DISCLAIMER:Il
mondo di Arda e tutti i suoi personaggi sono di proprietà di
Tolkien e di chiunque ne possieda i diritti.
Esgalwath
è profondamente ispirato (tanto che mi sento in obbligo di
metterlo nei disclaimer anche se non viene mai citato) a Zevran Arainai
del vidogioco Dragon Age di proprietà della BioWare che si
è unito (non carnalmente... immaginate più una
specie di possessione) al Principe degli Elfi creando questo
“nuovo” personaggio che spero apprezzerete.
Per
quanto riguarda la storia è del genere fantasy
più classico, quindi vi ricorderà moltissimi
autori, per citare i miei preferiti che sicuramente in qualche modo
avranno influenzato queste pagine potrei dirvi (escluso Tolkien
ovviamente): R.A. Salvatore, Terry Brooks, U.K. LeGuin, M.
Weis e T. Hickman, M.Z. Bradley... e molti altri... (scusatemi ma non
posso citare tutti gli scrittori di fantasy esistenti altrimenti non vi
resta più il tempo per leggere la storia)
Questa
storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere
alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.
Pairing:
Un elfo e un uomo... chi sono? Non fatevi ingannare dai nomi li
conoscete benissimo!
Warnings:
Ovviamente Slash, anche se piuttosto blando, almeno
inizialmente... Hey accontentatevi! (schivando pomodori) Non doveva
neppure esserci... ma a quanto pare non ho saputo resistere.
Rating:
Parte basso poi lo alzerò a causa di alcuni capitoli, ma per
la maggior parte è una storia tranquilla.
Riassunto:
Dimenticate tutto quello che il professore vi ha raccontato...
Prima Era... Purtroppo per Arda Melkor
è riuscito a sconfiggere i Valar e ora regna incontrastato
col titolo di Dio/Re.
La situazione peggiore è vissuta dagli
Elfi, i Priminati nonché prediletti dei Potenti, che si sono
rifiutati di voltar loro le spalle fino alla fine, e sono stati quasi
completamente sterminati nell'Ultima Grande Battaglia, i superstiti
sono diventati servitori (o peggio) nelle case degli Umani controllati
direttamente da Melkor (che nonostante la vittoria teme la loro forza)
con la magia.
Per Umani e Nani la vita non è
tanto tragica, essendosi alleati col vincitore godono di una relativa
libertà, o perlomeno della libertà di cui si
può godere sotto il giogo della tirannia, ma dopo diecimila
anni la vita scorre tranquilla, la gente accetta quello stato di cose
perché così è sempre stato e non
possono immaginare una vita diversa...
… Le persone semplici si sa non si
pongono domande sulla morale, si nasce, si lavora, si pagano i tributi
e si muore...
… Ma dove c'è un tiranno,
sempre, prima o dopo, qualcuno si sveglierà dal torpore e
vedrà la possibilità di un mondo migliore...
Sempre dove c'è un Tiranno un manipolo
di Eroi si ergerà a difendere quegli ideali da tempo
dimenticati.
Giungiamo così a quella che sarebbe la
Terza Era, se ci fosse stata la Seconda, cosa che non è
successa, hai tempi che tutti voi conoscete, ma che purtroppo non
riconoscerete...
Note:
Ricordo che quando ho parlato dell'idea di una What if? Che andava
indietro fino alla Prima Era qualcuno (non sai quanto avevi ragione
TajMa!) mi ha definita coraggiosa... folle era un termine
più appropriato... mi sono ritrovata in mano un vespaio,
tutta la storia andava riscritta per dare un senso alle cose,
tradizioni, luoghi, persino i nomi (è già... il
caro professore doveva dare un significato anche a quelli!) come poteva
essersi evoluto il mondo in un arco di più di 10.000 anni?
Pensateci sono tantissimi, la nostra Era Glaciale è finita
12.000 anni fa e guardate quanto ci siamo evoluti noi!?!
Comunque tornando al presente quella che doveva
essere una breve Fanfic su un personaggio ha cominciato a ribellarsi e
a crescere per rendere più reale questo mondo.
Spero di essere riuscita almeno in parte in questo
intento, se non ce l'ho fatta perdonatemi, e non lesinate le critiche
perché sono il modo migliore per migliorare.
