Eccovi la nuova long! Come avevo previsto
non sono riuscita a resistere a lungo!!
Ci vediamo in
fondo…
Buona lettura!
Blue Lady
Primo capitolo: Super incontro
Santana osservò
con soddisfazione l’ultimo camion del trasloco andarsene, finalmente poteva
ufficialmente ritenere quella la sua nuova casa. L’appartamento era esattamente
come lo voleva, occupava l’ultimo piano del palazzo ed era spazioso e moderno. Un enorme vetrata dava sul terrazzo, che permetteva di
guardare l’intera città.
La donna si appoggiò alla balaustra
osservando New York. La sua città. Sospirò, aveva pianto la prima volta che ci era arrivata, odiando tutto, il traffico, i palazzi,
persino l’aria. Aveva dodici anni e i suoi genitori avevano deciso che
sarebbero andati a vivere nella grande mela lasciando
l’Ohio e Lima.
Santana rientrò chiudendo il vetro
dietro di lei, su una parete c’erano i suoi più grandi successi, i servizi
giornalistici che l’avevano resa famosa, la sua lingua tagliente e la sua
estrema sincerità le avevano fruttato la popolarità e
il rispetto. Ma non fu quelli che lei guardò, c’era
una foto, la foto di due bambine. Quando suo padre l’aveva
scattata loro ne erano inconsapevoli, dormivano. Santana sorrise,
ricordava quel giorno, avevano passato la giornata insieme ed erano esauste,
lei almeno lo era e si erano addormentate sul suo letto, abbracciate. Si
allontanò dalla foto che aveva fatto incorniciare e si sedette alla sua
scrivania, doveva scrivere un nuovo articolo, la redattrice non era una donna
paziente, neanche con lei.
L’ufficio era caotico come tutte le
mattine, le notizie non dormono mai, diceva sempre la redattrice e di sicuro lì
nessuno osava dormire.
“Lopez! E’ pronto quell’articolo?”
Le urlò la donna vedendola entrare, Santana sorrise alzando il fascicolo, “Becky! Chiama in tipografia digli
che l’articolo di prima pagina è in arrivo!” La segretaria della redattrice
scattò ad obbedire e Santana le lasciò le sue pagine, frutto di un lavoro di
numerose settimane.
Santana si diresse rapida alla sua
scrivania, che era come sempre un caos assurdo. Si sedette iniziando a
visionare le mail, varie minacce alla sua vita, inviti
a numerosi party, richieste di colloqui, offerte di lavoro,
il solito insomma. Girò le minacce alla polizia, perché le controllassero e
cestinò il resto, non aveva tempo per le feste e non le interessavano altri
lavori.
Si alzò per andare a prendere un
caffè e rimase lì bloccata. Dall’ascensore stava scendendo una ragazza. Stava
ridendo insieme allo sfigato che si occupava della
rubrica sportiva, persino da laggiù lei riuscì a sentire la sua risata, si
voltò rapida trattenendosi dal nascondersi dietro la scrivania.
Cosa ci
faceva lì? Era venuta per lei? Si tolse gli occhiali cercando
di calmarsi, andiamo lei era Santana Lopez! Aveva guardato negli occhi
assassini, mafiosi e politici corrotti ed ora tremava al pensiero di parlarle?
Prese un profondo respiro e si
voltò di nuovo, della ragazza però non c’era più traccia. Agitata iniziò a
percorrere la stanza con lo sguardo, trovò Finn Hudson, il responsabile degli
articoli sportivi che chiacchierava con Rachel Berry,
l’esperta di spettacolo, ma di lei nessuna traccia.
Stava impazzendo? Forse si era solo
confusa, forse non era lei, erano passati così tanti anni…
Poi la sentì di nuovo, la sua risata.
Stava uscendo dall’ufficio della
redattrice Sylvester e stava ridendo con Becky. Proprio lei si voltò a guardarla indicandola.
Santana incrociò il suo sguardo, era ancora più azzurro di come lo ricordava.
La ragazza
sorrise, non solo con le labbra, ma con tutto il volto, per poi muoversi
verso di lei.
“San!” Disse solo poi la rinchiuse tra le braccia. Santana chiuse gli occhi mentre
si abbandonava tra di esse, quanto le erano mancate?
Si separarono rimanendo ancora in
silenzio, guardandosi, come se cercassero l’un l’altra
la bambina che avevano conosciuto.
“Wow, sei più bella ancora che
nelle foto!” Le disse lei facendola arrossire,
“Brittany… sono contenta di
vederti…” Ok, doveva dire qualcosa no?
