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ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
ORIGAMI ORI-ISHI
Sulla Sunny le
urla del capitano in gomma riecheggiavano disperate.
‘Presto!
Zoro esci dal bagno, non la tengo più!
Esci!’. Rufy saltellava mordendosi le labbra di fronte alla
porta del bagno degli uomini, invitando il compagno ad uscire il prima
possibile.
‘Muoviti!’.
Ripeteva con tono lagnoso il ragazzo.
Ai lamenti del
capitano giunse il cuoco biondo, ormai stordito ed
infastidito dalle urla del ragazzo di gomma.
‘Si
può sapere perché hai tanto da
frignare?’. Sanji squadrò il capitano ballerino.
‘Zoro
è in bagno ormai da un’ora e io me
la sto facendo sotto; Sanji aiutami!’. Il biondo
corrugò il bizzarro sopracciglio mostrando leggermente i
denti e, raccogliendo tutta la pazienza che aveva, rispose deciso al
capitano: ‘Razza di babbeo! Guarda che sulla Sunny ci sono
diversi bagni a disposizione! Usa uno di quelli sul ponte!’.
Un lampo
attraversò la mente vacua di Rufy.
‘Hai
proprio ragione’. Si batté il pungo
destro sul palmo contrario, ricevendo in seguito una sberla dal cuoco
che aveva ormai consumato la sigaretta pendente sulle labbra.
‘Zuccone!’.
Il capitano corse via salterellando e
trattenendo a stento il desiderio.
Sanji chiuse
lentamente gli occhi ed espirò profondamente
pensando alla testa vuota di Rufy.
Frugò
nelle tasche dei pantaloni in cerca
dell’accendino e di una buona sigaretta, che svelto
s’infilò tra le labbra e che accese con una fiamma
scarlatta. Ripose il compagno di fuoco e con la mano destra
afferrò il bastoncino fumante per estrarlo dalla bocca colma
di vapori al profumo di tabacco.
-Il marimo
è chiuso in bagno da più di
un’ora, chissà che starà facendo?- .
No. Non erano
affari suoi! Anche se un po’ di preoccupazione
l’aveva; si sentiva il rumore dell’acqua della
doccia che scendeva su di un corpo immobile.
‘Ehi
buzzurro sei sotto l’acqua da troppo tempo,
capisco che sei lurido ma ormai ti sarai lavato la sporcizia di dosso,
perciò vedi di uscire all’istante’.
Bussava con il dorso della mano sulla porta.
Il biondo
attese per qualche secondo una risposta dallo spadaccino,
possibilmente alterata ed inferocita dalla comanda del cuoco, ma non
giunse alcuna voce dalla camera da bagno, dove l’acqua della
doccia continuava a scorrere nello stesso suono.
Sanji
s’irrigidì cercando di ascoltare un qualche
sussurro, ma nulla. Il cuore gli balzò in gola, possibile
che quell’idiota fosse svenuto o addirittura crepato sotto
l’acqua corrente?!
Al pensiero
oscuro, con un calcio, sfondò la porta
intarsiata dal carpentiere e digrignando i denti s’introdusse
nel bagno in cui era lo spadaccino.
Ingoiò
la sigaretta da poco accesa nel vedere il corpo
massiccio del compagno che gli dava le spalle e con il capo rivolto
verso i piedi.
I capelli
verdi venivano trafitti dalle pesanti gocce che gli cadevano
sulla nuca. L’acqua scendeva sui possenti muscoli trapezi del
marimo, scivolava rapida sulle braccia forti e bagnava i dorsali della
schiena, per poi precipitare dai glutei alle gambe vigorose.
Arrossì
irrigidendosi per l’imbarazzo. Non era la
prima volta che ammirava il torace nudo del compagno, insomma non aveva
il minimo gusto del vestiario o del pudore, ma era certamente la prima
occasione in cui riusciva ad ammirarne interamente il corpo segnato da
cicatrici e vistosi punti di sutura.
‘Vattene
cuoco’. La voce dello spadaccino sembrava
leggermente rotta e in cerca di un falso tono autoritario. Non
alzò il volto e continuò a farsi lacerare il
collo possente dall’acqua pesante.
Che stesse
piangendo?
‘Sei
sordo per caso?!’. Roronoa si voltò
iracondo verso il biondo, mostrando il viso rosso e gli occhi gonfi.
Sanji stupito
chiese scusa serrando gli occhi e si congedò
alzando ciò che rimaneva della porta.
-Che stupido!-
pensò -Non dovevo entrare; ma stava
piangendo!-.