Il mio nome è
Halvilisson* e sono qui per raccontarvi una storia, anzi due
storie.
La
prima la conoscete tutti è quella che avete sentito mille
volte e narra di come Melkor l'Illuminato, da solo si oppose
all'oppressione dei perfidi Valar, riuscendo a unire sotto la sua
giusta causa, la giovane razza degli uomini, quella dei nani, dei
draghi e persino le potenze rinnegate come i Balrog e gli altri
spiriti, persino gli Istari riconobbero la verità delle sue
parole, lottando contro l'oppressione dei Dimenticati.
Solo
i Priminati, restarono soggiogati dalle menzogne degli Oppressori,
purtroppo le loro menti erano semplici, poco più sviluppate
di quelle delle bestie, e come le bestie il loro animo era avido di
sangue e amavano assai la lotta, fu quindi facile per quegli sciagurati
soggiogarli e scagliarli contro il nostro Giusto Signore, e fino alla
fine Egli, seppure nella sua infinita bontà molto ci
provasse, non riusci a portare la ragione nei loro cuori feroci.
Molto
se ne dispiacque, ma per raggiungere il suo scopo e distruggere i Valar
Rinnegati, dovette quasi estinguere quelle prime creature, che, seppure
non perfette, egli amava come figli.
Cercò
con la magia di migliorare i sopravvissuti, ma dopo secoli di
esperimenti riuscì solo a creare la nuova razza degli Orchi,
che sebbene più disciplinati degli elfi, ancora indulgono
nella disobbedienza.
Più
di diecimila anni sono passati dai terribili giorni della Guerra
dell'Ira, il Nostro Signore uscì vittorioso, i crudeli Valar
vennero annientati così come i loro stolti servitori, da
allora Arda ha conosciuto solo Ere di pace guidata dalla luce di Melkor
il Pacificatore.
Pochi
Elfi sono stati magnanimamente risparmiati, perché nessuno
possa dimenticare il passato, naturalmente, vista la loro indole
aggressiva ogni Elfo deve essere registrato al Signore in persona ed
è solo Lui a poterne autorizzare la proprietà.
Fin
dalla nascita viene loro imposto un Sigillo che garantisce la loro
obbedienza e gli impedisce di far male a se stessi e ad altri, la
maggior parte di loro è tenuta come animali esotici e
curiosi nelle esposizioni delle città, dove possono essere
osservati in sicurezza, solo ai Lord più ricchi e potenti a
volte è concesso di possederne uno personale e incredibile
ma vero pochissimi tra i bordelli più eleganti hanno
ottenuto la licenza per metterne uno a disposizione dei clienti
più facoltosi e perversi, dietro ferree misure di sicurezza
e ulteriori vincoli magici.
Questa storia la
conoscete tutti, ma come dicevo c'è un'altra storia, una
storia che nessun umano dalla breve vita conosce e nessuno ricorda, che
pochissimi nani ricordano e nessuno osa raccontare, che forse tutti gli
elfi racconterebbero ma nessuno può parlarne.
Io
conosco questa storia, la sentii migliaia di anni fa dalle labbra di un
nano morente, che in quel momento nulla più temeva, insieme
a due compagni la sentimmo e non vi credemmo.
Nella
sua innocenza uno di noi racconto quelle parole al nostro Signore, il
giorno dopo la sua testa pendeva dalle mura del castello.
Il
mio secondo amico si recò dal Saggio Sire a chiedere
spiegazioni e non venne più rivisto, così nessuno
seppe mai che eravamo in tre ad aver sentito quella storia.
Con
nessuno ne feci parola, perché guardando le orbite vuote
divorate dai corvi del mio compagno avevo in fine compreso che
c'è una storia che tutti conoscono, ma è quella
sconosciuta che si avvicina maggiormente al vero.
Quel giorno feci una
scelta, scelsi la via della verità, ero uno dai Custodi del
Sapere, ma compresi quanto vano fosse quel titolo, eravamo custodi del
nulla, solo di ciò che Melkor l'Ingannatore considerava
degno conoscere.
Quel
giorno scelsi la via della pazienza, e per anni nell'ombra cercai, le
tracce del reale passato, camminai nel mondo, silenzioso come il vento,
ascoltando i lamenti sussurrati vicino al focolare, non era amore
quello che legava la gente al suo Dio-Re, ma paura, una paura
così profondamente radicata che neppure si accorgevano di
provarla.
