
un caffè che dovrebbe darle la carica mentre con
l’altra scorre la tastiera con le dita, alla ricerca di un
volo.
«Così.»
la risposta del cantante è laconica, ma Emma è
una donna e capisce al volo quando qualcuno cerca di nasconderle
qualcosa e allora non riesce a trattenere un sorriso.
Jared ama Parigi, ama
la Torre Eiffel e passeggiare lungo la Senna, adora la vita notturna e
i paesaggi romantici che solo quella città può
dare. C’è un’altra cosa però
che ama di quella città, però preferisce non
ammetterlo.
In sostanza, Jared
è una diva che vuole avere il controllo su tutto,
perciò non vuole affermare l’altra ragione per cui
adora la Francia: sarebbe come ammettere di avere una dipendenza e lui non dipende da nessuno
se non da sé stesso e dalla musica.
Il fatto che questa
“ragione” abbia nome e cognome è un
fatto secondario secondo lui. È irrilevante.
Nonostante questo, la
prima cosa che fa dopo esser atterrato in suolo francese è
scrivere un messaggio e inviarlo a lei.
Già, irrilevante.
* *
*
Rouge ha la terra negli occhi, due
pupille color fango rese luminose dal sole che riflettono.
Non le piacciono i
suoi occhi, pensa siano troppo banali eppure hanno qualcosa che attira
la gente: irradiano energia, attirano. Quel giorno però
hanno qualcosa di diverso, sono attraversati da lampi di ansia e
attesa, tutto ciò a causa di un semplice messaggio ricevuto
qualche minuto primo.
“Under
the burning sun, I take a look around. Imagine if this all came
down”
Sarebbe rimasta
indifferente al testo se non fosse stato per il mittente: Jared Leto.
Conosce
l’uomo da un po’e sa che non fa nulla per caso,
perciò appena letta la frase si è affacciata alla
finestra e ha visto il sole splendere su Parigi, minacciato
però da nuvole nere scure, segno che da li a qualche ora
sarebbe caduto il diluvio universale.
Ecco perché
crede ci sia qualcosa sotto.
A ventisette anni
Rouge dovrebbe imparare a controllare i propri sentimenti eppure non
riesce a frenare il cuore mentre legge quelle due semplici righe,
così come non riesce a fermare il sorriso che spontaneo
spunta sul suo viso ancora assonnato.
Il loro rapporto
– se così lo si può chiamare
– è strano: non hanno mai definito quello che
sono, perché per il cantante definire vuol dire limitare e
vuole sentirsi infinito. Ha le sue teorie, lui.
Scuote la testa e si
concentra sui pancakes che sta cucinando, mentre in cucina si disperde
la loro gradevole fragranza.
Adora cucinare,
soprattutto quando accende la radio e mette il volume al massimo: la fa
sentire libera.
Le note di
“Night of the hunter” si diffondono per tutta
l’abitazione, così forti che la donna non si
accorge del rumore proveniente dalla porta, è sempre con la
testa fra le nuvole.
«Rise up
above it, high up above and see.» un pancake finisce
a terra quando sente la voce di Jared troppo reale per provenire da un
cd, si gira di scatto e se lo trova davanti con un sorriso sghembo
stampato sul viso.
«Chiavi di
casa sotto il tappeto davanti alla porta, scontato Rouge.» inizialmente
pensa sia uno scherzo, la sua immaginazione ultimamente le gioca brutti
tiri, poi però sentendo il fiato caldo
dell’uomo sfiorarle il collo e la pressione delle sue dita
sul suo braccio capisce che la situazione è reale.
Il suo cuore perde un
battito. Poi un altro. Un altro ancora. E comincia a battere
all’impazzata. Boom, boom. È frenetico,
scalpitante.
E’ difficile
– se non impossibile – per lei ragionare in quel
momento: un minuto prima cucinava tranquillamente canticchiando come
ogni Echelon fa, un istante dopo si trova il Leto a pochi centimetri di
distanza, a fissarla malizioso con quegli occhi che non vede da quasi
tre mesi.
In quel momento li
sente, tanti piccoli brividi che partono dalla schiena e si diffondono
sulle braccia.
«Stai
rabbrividendo» si fa ancora più vicino,
accarezzandole la mano.
«E’
il freddo, mh» il fatto che sia fine agosto e fuori ci siano
trenta gradi non conta affatto. «Cosa ci fai
qui?» chiede poi, cercando di cambiare discorso.
«Mi piace la
Francia.» alza le spalle con nonchalance e trattiene una
risata di fronte all’espressione corrucciata della castana,
continuando poi «Un uccellino – che poi sarebbe
l’applicazione che del blackbarry che mi avvisa di tutti i
compleanni – mi ha avvisato che oggi sei un anno
più vecchia. Quindi, mi sono auto-proposto come regalo di
compleanno» conclude soddisfatto mentre nota le guance della
festeggiata tingersi di rosso.
Jared ha sempre
affibiato l’aggettivo “adorabile” ai
cuccioli di cane oppure ai bambini piccoli cicciottelli, un aggettivo
che pronunci sempre con la voce in falsetto, un tono un po’
irritante e ridicolo. In quel momento però pensa sia il modo
più adatto per descriverla, lì con il viso
arrossato, gli occhi leggermente lucidi e un ampio sorriso. Mentre
nella mente della diva si sovrappongono immagini di piccoli animali e
il volto della donna, Rouge cerca di calmare i battiti del suo cuore
anche perché teme – data la vicinanza –
lui possa avvertire quanto veloce vadano.
