At
the end
Se n’era andato di nuovo ma, questa volta, per sempre.
Bulma si asciugò l’unica lacrima che le era
sfuggita, guardando Goku salire in groppa al drago Shenron e andarsene
via con la promessa di tornare cento anni dopo.
Il tempo era trascorso velocemente, troppo. Le sembrava
solo ieri quando, da ragazzina, si era messa in viaggio per cercare le
sfere del drago e, per caso, si era imbattuta in quel buffo bambinetto
dalla forza sovrumana e il cuore più puro e ingenuo che
avesse mai incontrato.
La prima sensazione che Bulma provò nel vederlo saltellare
da una parte all’altra e stupirsi di fronte
all’alta tecnologia dei suoi aggeggi, fu l’invidia:
invidia per la libertà che Goku aveva sempre avuto.
Abituata ad essere costantemente servita e sostenuta da altre persone,
la giovane erede della Capsule Corporation era rimasta affascinata
dallo stile di vita che quel bambino conduceva e dai suoi modi di fare,
così semplici e innocenti. A lei non era stata mai concessa
quella libertà: Bulma era cresciuta troppo in fretta,
circondata da inutili oggetti costosi e da persone incostanti. E
nonostante amasse quella sua tecnologia, di cui ormai era padrona,
partire con Goku e imitare il suo stile di vita le era parsa la cosa
più utile ed emozionante da fare.
Per la prima volta, anche lei si era sentita libera.
Non sapeva, però, che quel bambino avrebbe per sempre
segnato la sua esistenza e si sarebbe scavato un posto importante nel
suo cuore.
L’unica cosa che non era mai stata capace di fare era
ammettere i suoi sentimenti per lui.
Non era semplice stima, come quella che provava per Chichi, e non era
nemmeno amore, come quello che provava per Vegeta.
“Ti voglio bene, Son Goku. E te ne vorrò
sempre” sussurrò Bulma, salutando per
l’ultima volta colui che aveva cambiato la sua vita.
D’altronde, era proprio grazie a Goku se ora lei si trovava
lì, circondata dalle persone che amava e con la piena
libertà sulla propria vita.
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