Raccolsi
attorno a me un manipolo di saggi e sempre nascosti continuammo la
nostra ricerca, I Custodi del Sapere Oscuro ci chiamava Melkor, e
sempre ci dava la caccia, ma sfuggenti come nebbia eravamo e il nostro
potere aumentava.
Quel
giorno scelsi la via della pazienza, ma oggi dopo quasi cinque
millenni, sono qui a raccontarvi questa storia, perché
giunto è il momento di agire.
Chi
sono io? E come posso essere vissuto tanto a lungo? Come il vostro
Dio-Re e i Valar io sono eterno, vivevo alla corte di Eru
Ilúvatar, egli mi creò solo a loro inferiore, io
sono un Maiar, uno di quelli che cedette al fascino della sua voce
suadente, a quei tempi ero conosciuto come Olórin e saggio
ero considerato, saggio non lo fui davvero, ma forse non è
troppo tardi per porre rimedio.
Era ormai tarda mattinata quando un giovane uomo
percorreva i grigi corridoi decorati da arazzi dei più
svariati periodi della fortezza tra le montagne, dirigendosi a lunghe
falcate, con la tranquillità di chi conosce bene la strada
che sta percorrendo, verso lo studio del vecchio.
La fortezza di Ýridhindhren* sorgeva nel punto in cui le
Montagne Nebbiose si congiungevano ai Monti di Ferro, in una profonda
vallata scaldata dai vapori vulcanici dove il tempo non mutava mai con
le stagioni, fatta della stessa pietra grigia dei monti appariva come
un ammasso casuale di edifici, di stili e dimensioni diverse, ma nel
suo disordine presentava una certa bellezza.
Costruita in origine come uno spartano rifugio in
pietra sull'isola al centro del lago si era ampliata nei secoli con il
sopraggiungere di nuovi seguaci che nel tempo si erano uniti al Maiar,
maghi, eruditi, storici, linguisti, ma anche gente semplice con l'unico
intento di aiutare chi li aveva aiutati, tutti uniti da un unico
obbiettivo, riportare al mondo la verità sul loro Signore.
Quella che ormai appariva, soprattutto grazie
all'aiuto dei nani, come un'imponente fortezza, ospitava centinaia di
persone, organizzate in due gruppi principali, gli Eruditi e gli
Stregoni, avevano chiamato se stessi Lehtaristari* per sottolineare il
fatto di non essere influenzati da Morgoth.
Gli Eruditi si occupavano di raccogliere e
catalogare ogni tipo di conoscenza che potessero trovare, dalla
pergamena più antica alla testimonianza di un contadino, il
mosaico che cercavano di comporre era tanto ampio quanto lacunoso e
nulla poteva essere ignorato, col trascorrere dei secoli la biblioteca
del palazzo era diventata la più completa e eterogenea
raccolta di sapere si potesse trovare ad Arda.
Gli Stregoni invece cercavano di affinare i loro
poteri, anche con l'aiuto degli antichi tomi trovati dagli studiosi, in
modo da poter contrastare il potere degli Stregoni Neri addestrati da
Melkor, ognuno agiva in base alle sue doti e al suo carattere quindi
c'era chi si prodigava per curare, chi preferiva difendere e chi non
disdegnava attaccare, i più vecchi e dotati insegnavano ai
più giovani, in questo modo anche quelli la cui magia
scorreva solo lievemente nel sangue imparavano a essere utili.
Entrambi i gruppi poi collaboravano assieme per
studiare i manufatti che gli Harmairoitlar* portavano, spesso si
trattava di potenti oggetti magici che andavano maneggiati con cura.
Solo i più fidati tra loro conoscevano
la vera identità dell'uomo che tutti chiamavano Maestro, per
gli altri era solo un Istari, molto potente e molto anziano con un
grande sogno che volevano aiutare a realizzare.