“Anche io sono felice!” La ragazza sorrise di nuovo poi si strinse nelle spalle, “Mi
fai vedere l’ufficio?” Santana la guardò perplessa,
“Vuoi…vuoi
vedere l’ufficio?”
“Sì, la Sylvester
mi ha assunto, quindi…” Santana sentì una fitta di delusione, e così era venuta per lavorare, non per lei… che stupida anche solo
per averlo pensato! Non si vedevano da anni!
“Ma certo!
Di cosa ti occupi?” Da quello che si ricordava
Brittany non aveva una propensione per la scrittura, era lei quella che le
passava i compiti e le correggeva i temi prima che li consegnassero
all’insegnate.
“Fotografia! Dicono che ho una
visione differente del mondo…” Si strinse nelle spalle
sorridendo ancora. Santana la imitò, ricordava come quel sorriso la facesse sentire bene da piccola.
“Vieni” Disse solo e fu sul punto,
davvero sul punto di prenderle la mano, ma riuscì a bloccarsi.
“Allora, l’ufficio è diviso per
settori, economia con Quinn Fabrey,
sport, Finn Hudson, spettacolo, Rachel Berry e Kurt Hummel, cronaca rosa Sugar Motta e poi ci sono io
politica e cronaca…” La ragazza l’aveva seguita salutando le persone che man
mano lei le indicava, “Ovviamente ti ho nominato solo i capo
di settore, ci sono un sacco di galoppini che fanno il lavoro sporco…” Santana
le indicò con il braccio le numerose persone che si muovevano indaffarate
nell’ufficio.
“Nei sotterranei c’è la tipografia
e qui…” aprì una porta, “Ci sono i fotografi…” Nella stanza c’erano alcune
persone, ma era chiaro che non c’era la stessa
atmosfera palpitante dell’enorme ufficio dei reporter.
“Ragazzi, questa è Brittany, e lavorerà con voi.” I fotografi nel vederla si erano subiti
alzati ma scoprendo il motivo della sua presenza si rilassarono, nessuno voleva
lavorare con lei, certo, c’era un ottima possibilità
di vincere un premio pulizer e di avere la propria
foto in prima pagina, ma lei era conosciuta per essere un tantino acida e poi
quando si calava in un articolo non lo mollava e pretendeva lo stesso da quelli
che lavoravano con lei.
Si fecero avanti presentandosi e
stringendo la mano alla ragazza.
“Brittany S. Pierce?”
Chiese un ragazzo biondo, Santana cercò di ricordare il suo nome, Sam, sì doveva essere così, “La Brittany S. Pierce della foto Temporale?” La ragazza annuì e lui le
stinse di nuovo la mano entusiasta, “Adoro quella foto, semplicemente geniale!”,
“Ti ringrazio…” Guardò Santana che
non poté non pensare che era bellissima.
“Lopez!” L’urlo della redattrice la
fece sobbalzare,
“Devo andare… ci vediamo dopo?”
Chiese e la ragazza annuì,
“Pranziamo insieme?” Le chiese e
Santana sorrise,
“Sì, a dopo” poi si affrettò a
raggiungere l’ufficio della Sylvester.
“Wow! Pranzi con la Lopez! Non ti invidio per niente!” Sam
rabbrividì e lei lo guardò perplessa,
“Perché?”
“Beh… lei è un po’…” Cercò la parola adeguata poi disse, “Autoritaria…”
“Dì pure stronza!”
Intervenne una ragazza di origine orientale che si era
presentata come Tina. Brittany scosse la testa,
“Oh no, Santana non è così!” I
fotografi le fecero alcune smorfie scettiche e lei aggiunse, “Eravamo molto
amiche da piccole, so che non è una stronza…” Sam si strinse nelle spalle, poi sorrise,
“E’ un onore averti nel gruppo!” Le
assegnarono una scrivania e le spiegarono come funzionavano le cose alla
redazione, ma Brittany li ascoltava solo con un
orecchio l’altro era fisso su Santana.
Si erano incontrate a pranzo e lì
davvero si erano ritrovate, malgrado le loro vite si
fossero separate bruscamente, malgrado fossero ormai delle donne con vite così
diverse, avevano ritrovato in pochi istanti la sintonia che le aveva legate da
bambine.
