vitotal
ATTENZIONE!
Vitotal NON È
una storia per stomaci delicati.
E' violenta, non so bene ancora fino a che punto (cioè quanto
saranno descrittive le scene), ma metto già da subito le mani avanti
anche soltanto per gli argomenti che ricorreranno nella trama. Se
siete impressionabili, allora probabilmente questa storia non fa per
voi. Per tutti gli altri invece, buona lettura.
CAPITOLO
1
Foglietto
illustrativo del farmaco
*
L’avevano presentata all’umanità gridando al
miracolo, acclamandola come la scoperta più importante del
millennio. Una chimera divenuta realtà. Un sogno bramato troppo a
lungo, inseguito da infinite generazioni di uomini.
Poeti, scienziati, filosofi: era stata per tutti un mito
da coltivare lungo i secoli, così splendente e irresistibile da non
poter essere dimenticata. Una promessa capace di scatenare
contemporaneamente le migliori virtù dell’uomo e le sue peggiori
voglie.
Una fantasia diventata reale, condensata in una pillola
piccola e immacolata capace di contenere in pochi milligrammi le più
grandi speranze di tutta l’umanità; un grumo di sostanze chimiche
pesante come una piuma, così importante da valere il premio Nobel
per la medicina.
*
VITOTAL
Foglietto illustrativo del farmaco
CHE COS’È
Vitotal pastiglie da 10 mg è un agente farmaceutico
appartenente all’ordine delle panacee.
PERCHÈ SI USA
Per il trattamento di sintomi di ogni tipo e di
qualunque gravità. Vitotal pastiglie è il farmaco dell’immortalità,
studiato per aiutare il fisico a rimettersi da qualunque malattia,
lesione o ferita.
EFFETTI INDESIDERATI
Durante la sperimentazione non sono stati riscontrati
effetti indesiderati.
*
Dopo millenni trascorsi a inseguire le sue tracce
mistiche, l’immortalità era diventata improvvisamente un dato di
fatto costoso e discusso; un lusso entrato a pieno titolo tra i
diritti inalienabili dell’uomo e, soprattutto, del malato.
Grazie all’esistenza del Vitotal sconfiggere la morte
era diventata una possibilità concessa dalla mutua a chi ne avesse
effettivamente bisogno; una scelta comprata attraverso i soldi da
chi, invece, era affetto da un’ingordigia che non conosceva fine.
Vitotal significava vita eterna: una promessa d’oro,
splendente e bellissima come il più fulgido specchietto per le
allodole. Una rosa rara, meravigliosa, impossibile da non desiderare.
Un paradiso irresistibile capace di cancellare in un
istante la più profonda di tutte le paure dell’animo umano. Un
desiderio che celava sotto la sua perfetta superficie un inferno
senza fine.
Perché rinunciare alla morte aveva un prezzo tremendo,
uno scotto che doveva essere pagato in eterno e, una volta comperata
l’immortalità, non c’era più possibilità di scelta. Non era
concesso tornare indietro.
E soltanto in quel momento, con quel contrappasso
soffocante a cui non si poteva sfuggire fisso sopra la testa, la
morte diventava un miraggio agognato che non poteva più essere
raggiunto.
Perché c’era una condanna peggiore della morte, ed
era vivere in eterno.
*
Profumavano di pulito,
di cura, di prodotto confezionato e inscatolato per apparire almeno
un po' appetibile. Schiave
in riga.
Tutte con lo sguardo
basso, le mani legate dietro la schiena; merce in attesa di un
destino che sarebbe piombato sulle loro teste da un momento
all'altro.
Avevano imposto a
tutte loro di non guardare ciò che si stava consumando di sotto:
dovevano aspettare senza fare rumore, zitte
e calate in pieno nel ruolo che era arrivato assieme alla prigionia –
quello di oggetti -
mentre
quelli,
attorno a loro, lasciavano che quello spettacolo osceno li consumasse
fino all'osso.
Non
importava quante grida avrebbero sentito, sovrastate dalla voce folle
del pubblico: l'ordine ere essere
invisibili,
e lì dentro quasi tutte non desideravano altro che sparire agli
occhi di chiunque avrebbe posato lo sguardo su di loro. Tutte tranne
lei, che cercava di strappare quanta più libertà possibile
all'ordine che le aveva costrette all'ignoranza.
Con
la testa appena un po' più alta - una manciata di millimetri che le
permettevano di spingere lo sguardo fino alla balaustra oltre la
quale si apriva il vuoto dell'arena, il cuore che batteva
imbizzarrito e il terrore di essere beccata che ne accelerava il
ritmo -, faceva finta di restare perfettamente nei ranghi. In realtà
guardava la folla gridare elettrizzata,
spiava
gli uomini massacrarsi ai piedi di quell'arena come fossero bestie; e
poi il sangue che bagnava le loro mani, la morte che li abbracciarva
senza però mai riuscire a prenderli, l'agonia che gli mangiava gli
occhi e rendeva il loro volto una maschera di grottesco orrore.
Guardava,
troppo irrequieta per riuscire ad accettare a occhi chiusi l'idea di
essere reclamata come trofeo da chissà chi; troppo annichilita per
riuscire a distogliere lo sguardo da quello spettacolo che, Dio, non
poteva in alcun modo essere umano. Guardava, perché l'idea di non
poter vedere in faccia il destino che le si sarebbe presentato
davanti la faceva impazzire.
Guardava,
Gemma, perché era la sola cosa che potesse fare.
*
NOTE
DELL'AUTRICE
Lo
so, vi starete chiedendo perché sono ancora qui, con il terzo
prologo di una nuova storia in due mesi. L'ho detto altrove che il
mio rapporto con l'ispirazione ultimamente è un po' problematico, e
lo dico anche qua. Il fatto è che Vitotal è sempre stata una storia
che in un modo o nell'altro mi ha tormentata a momenti alterni, e ora
grazie anche alle ragazze del gruppo mi è proprio esplosa nel cuore.
E
credo che lo sappiate meglio di me, quando una cosa vi esplode nel
cuore è impossibile contenerla.
Non
so bene quale sarà il ritmo di aggiornamento, per ora diciamo un
capitolo ogni due settimane: oggi ho iniziato a scrivere il terzo e
spero in questo periodo di metterne da parte altri, se l'ispirazione
vorrà.
Io
sono seriamente emozionata per il debutto di Vitotal: è una storia
estremamente particolare, molto cruda e decisamente angst, e non lo
so, credo che vi ripeterò questa cosa fino allo sfinimento onde
evitare di traumatizzarvi all'improvviso XD
Se
vorrete farmi sapere cosa pensate di Vitotal, qui oppure nel mio
gruppo facebook o nel mio account facebook, sarete sempre le
benvenute: io lo dico sempre, scrivo per me ma scrivo anche per voi,
e voi siete fondamentali per la mia scrittura.
Un
bacio e a presto,
Brin
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