Nuova pagina 1
Disclaimer: I
personaggi utilizzati non mi appartengono e sono comunque opera di fantasia.
Ogni riferimento a persone esistite o avvenimenti accaduti è da considerarsi
assolutamente casuale.
Completamente
dedicata a BitterSugar. Se non fosse stato per lei non avrei mai scritto una
Harry/Pansy. Mah O_O E, sinceramente, pensavo andasse peggio xD
Fatemi sapere che ne pensate! ^_-
Un bacio, Linda
Tutto quello
per cui siamo cresciuti
“Non
posso crederci!”
“Perché
no?!”
“Come
perché?! Pansy, sei forse uscita di senno?!”
“Non
urlare!”
“Oh no,
certo. Dovrei darti la mia benedizione?!”
Pansy
guarda Draco cercando di lanciargli addosso tutto l’odio che sente dentro.
Vorrebbe concretizzarlo e dargli forma di frecce acuminate, vorrebbe fargli
male, sì, perché lui la sta uccidendo. Senza riguardi, senza pietà. E lei
vorrebbe mostrarsi al suo pari, ma non ne è capace.
“Non puoi
semplicemente accettarlo?”
“Accettare questo significherebbe rinnegare tutto quello per cui siamo
cresciuti.”
La sua
voce è gelida, dura, assomiglia troppo a quella di Lucius Malfoy e lei non può
sopportarla. Gli volta le spalle e scappa, fuori dalla Sala Comune, nei
sotterranei bui, anche se è notte, anche se potrebbe essere punita ed è
Prefetto.
Non è
quello ad importarle, adesso.
Le parole
di Draco continuano a tornarle in mente, una cantilena incessante e crudele.
Tuttoquellopercuisiamocresciuti, tuttoquellopercuisiamocresciuti,
tuttoquellopercuisiamocresciuti.
Ma per
cos’è, esattamente, che è cresciuta, lei? Per diventare l’elegante moglie di un
altrettanto elegante esponente del Ministero della Magia, sfondato di quattrini?
O, peggio, la moglie di un Mangiamorte con le mani macchiate di sangue?
Continua
a correre e, forse, è da quel destino che sta scappando, opprimente come il buio
dei sotterranei, abbagliante come l’argento dei Serpeverde, tagliente come la
voce di Draco.
Ma il
destino non si arrende, la insegue, la insegue, la insegue. Dopo ogni svolta,
oltre ogni rampa di scale, oltre ogni arco. La insegue.
Tuttoquellopercuisiamocresciuti, tuttoquellopercuisiamocresciuti,
tuttoquellopercuisiamocresciuti.
È veloce,
ma lei di più. Il desiderio di fuggire non cede e dopo pochi altri scalini è
nell’atrio, che è deserto, e allora si lancia sul portone e lo spalanca, più
silenziosamente che può, e si apre ed è fuori e la luna la illumina e il destino
si è fermato, ansante. Perché è così scuro che la luce della luna lo
dissolverebbe.
E Pansy
adesso respira, libera i polmoni da catene invisibili e cammina, nel freddo di
marzo, avvolta nel mantello. Sa esattamente dove recarsi, le gambe si muovono da
sole, le ombre del giardino e del castello non la spaventano perché sa che tra
loro è nascosta la libertà.
Si infila
tra gli alberi, raggiunge una radura, si guarda intorno. Un fruscio segnala la
sua presenza. Sorride sincera, il mantello dell’Invisibilità scivola via e i
suoi occhi verdi brillano alla luce della luna. Le sue braccia la avvolgono, si
sente protetta e libera, può abbandonarsi sul suo torace, può respirare il suo
profumo, può chiudere gli occhi. Può finalmente sentire la voce del destino
abbandonarla lentamente.
Tuttoquellopercuisiamocresciuti, tuttoquellopercuisiamocresciuti,
tuttoquellopercuisiamocresciuti.
E quando
le labbra di Harry si posano sulle sue, la luna sembra brillare di più e il
destino si fa sempre meno nitido, fino a scomparire, per venire sostituito da
una folgorante immagine di loro due uniti in un abbraccio, caldo, accogliente,
libero.
E lo sa,
Pansy lo sa che tutto quello per cui LEI è cresciuta è quell’abbraccio,
quegli occhi verdi, quelle labbra morbide. Quella felicità.
E, in un
modo o nell’altro, riuscirà ad ottenerla. E quando ci riuscirà, non la lascerà
più andare.
|