Final Fantasy VI Full Novelization

di Derectum
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Gliocchi non t’ingannano, fratello.
-Ma com’è possibile?! - disse d’un fiato, e si avvicinò di qualche altro passo.
-Sembra ferita. - parlò una voce. Altre si aggiunsero in fretta.
-Questo è un sacrilegio! - pronunciò una voce lontana.
-Fratello, fatti da parte. - Con un gesto della mano lo intimò a spostarsi facendo passare la figura che, con passi rapidi ma stanchi si avvicinò. Indossava lungi vesti nere che ricadevano sul corpo coprendolo per intero. Issò le sue mani al bastone e si chinò lievemente per osservare meglio la figura distesa a terra.
-Sacrilegio... - continuava a ripetere con gli occhi cogliendo ogni suo minimo particolare. Le vesti stracciate, i capelli lunghi castani e la sua pelle chiara.  -Sacrilegio... -
Alzò la testa di scatto. Coloro radunati intorno a lui, immobili, aspettando le sue parole.
-Maduin! Guardiano del Cancello! - chiamò, battendo due volte il bastone sulla roccia.
Una figura robusta si fece avanti. La pelle brunastra in contrasto con i capelli lunghi bagnati nella luce lunare. Si inginocchiò dinanzi al vecchio.
Sapeva.
La colpa era sua.
-Maduin, alzati e dimmi cosa vedi. -
Maduin si alzò posando le sue iridi candidi sulla rappresentazione del suo fallimento.
-E’ un umana, una donna umana. -
-Un essere umano nella nostra terra sacra! - gridò il vecchio. Gli altri si guardarono increduli. Voci si innalzarono dalla folla gridando il fallimento di Maduin. Lui non si mosse, sostenendo lo sguardo del vecchio.
-Maduin non ha colpa. - pronunciò una voce. Una donna alta dalla pelle azzurra si fece avanti. -Il cancello è sempre stato aperto. La via è sempre stata libera. -
-Ma nessun umano è mai stato capace di vederla. - rispose il vecchio. -Sono troppo occupati ad odiarsi e uccidersi a vicenda! - Si girò, posando nuovamente lo sguardo sulla donna.
-Anziano, la responsabilità per questa donna è mia. Richiedo la sua incolumità. -
Le parole di Maduin attirarono gli sguardi di tutti.
-L’umana deve essere rimandata indietro, Maduin. Prima che possa vedere il nostro mondo, prima che possa vedere noi. -
-Dovremo aiutarla, prima. - disse la donna di prima. L’anziano le lanciò un occhiata gelida.
-Ha ragione, è la nostra terra, lei è ora sotto la nostra responsabilità. - affermò una voce tra la folla.
-No, questo è un cattivo presagio, dovremo ucciderla! - considerò un’altra. Le proposte si susseguirono finché l’anziano non impose il silenzio con un colpo di bastone.
Maduin si avvicinò e raccolse il corpo immobile della donna.

-Per secoli siamo rimasti nascosti agli occhi dell’essere umano! Per secoli abbiamo nascosto la nostra esistenza! -
Il lungo tavolo rettangolare tremò. Le fiamme nelle candele accelerarono i loro movimenti.
-Perché non teniamo in considerazione la nostra storia? Gli umani e gli esper combatterono fianco a fianco nelle grandi guerre. -
-L’umanità è cambiata. - Le parole dell’anziano echeggiarono nella sala. Gli sguardi erano concentrati su di lui, chiedendo risposte e decisioni. -Maduin, la donna? - chiese ad un certo punto.
-Sta riposando, il viaggio attraverso il cancello non è stato privo di conseguenze. - rispose il guardiano. Teneva le braccia incrociate e lo sguardo sul tavolo. Dentro di lui, premeva la paura per il proprio fallimento.
-La donna umana deve tornare indietro. - fu l’intervento di uno. -Non possiamo rischiare l’arrivo di altri in un prossimo futuro. -
Voci di conferma risuonarono nella sala. Il vecchio rimase in silenzio.
-Il suo corpo non è nelle condizioni adatte per sopportare un viaggio di ritorno. Propongo di aspettare. - fu a proposta di Maduin, che molti accolsero con sgomento, altri invece rimasero in silenzio. L’anziano raccolse il suo bastone, e aiutandosi, si alzò.
-Lei è tua responsabilità Maduin, non dimenticarlo. Il concilio ha deciso, la donna resterà nel villaggio finché non sarà nelle condizioni necessarie per essere rispedita indietro. -
L’umanità è cambiata.
Le parole risuonarono nella mente di Maduin mentre guardava il vecchio allontanarsi lentamente.
Gli esper e gli umani non sono fatti per convivere.




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