Phantasmagoria
Guardami
un’ultima volta.
Guardami
un’ultima volta prima che le
luci si spengano e il silenzio della notte ricada su di noi.
Migliaia di
sguardi carichi d’ammirazione
sono ora posati su di te, sulla tua splendida figura fasciata da quei
vestiti
così aderenti che ti piacciono tanto.
Non sento
la fatica nelle braccia, e
quel che rimane delle mie dita rovinate non accenna a fermarsi.
Perché,
se si fermasse, la tua voce
cesserebbe di vibrare nell’aria impregnata di fumo, e quella
mia guida invisibile
si dissolverebbe nel nulla, lasciandomi nudo e inerme su quel palco a
cui non
mi abituerò mai.
Ma
continuerò a pizzicare le corde della
mia preziosa chitarra sulle stesse note di sempre, ignorando questa
incessante
pioggia che mi bagna il viso e mi inzuppa gli abiti.
Vedo Reita
avanzare di qualche passo; e
tu lo abbraccerai, perché è il tuo migliore amico.
Gli
toccherai gli ispidi capelli biondi
impiastricciati di lacca e tenterai di stappargli quella buffa fascia
che da
anni gli copre il piccolo naso, ma lui si ritrarrà,
indispettito, e tornerà ad
occuparsi del suo basso.
Bacerai
Aoi, perché ti piace farlo; ami
giocherellare con il suo piercing sul lato destro delle labbra, e lui
non
fingerà di dispiacersi di questi tuoi stuzzicanti gesti.
Il
contratto te lo impone, le fan
impazziscono per questo, ma tu vuoi andare oltre, incurante dei miei
sguardi
imploranti.
Perché
lo sai, non mentire, lo sai
benissimo che ogni tuo movimento mi provoca dei brividi talmente forti
da non poter
essere nascosti.
Mi dai le
spalle e continui nelle tue
dolci sevizie, e sorridi maliziosamente al pensiero della mia
sofferenza
malcelata che mi mozza il respiro.
Sono solo
una marionetta nelle tue
bianche mani, e muovi i miei fili con una tale maestria degna del
più abile dei
burattinai.
Il sapere
di essere in tuo potere ti
provoca uno spasmo di sadico piacere che la mano ti trema leggermente,
alzata
verso di me.
Ma non ne
hai ancora abbastanza, vuoi
giocare al meglio le tue pedine finali.
Ti sfilerai
il sinistro guanto rosso, e
ti avvicinerai lentamente a Kai, nell’ombra.
Lui non se
l’aspetta, e quando
delicatamente gli accarezzerai il petto scoperto con la mano libera dal
microfono, la tua voce sussulterà leggermente al contatto
con quella fresca
pelle.
Sento i
tuoi occhi fissi su di me, e
questa tortura, seppur dolce come il miele, mi fa impazzire.
Se il
peccato è il prezzo da
pagare per diventare il tuo unico oggetto del desiderio, allora
affronterò con
gioia e audacia gli oscuri abissi infernali.
Le luci si fanno
più soffuse, e Kai,
liberatosi dalla tua vampirica morsa, toccherà debolmente i
piatti argentati
della sua batteria sulle note di quella canzone le cui parole sono
impresse
nella mia mente come l’inchiostro dei tatuaggi.
E
finalmente verrai da me.
Sentirò
i tuoi passi leggeri alle mie
spalle, e dopo le tue labbra così pericolosamente vicine al
mio orecchio.
Mi sussurri
qualcosa, qualcosa di
assolutamente incomprensibile viste le grida eccitate della folla in
delirio.
Ti
piegherai leggermente verso di me, e
con quella sensuale lingua che mi fa girare la testa percorrerai
l’intera asta
della mia chitarra, non staccando lo sguardo dal mio nemmeno per un
istante.
Questo
è per te, solo per te, vuoi farmi
capire; i lampi grigi nei tuoi occhi sono inconfondibili.
La mia
pelle è madida di sudore al calar
del sipario, ma so che, nell’oscurità del
palcoscenico, una mano verrà
insistentemente a cercare la mia, e mi accompagnerà dietro
alle affollate
quinte.
Le dita
intrecciate si stringeranno in
una stretta sintomo di un desiderio impellente.
Protetti da
tendaggi, nascosti agli
occhi del mondo, assaporerò di nuovo la tua bocca mentre la
saliva si seccherà
in gola quando le tue dita esperte esploreranno le cavità
del mio corpo,
spogliato ormai di tutto.
Arrivato al
limite della sopportazione
per questa lunga e insopportabile attesa, accarezzerai dolcemente la
mia
guancia, asciugandola dalle lacrime.
“Chi
vive di violente passioni brucerà presto nelle fiamme eterne
dell’aldilà.
Brucerai con me, Uruha?”
-Pronto,
pronto.
Questo
è il mio primo lavoro nel fandom
dei The GazettE, e ancora mi chiedo come mai ho aspettato
così tanto.
E’
stato scritto di getto, alle 3 di
notte,nel mezzo di una crisi d’identità
pre-mestruale. Abbiate pietà.
Morgaine
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