Aveva l'aspetto di un vecchio il Maestro, con
lunghi capelli e la barba imbiancati, era in quel momento seduto nel
suo studio, circondato come sempre da pergamene che ricoprivano
interamente l'ampio tavolo scuro, però non stava leggendo,
comodamente seduto su una poltrona di broccato rosso che faceva
risaltare in modo bizzarro le umili vesti grige, fumava da una lunga
pipa, aspirando lentamente e osservando dalla grande finestra verso i
giardini, dove alcuni ragazzi giocavano spensierati, ragazzi che erano
nati li, ragazzi che non avevano ancora conosciuto il dolore del mondo
se non attraverso le storie dei grandi.
Quanto tempo era passato da quando era giunto su
quell'isola, quanto tempo era passato da quando il primo uomo aveva
chiesto di seguirlo, quell'uomo era morto ed era ormai polvere ma molti
erano venuti dopo di lui, non aveva voluto questo, non l'aveva cercato,
ma la decisione presa tanti anni prima era stata il sassolino che aveva
smosso la valanga e ora erano una comunità numerosa e ben
organizzata, quello che lo spaventava però era il potere
raccolto su quell'isola... quasi tutti quelli che possedevano un
briciolo di magia e non volevano sottostare all'Ingannatore finivano
per raggiungere quel luogo... strani sogni, strane coincidenze che
portavano ai giusti incontri, era successo troppe volte
perché potesse ancora credere alla casualità,
c'era un Potere all'opera nel mondo e lo aveva scelto per portare
avanti il suo disegno, ma quale che fosse questo Potere non gli era
dato saperlo, non si era mai manifestato se non attraverso quella che
molti definirebbero solo fortunata casualità... lui era al
mondo da troppo tempo per credere alla fortunata
casualità... questo Potere gli stava dando le armi per
combattere ma non quelle per vincere, non si illudeva sul fatto che la
loro piccola comunità per quanto ben addestrata potesse
sopportare un attacco ben eseguito, erano troppo pochi... L'unica cosa
che li aveva salvati fino a quel momento era la segretezza. Ma per
quanto tempo ancora potevano nascondersi agli occhi dell'Oscuro
Signore? Per quanto tempo Lui avrebbe sottovalutato una tale
concentrazione di magia? Perché era questo che faceva, li
stava cercando questo è vero, ma se li avesse ritenuti
realmente una minaccia, li avrebbe trovati da tempo. Per quanto tempo
la vita sarebbe continuata pacifica in quella valle celata dal fumo dei
vulcani e dalle alte cime?
Con questi pensieri si girò ad
accogliere l'uomo che attendeva sull'uscio aperto, un giovane dai
lunghi capelli scuri e la pelle abbronzata di chi preferisce la vita
all'aperto, gli abiti di cuoio semplici su cui spiccava una lunga e
minacciosa spada, portava un piccolo arco in spalla, certamente
più adatto alla caccia che alla battaglia, ma il particolare
che era impossibile non notare erano gli occhi di quell'uomo di un
azzurro così intenso da ricordare le profondità
dell'oceano e come l'oceano rispecchiavano in superficie le correnti
del suo animo.
-Ho sentito che mi stavi cercando Halviliss-
-Sei giunto infine amico mio, a lungo ti ho
cercato, è giunto il momento di smettere di cercare la
conoscenza e agire per trovarla, ma non posso farlo da solo e necessito
del tuo aiuto-
-Parli come sempre per enigmi, ma da tempo mi fido
delle tue parole. Parla dunque, quale missione mi attende, in quale
nuova mortale ricerca dovrò dirigere i miei passi-
-Mortali non lo sono mai state, tant'è
che sei qui a rimproverarmi o parlo forse con uno spirito?-
-Mortali non lo sono state per fato e
abilità, non certo per mancanza di pericoli-
-E sia, ma il fato ti è propizio e
l'abilità non ti manca. Ma prima di chiedere nuovamente il
tuo aiuto voglio che tu conosca l'intera storia, perché se
grandi ti erano parsi in passato i pericoli ora ti dico che niente ti
parranno davanti a ciò che sto per chiederti-
-Parla dunque, hai la mia attenzione e molto hai
risvegliato in me la curiosità-
-Ascolta perché ciò che ti
rivelerò sarà la mia condanna a morte se male ho
interpretato il tuo cuore, oggi metterò il mio destino e
quello di molti nelle tue mani-
Parte della storia che raccontai già la sapete, rivelai il
mio nome e la mia natura e poi raccontai la seconda storia, quella
udita dal nano, quella che cambiò la mia vita.
