Una lacrima nera

di DarkBlue
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Mi sentii pungere gli occhi. Quelle lacrime che non potevo versare mi bruciavano dentro più di qualsiasi altra cosa. Stando ferma nel punto in cui ero entrata iniziai a girare la testa da destra a sinistra, godendomi ogni singolo filo d’erba, ogni singolo fiore, ogni singolo particolare di Narnia. Il mio sguardo si fermò su un ragazzo, non molto lontano da me, che mi fissava e sorrideva. Lo riconobbi subito, era lui e mi sorrideva. Si spostò i capelli biondi da un lato e mi sorrise, aveva l’armatura e impugnava la spada in mano e con i miei occhi da vampiro, riuscivo a vedere un taglio vicino l’occhio che ancora sanguinava, ma non venni richiamata dall’odore così dolce del suo sangue, ero richiamata dai suoi occhi azzurri, come il cielo del Nord, che mi fissavano innocenti come un bambino. Ci fissammo per un’ eternità forse, ma stavo bene così com’ero, non volevo né avvicinarmi, né allontanarmi. Mi ero appena rifugiata negli occhi di Peter e lì stavo davvero bene. Arrivò un altro ragazzo accanto a lui, che non riconobbi e mi fece distogliere l’attenzione da Peter, perché mi sembrava molto conoscente. Assottigliai lo sguardo e lo riconobbi. Era Edmund. Molto più grande di come lo ricordavo, era alto, muscoloso e aveva l’aria di un uno maturo, un vero re, completamente diverso. Edmund notò che Peter stava fissando un punto lontano dell’orizzonte e portò il suo sguardo verso di me, si accorse chi ero e si mise a ridere e iniziò a urlare “Lunga vita alla regina Susan, che le stelle dell’Ovest siano sempre con te”. A quelle parole, il mio cuore si sciolse e ricominciò a battere, feci un enorme sorriso e un inchino, e con tutta la mia velocità corsi da loro, mi fermai di colpo quando fui a pochi metri di distanza. Peter buttò la spada a terra e si avvicinò da me, mi sfiorò la guancia. Non sentivo il vero calore da tempo ormai, il freddo di Edward non era niente in confronto al calore di Peter, che mi lasciò una scia calda, non mi accorsi nemmeno che aveva ritirato la mano subito, in quel momento così perfetto non mi ricordavo di essere un vampiro. “Sei diversa da come ti ricordo”, si accorse che io non rispondevo e così aggiunse “Ma sempre bellissima” Presa da un attacco umano, gli presi la mano, lo spinsi a me e lo abbracciai, cercando di non fargli del male, speravo che in qualche modo il calore che sentivo dentro di me, poteva uscire oltre quella barriera ghiacciata. Lui sciolse l’abbraccio e mi prese la testa fra le mani. Feci quello che mi sentivo di fare, e fu il bacio più bello del mondo, meglio di quelli di Edward, meglio di quello di Jacob, meglio di qualsiasi altro. Lui. Sentivo solo lui. Il suo calore mi travolgeva. “Ti amo” dissi. Lui mi fece appoggiare la testa sul suo petto e sentii il suo cuore battere velocemente. Sorrisi, ma ero consapevole che una piccola parte di me, quella rimasta vampiro, aveva sete del suo sangue, perché? Perché avevo appena trovato il mio cantante…




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