Santana percorse il vicolo con la
testa tra le nuvole, era sorprendente quanto poco fosse cambiata Brittany, le
sembrava ancora la ragazza che doveva essere presa per mano per attraversare la
strada, eppure da allora quella ragazza era diventata qualcuno. Santana era
corsa a cercare il suo nome in internet trovando svariati articoli che la
dipingevano come un genio della fotografia.
Alzò la testa rendendosi conto di
essere finita nella strada sbagliata,
“Heilà
bellezza, ci siamo perse?” Santana sentì un brivido attraversarle la schiena,
era già stata in pericolo, ma questo non significava che la cosa le fosse indifferente,
“Senti, se vuoi i miei soldi
resterai deluso, non ho praticamente niente con me…”
L’uomo che le stava davanti indossava un sudicio cappotto e aveva un cappellino
di baseball calato sul volto,
“Niente soldi? Allora cosa ne dice dei bei gioielli che indossi?” Santana sbuffò poi si
tolse l’orologio e glielo gettò,
“Contento? Finita la pratica?” Ma
l’uomo continuava a procedere verso di lei che si pentì di aver scelto i tacchi
e quel tallieur grigio, certo le stava a meraviglia, ma le impediva di correre.
“Oh… sono sicuro che hai ancora
qualcosa per me…” L’uomo si avventò addosso a lei, ma non la raggiunse mai,
perché fu letteralmente scaraventato contro il muro. Una figura lo teneva
bloccato contro l’edificio dandole la schiena,
“Non mi sembra una bella cosa
quella che stai facendo!” Disse la figura mentre l’uomo si agitava inutilmente,
“Atten…”
Si trovò a urlare Santana, il malvivente aveva infatti
estratto un pugnale che tentò di conficcare nel corpo del suo salvatore. Tentò,
perché la lama strappò i vestiti e si ruppe. Lei sgranò gli occhi, ma la figura
sembrò non notarlo, prese l’uomo e scomparì. Santana rimase immobile a fissare
il punto in cui erano spariti, non poteva essere vero, doveva essere stata
drogata, o magari aveva battuto la testa, oppure stava dormendo. Di sicuro non…
“Ecco, scusa, dovevo portarlo in
commissariato… stai bene?” La figura ora aveva un volto, mascherato certo ma…
“Brittany?” Santana scosse la testa
chiedendosi se semplicemente non fosse impazzita,
“Hei come
hai fatto a riconoscermi? Ho la maschera!” Santana iniziò a ridere, una parte del suo cervello
sapeva che era una crisi isterica, ma l’altra non riusciva
proprio a smettere.
“San…? Forse è meglio se ti porto a
casa…” E dicendo quello la ragazza la prese tra le braccia e volò via,
letteralmente! Il riso di Santana si interruppe
bruscamente, mentre lei gettava le braccia attorno al collo di Brittany,
terrorizzata.
“San?” La chiamò lei, Santana aveva
nascosto il viso contro il suo collo ed era sicura che se non fosse stata tanto
terrorizzata non le sarebbe dispiaciuta quella situazione,
“Sì?” Si chiese se era il caso di parlare con le allucinazione, ma ormai
l’aveva fatto quindi…
“Devi dirmi dove abiti, se no non so dove andare…” Santana ridacchiò poi le diede le
indicazioni.
Brittany scese dolcemente sul
terrazzo e la depose a terra. Le gambe di Santana tremavano ma riuscì a non
cadere a terra.
“Oh dimenticavo…” Brittany estrasse
da una delle tasche del costume, sì, indossava un costume blu notte, il suo
orologio,
“Grazie…” Le disse lei. Aprì la
porta vetro che dava sul terrazzo ringraziando che si potesse aprire anche
dall’esterno ed entrò in casa sua, Brittany era rimasta
fuori, chiaramente indecisa sul da farsi.
“Entra Brit…”
le disse lei, la ragazza sorrise per poi entrare nel
suo appartamento, gli occhi sgranati mentre si guardava attorno, lei aveva gli
occhi sgranati! Santana scosse la testa, il mattino dopo
avrebbe dovuto fare visita al suo medico.
Note
L’avrete capito
ha vinto Superman! O almeno la sua versione Brittana! ;-)
Ho tolto il prologo e vi ho gettato
direttamente nell’azione, niente misteri questa volta, i ruoli sono chiarissimi
nel più classico stile supereroe! Oppure Santana ha
davvero battuto la testa ed è meglio se va a trovare il medico!! ;-)))
Questo è il primo di una lunga
lista di: al prossimo capitolo!
Spero che la nuova storia vi
piaccia! Fatemi sapere!
Ciao ciao