Si accorse
delle lacrime soffocate dall’acqua corrente e
dall’orgoglio dello spadaccino e si stupì della
sua visione. Roronoa sapeva piangere! Questa era una grande scoperta,
ma perché. Piangeva sotto la doccia per falsare il rossore
degli occhi e per non far sentire i singhiozzi, ma per quale
motivo piangeva? La questione lo incuriosì, comunque doveva
scusarsi con lui, era stato inopportuno e per nulla rispettoso.
Si
appoggiò alla parete che separava la camera da bagno dal
corridoio, rinnovando l’accensione di una sigaretta
illudendosi che i vapori di questa lo avrebbero aiutato a
stendere i nervi e a non pensare all’accaduto.
Era tutto
inutile. Chiudendo gli occhi ricordava immediatamente il
volto purpureo del compagno, infiammato da quelle che sembravano
lacrime.
A distrarlo
dai suoi tenebrosi pensieri furono i passi ciabattati del
capitano in gomma.
‘Aah!
Che sollievo’. L’espressione di
gaudio del ragazzo destò Sanji.
Sorrideva
contento, così il cuoco sorpreso gli chiese
spiegazioni: ‘Perché sei così felice,
Rufy?’.
‘Semplice,
ho finalmente svuotato la vescica
…’. Quella sospensione incuriosì il
cuoco.
‘…
e dato che non trovavo il bagno ho chiesto a
Franky di costruirmene uno all’istante. Hihi’. Rufy
rise gustandosi la sua felicità, mentre il biondo si arrese
alle follie del capitano.
‘Sei
davvero incredibile …’.
Consumò
anche quella sigaretta e la gettò in un
piccolo posa cenere che portava sempre con sé.
La porta del
bagno era stata riparata dalle abili mani del carpentiere,
Rufy aveva divorato il doppio della sua razione e la cena era stata
abbondante e priva di sguardi o parole tra i due rivali.
I compagni non
mostrarono particolare interesse, probabilmente
perché entrambi sembravano assorti in pensieri profondi.
Roronoa
abbandonò la tavola imbandita da frutta esotica
alcuni minuti prima che la cena avesse termine, durante la fine del
servizio del cuoco. Lo spadaccino si sedette sul ponte della nave in
cerca della frescura notturna. Inspirava profondamente la brezza fresca
di quella oscurità stellata.
‘Che
cielo splendido!’. La voce del cuoco fece
sobbalzare Zoro.
Sanji si
sedette accanto al marimo porgendogli un piatto e una
forchetta da dolce.
‘Ti
ho portato il dolce …’. Il cuoco si
accese l’ennesima sigaretta della giornata inspirandone
l’aroma con desiderio.
‘Sparisci’.
Rispose con decisione.
Sanji
inspirò nuovamente il tabacco della sigaretta ed
osservò le stelle che splendevano nel cielo di tenebra
azzurra. Ero davvero le dive magnifiche di un cielo infinito.
Passarono i
secondi nel silenzio di quella frescura. Le vele ululavano
leggermente e la bandiera nuotava nell’aria come un pesce
nero e possente.
‘T’ho
detto di sparire, altrimenti ti faccio a
pezzetti’. Il tono risoluto di Roronoa fece abbassare la
testa al cuoco che si tolse dalle labbra la sigaretta ancora fumante.
‘Senti,
volevo scusarmi per oggi … non avrei
dovuto’. La cima del bastoncino si consumava in un braciere
rosso e nel silenzio dello spadaccino.
‘Però
vorrei capire … insomma, stavi
piangendo?’. Sanji si voltò verso il compagno
cercandone gli occhi tenebrosi, ma trovò uno sguardo perso
nel suo profilo.
‘No
…’. Disse laconico.
‘Bugiardo!’.
Lo additò il biondo.
‘…
era il sapone’.
Specificò.
‘Il
sapone?! Ma non prendermi per il culo! Non avevi nemmeno
l’ombra di una bolla addosso!’. Il cuoco iracondo
si alzò di scatto e si pose davanti al compagno che rimase
attonito dalla reazione violenta. La sigaretta cadde dalle labbra del
biondo, ma continuò nel suo fumo evanescente.
‘Se
hai qualche problema parlamene! Ti considero un amico e
se hai bisogno di aiuto basta chiedere!’.
Non capiva
come potesse dire parole così forti alla persona
che più tra tutte lo faceva imbestialire.
‘Si
può sapere perché consideri tanto
cari i miei sentimenti?!’. Lo spadaccino non capiva
l’improvviso interessamento del rivale.
‘Ho
un dovere verso il mio cuore! Tu sei un mio amico
e se
sei in difficoltà devo aiutarti, razza di
stupito!’. Il volto infuocato del cuoco lo zittì
rinchiudendolo in una nube di pensieri.
Sanji
sospirò e raccolse la calma che gli rimaneva dopo
quelle brusche parole.
