Mimbulus Mimbletonia

di Julia Veiss
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Il mattino dopo, Neville si svegliò di soprassalto. Stava facendo un incubo. Non si ricordava che cosa stava sognando, ma era sicuro che fosse qualcosa di terribile.
Scese al piano di sotto e si preparò una colazione veloce. Mentre sorseggiava la sua cioccolata calda,leggeva la Gazzetta del Profeta: ma non riportava niente di interessante, i soliti pettegolezzi. La giornata trascorse come tutte le altre: Neville passava il tempo seduto davanti alla finestra, in attesa che la nonna tornasse. Ma ora non era più preoccupato: dopo la visita del gufo del Ministero la sera prima, era terrorizzato dalla possibile reazione della nonna.
Nel primo pomeriggio, Neville si disse che non poteva andare avanti così, senza far nulla. Così prese un vecchio libro polveroso dalla libreria della nonna e si mise a sfogliarlo, svogliatamente. Improvvisamente, sentì un frenetico picchiettare alla finestra della cucina. Si alzò di soprassalto e corse nella cucina: si aspettava di rivedere il grosso gufo della sera prima, ma con suo grande sollievo al di là della finestra c’era Leotordo. Neville si sentì immediatamente più sollevato: poteva andarsene al più presto da lì.
Dopo averla slegata dalla zampetta di Leotordo, Neville aprì la busta, che era piuttosto grossa: ne scivolò fuori un vecchio calzino ammuffito e puzzolente.
Il messaggio di Ron era breve:
“La Passaporta si attiverà alle tre in punto. Tienila in mano a quell’ora e arriverai qui in un battibaleno!
Firmato, Ron.”
Neville scoccò uno sguardo all’orologio: erano le due e cinquantotto. Mancavano due minuti.
Corse a prendere il borsone che aveva preparato la sera prima. Dove diavolo lo aveva cacciato?
Un minuto e mezzo.
Provò in cucina. Nessuna traccia del borsone.
Un minuto.
Ma certo, di sopra! Neville si fiondò in camera sua come un missile e scese di sotto con il borsone alla
stessa velocità.
Trenta secondi.
Prese in mano il calzino, curandosi di tenerlo il più lontano possibile dal naso: il suo odore era simile a
quello della Puzzalinfa.
Dieci secondi.
Era pronto per partire. Chiuse gli occhi.
Cinque, quattro, tre, due, uno…
Mentre veniva risucchiato dalla Passaporta, Neville lanciò un ultimo sguardo al salotto.
Un istante prima che lui scomparisse del tutto, sentì un sonoro pop.
Da una nuvoletta di fumo grigio era appena comparso un grosso avvoltoio impagliato.
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NOTE DELL'AUTRICE;
Pwahahaha è la prima volta che scrivo una cosa del genere, quindi boh mi sento un po' nervosa (?)
Ultimamente non aggiorno molto spesso (penso, anzi spero che lo abbiate notato pwahaha) causa scuola / debiti / impegni della vita reale.
In più ho un'altra fanfiction work in progress (?) e quindi molto tempo lo perdo dietro a quella, sorry!
Cercherò di aggiornare più spesso, basta che non mi mettiate sotto pressione con i capitoli che altrimenti mi viene l'ansia (@FABBA una a caso sei tu pwahah)
Quindi boh, mettetevi l'anima in pace (?)
Salutoni, -g.

 




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