«Ti sono
mancato?» domanda lui guardandola attentamente, desideroso di
sentire una risposta positiva. Perché? Come ogni egocentrico
adora quando qualcuno ammette di amare la sua presenza, ma apprezza
ancora di più quando riesce a far sentire la sua assenza.
Ha una mente contorta,
ne è consapevole e pure orgoglioso.
«Ti sono
mancata?» ribatte lei, non facendosi intimidire dalla sua
voce così sensuale e roca. Certo, la vicinanza con lui la
intimidisce ma non vuole essere la bambolina di nessuno.
Nessuno risponde,
anche perché la risposta è scontata: non
è forse per quello che il frontman è piombato in
casa sua senza avvisare? Non è forse per quello che la donna
non l’ha mandato via appena entrato?
Il silenzio che nasce
è abbastanza eloquente, vale più di tante parole.
I due si muovono
insieme – quasi inconsapevolmente – e la distanza
fra i loro corpi si annulla grazie a un bacio.
Tensione, passione,
attrazione. Polo positivo, polo negativo. Luna, sole. 30 Seconds to
Mars, Echelon. Pane, nutella.
Rouge
e Jared.
Lingue che si cercano,
sapori che si mescolano, corpi che si stringono, gambe che si muovono.
Jared è
stato tante volte a casa sua, sa come muoversi e non si fa problemi a
trascinarla in camera da letto; d'altronde, lei, non pone nessuna
resistenza.
Il cantante la guarda
languido e sorride quando la vede ansimare grazie a lui, è
bello vederla fra le sue braccia. Sua.
Carezze, sospiri,
sguardi, unione, ansimi, piacere, dolcezza, passione. Amore.
«Ti sono
mancato?» sono abbracciati, ancora con le gambe intrecciate e
i respiri affannati. L’uomo ripete la domanda, con la voce
roca e maliziosa.
«Narcisista.»
è ciò che risponde l’altra,
ridendo. «Sei tu che sei piombato qui per il mio
compleanno.» continua poi.
«Son
dettagli. Ah, tanti auguri comunque.» sussurra mordendole il
lobo dell’orecchio.
«Grazie
Jay.» appoggia il viso sul suo petto e si lascia cullare dai
battiti del suo cuore leggermente irregolari.
E poi tra entrambi
torna il silenzio.
L’aria nella
camera ha il retrogusto di sesso, delle parole non dette, degli ansimi
trattenuti e dell’amore non rivelato ma ben presente.
Lo si vede nei loro
occhi quello che provano, entrambi sembrano risplendere
perché riflettono l’anima dell’altro.
Lo si sente dal loro
odore, sudore e profumo maschile e femminile mischiato.
Lo si percepisce dai
loro gesti, da come fremono quando si toccano e dai sorrisi che nascono
nelle loro labbra.
Ciò che li
frena è la paura di soffrire, di lasciarsi logorare e
sopraffare da un sentimento così travolgente ma puro allo
stesso tempo, il rifiuto di sentire la necessità di
un’altra persona per essere felici e il terrore di trovarsi
soli.
L’unico modo
per superare ciò che spaventa però è
affrontarlo.
«Sai..»
inizia il Leto, «Io amo Parigi.»
Rouge capisce il
significato nascosto di quella frase. Il carattere
dell’altro può essere contorto, ma basta capire
come pensa per riuscire a decifrarlo.
Ecco perché
non riesce a non sorridere.
«E io amo
Los Angeles.»
Anche Jared capisce
che Rouge ha compreso il messaggio celato dalle sue parole.
Ecco perché
non riesce a non sorridere.
Sorrisi
innamorati.
Jared ha il cielo negli occhi,
quello delle calde giornate estive, senza una nuvola che lo sporca,
limpido e trasparente.
Ha la malizia nelle
labbra, la passione nel corpo, l’amore nello sguardo, il
mondo nella voce
e, in quel momento, una delle cose più importanti della sua
vita fra le braccia, Rouge.
* * *
E’ la prima one
shot che pubblico in questo fandom, grazie a tutti quelli che
l’hanno letta e sono arrivati fino a qua (sperando ci sia
qualcuno lol). Se
lasciate una recensione mi fa solo piacere! (:
And then:
Zum
Geburtstag viel Glück, happy birthday to yoou Rozela!
Quest’anno
niente sms lungo 123456789 pagine in cui ti faccio gli auguri, ho
preferito cambiare.
Cos’è
questa cosa? Una OS (capitan ovvio)! Ci lavoro da tanto (nel senso che
alcune frasi le ho prese da una bozza scritta l’anno scorso
per il tuo compleanno ma che mai ho finito, il resto l’ho
scritto a intervalli alterni in queste settimane), perciò
dovrebbe essere uscita decente – e invesse! Eh vabbe, io ci
ho provato t.t
(Secondo
te perché ti ho torturato per chiederti una canzon
d’amuur che ti piacesse? :D)
E’
una parte del regalo del tuo compleanno e spero possa piacerti!
Ora
dovrei scrivere qualcosa di dolce vero?
(Zucchero,
nutella, pancake, cioccolato, marmellata, ...)
Sai
che non sono capace, lol.
Perciò
accontentati dei miei auguri e di “Rouge”.
Love
you sooo much. ♥
|