-Era vecchio il nano, molto vecchio anche per la sua razza, alcuni
dicono che avesse più di tremila anni, si chiamava Durin il
Senzamorte, e non furono gli anni a ucciderlo ma la spada di un orco,
eravamo lì quando successe, cercammo di salvarlo ma era
troppo grave, lui lo sapeva e per questo parlò. Aveva
partecipato alla Guerra dell'Ira e aveva visto la luce degli Elfi, non
la descrisse come un'aura malefica e malsana come sempre ci avevano
raccontato, ma come una radiosa luce di pace, lui aveva visto il vero
volto dei Valar, li aveva visti ritirarsi... bada bene, ritirarsi non
morire, per evitare che quella guerra tra Potenze distruggesse ogni
cosa, si erano ritirati per amore dei loro figli, tutti i loro figli.
Anche io ero lì, eppure così ciechi erano i miei
occhi che non avevo visto, ma un giovane nano aveva guardato e
ricordato, si era alleato a Melkor non perché credesse alle
sue parole ma per sopravvivere e far sopravvivere il suo popolo,
perché aveva visto la crudeltà del suo sguardo e
non voleva che i nani subissero il destino degli elfi. Per tutta la
vita era restato fedele a quell'inganno per il bene della sua gente, ma
nel momento della morte volle liberare il cuore da quel fardello. E
disse un'altra cosa, quando i Valar si ritirarono anche gli Elfi lo
fecero, e in molti erano sopravvissuti, fuggiti, celati alla vista dal
potere degli Ainur, ma non alla sua vista forse perché il
suo cuore piangeva per quel massacro... ma è importante che
lui abbia visto, ora sappiamo che quello che viene raccontato
è una menzogna e non tutti gli elfi perirono nella guerra.
A lungo ho cercato le prove a conferma di questo
racconto e infine le ho trovate, poco per volta, raccogliendo frammenti
di verità ora so che ciò che lui disse
è vero.
Ciò che ti chiedo, amico mio, se
accetterai, è ora di aiutarmi fuori da queste sale nella
ricerca dei sopravvissuti e con il loro aiuto, se negli anni l'odio non
li avrà corrotti, trovare la strada per i Valar
così da chiedere il loro aiuto-
A lungo restarono in silenzio, il giovane e il vecchio, l'uno pensando
a ciò che aveva appreso, l'altro attendendo la sua risposta.
-Mi hai dato molto su cui riflettere Maestro, non
temere per la tua vita perché nel mio cuore non
c'è amore per colui che chiama se stesso il Giusto Signore,
molto ho viaggio e poco ho visto di giusto.
Questo però non significa che
accetterò di aiutarti, molto mi hai dato da pensare e molte
domande non trovano risposta. Perché quel popolo dovrebbe
aiutare chi li voleva morti? Perché ora sarebbe diverso da
allora per la sconfitta di Morgoth? Come trovare ciò che
cerchiamo se pure un Ainur non ci è riuscito? Ma assieme a
queste domande mi hai dato anche la speranza, la speranza in un mondo
migliore, la speranza nella Luce che scaccia le Tenebre. Per questo non
ti darò subito la mia risposta ho bisogno della notte per
riflettere. Domani conoscerai la mia decisione-
-E' giusto, niente mi sarei aspettato se
non questo, ma vorrei fin d'ora che dimenticassi i miei nomi,
perché è troppo pericoloso pronunciarli fuori da
queste sale. Halviliss è il nome di chi dovrebbe essere
morto e Olórin un nome che nessuno dovrebbe ricordare. Ti
sarei grato se mi chiamassi solo Mithrandir, il grigio pellegrino,
poiché questo è il colore della nebbia in cui mi
sono celato per tanto tempo, ed è un nome che non incute
timore ne curiosità-
-Mithrandir, un nome appropriato concordo, un nome
che verrà ricordato-
NOTE:
*Halvilisson: (Halda Nascosto+Vilissë
Spirito+on)
Spirito nascosto
Ýridhindhren: (ýr Saggio+dîn
Silenzioso+idhren
Campo)
Campo del saggio silenzioso
Lehtaristari: (lehta Liberato+istar Saggio/Stregone)
Stregoni liberi
Harmairoitlar: pl. (Harma Tesori+hir- trovare) Cacciatori
di tesori
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