La ragazza dei graffiti

di _Ginge_
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Capitolo 14






Des

-Denise è il tuo turno.- Disse la professoressa Neri. – Ale smise di massaggiarmi la pancia e mi fece scendere dalle sue gambe. Ero stata così tanto occupata in questi giorni che non avevamo mai avuto tempo per farmi, e ora… Ne avevo bisogno. Mi feci forza e entrai nella stanza. Ad ogni loro domanda il mio mal di pancia aumentava e io cercavo di rispondere più correttamente e senza far vede il mio malore.
- Complimenti Denise!- Disse il presidente prima di stringermi la mano.
- Grazie. – Raccolsi la mia roba da terra e poi cercai di uscire. Quando fui sulla soglia, le mie gambe più molli e poi mi ricordo solo di essere uscita dalla stanza e poi l’urlo della professoressa Neri, che diceva il mio nome. Poi Buio.
 
Alessio

Ecco che la porta si apre. Ecco la mia piccola uscire. Sorride. In una frazzione di secondo è sdraiata a terra e la professoressa  Calogni urla di chiamare un’ambulanza, e io che le corro incortro e cerco di svegliarla e la colpa è mia. Perché le ho chiesto di smettere? 
 
Ero seduto nella saletta d’attessa dell’ospedale. Odiavo quella stanza. I colori erano smorti le persone disperate, perché dovevano portare fuori il cane o andar a prendere il figlio a scuola o a danza o che ne so io, e non li chiamavano perché erano in ritardo sulla tabella di marcia.
-Lei è un parente? –Mi si avvicinò un signore sulla cinquantina con i capelli brizzolati e il camice bianco.
-Sono il ragazzo. – Dissi alzandomi di scatto.
-Le dovrei fare  delle domande. Mi segua..- Disse portandomi in una stanza che odorava di tutto tranne che di buono. – Sono solamente delle domande di routine. La ragazza soffre di cuore, reni, malattie particolari?
- Che io sappia no.
- E’ incinta?- Che?
- Nooo!!- To’ mi mancava solo questa!
-Beve?- No, si droga.
-No.
- Fuma?- Nooo, si drogaaa!!
-No.
- Fa uso di sostanze ..- Non lo feci finire.
-Si.
-Da quanto tempo ?
- Che io sappia 5 anni.
-Quanti anni ha?
- 18 appena fatti. Scusi ma dopo tutte queste domande, la posso vedere?
 
Entrai nella stanza e la vidi distesa sul letto bianco, con gli occhi chiusi. Il mio cuore si spezzò in mille pezzi. Mi avvicinai a Des e le strinsi la mano. Una lacrima mi segnò il viso.
-Ale..- Sussurò e aprì leggermente gli occhi. Mi sedetti sul letto e l’abbracciai forte.
-Tranquilla ci sono io. – cerca di confortarla- Come stai ora?
- Così e così.. ma ora che ci sei tu.. bene. – Sorrisi.
. – Des.. Devo chiamare tuo padre..
- No! Ti prego.. – Chiese dolcemente…
- Scusami ma devo…
 
Dopo venti minuti arrivò il medico per parlarci.
-Allora Denise,- Iniziò-ti volevo consigliare alcuni centri dove tu potrai smettere. Il migliore si trova a Milano.
Milano ? Stavamo scherzando? Non poteva andare a Milano.. e che ne sarebbe stato di noi?
-Più vicino? – Chiesi speranzoso.
-Per una ragazza come lei , c’è bisogno solo di andare a Milano.
Des mi guardò. Non volevo perderla, soprattutto l’avevo trovata.
 




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