‘Vedi,
dopo Thriller Bark, ho paura di non poterti
più vedere sulla Sunny. Fai sempre l’eroe e non
pensi minimamente che morendo porteresti solo dolore nei cuori dei tuoi
amici. Mettiti in testa che non sei più solo!’. Il
dolce rimprovero del cuoco gli trafisse la mente come una lancia acida.
Zoro chiuse
gli occhi immergendosi in dubbi all’aroma di
tabacco.
‘Se
non vuoi parlarmene, me ne vado’. Il biondo si
voltò e fece per andarsene quando venne afferrato dal
braccio vigoroso del compagno che, alzando lo sguardo, gli chiese:
‘Se proprio ci tieni ad aiutarmi, mi daresti una mano a
finire il piatto?’. Un delizioso sorriso di vittoria e
comprensione prese vita sul volto di Sanji, che si accomodò
nuovamente accanto al piatto divisorio tra i due.
‘Non
riesci a finire una semplice ananas al maraschino? Sei
proprio uno stupido’.
I due
consumarono lo sventurato frutto esotico magistralmente
impiattato, poi il biondo accese un’altra sigaretta e questa
gli parve molto più gustosa delle precedenti.
‘Allora,
racconta. Cosa ti prende?’. Il cuoco
servì nuovamente la domanda.
‘A
volte, ripensando a Kuina, credo che non basti
né l’ambizione né la forza per
realizzare la mia promessa …’. Sanji ascoltava le
parole che scorrevano dolci sulle labbra del compagno.
‘…
lei era decisamente più brava di me
e in questo mondo devo prima superare migliaia di altri spadaccini
prima di poter riuscire a sconfiggere Mihawk’. Il cuoco
percepiva il tono quasi disgustato del marimo. Le sue parole
s’infrangevano nella brezza notturna che lasciava intravedere
una minuscola goccia sugli occhi dello spadaccino.
‘Non
sarò mai all’altezza di Kuina e non
riuscirò a mantenere la promessa’. Lo sguardo di
Zoro si posò sulle stelle che illuminavano il cielo terso.
Sanji
rifletteva sulle parole del compagno pensando che chiunque
potesse soffrire di un momento di sconforto, soprattutto dopo essersi
sentito inferiore fisicamente all’avversario che gli stava
strappando l’animo. Non poteva però credere che
l’ambizione di quello zuccone fosse evaporata completamente.
Non poteva essere così!
‘Che
fine ha fatto tutta la tua
ambizione?!‘.Balzò in piedi e serrò i
pugni, invitando il marimo a fare lo stesso.
‘Al
nostro primo incontro ti vidi capace di sfidare lo
spadaccino più forte del mondo per ottenerne il titolo, ti
vidi alzare la spada verso di lui a costo di crepare e quando questo ti
lasciò in fin di vita credetti che tu fossi completamente
pazzo! In quel momento tu promisi a Rufy che saresti diventato il
numero uno ed oggi ti ritrovo a piangerti in mano! Roronoa, tira fuori
la tua ambizione!’.
Le parole
risuonarono con vigore e potenza nel cuore dello spadaccino
che non fiatò.
‘Decisi
che ti avrei sfidato quanto saresti diventato il
migliore e quando avessi trovato l’All Blue, e adesso mi
vieni a dire di non avere più grinta. Sai che penso di
te?’. Roronoa digrignava i denti dalla rabbia.
‘Penso
che tu sia solo un pallone gonfiato, uno stronzo che
si da molte arie!’. Questo era troppo, non doveva offendere
il suo orgoglio.
‘Stammi
bene a sentire damerino, io diventerò il
migliore e ci sfideremo, ma fino a quel giorno non posso prometterti di
risparmiarti la vita, perciò bada a come parli!’.
Zoro era scattato verso il rivale con ferocia e gli scrutava
l’animo dagli occhi inferociti.
Sanji
c’era riuscito. Si sentiva più tranquillo,
aveva risolto il problema dell’amico ridandogli la speranza e
la determinazione persa assieme al sangue in quel giorno a Thriller
Bark.
I due si
scrutavano rispettosi e purpurei in volto, finché
il cuoco non si allontanò dignitosamente.
Il fumo della
sigaretta si innalzava al cielo fresco e profumato,
mentre Sanji si dirigeva verso la cucina.
‘Grazie
amico mio’. Sussurrò il marimo.
‘Di
nulla’. Sorrise felice e soddisfatto.
Il compagno
era ancora immobile, ma il cuoco poteva scommettere che sul
suo volto, questa volta, ci fossero un’enorme sorriso e
lacrime di gioia.
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Achamo
& il suo inutile monologo
”Vorrei
scusarmi con tutti i miei lettori, ma ho avuto un peridodo dolce-amaro
della mia vita in cui non ho minimamente scritto a causa della scarsa
ispirazione... mi inchino e mi scuso con tutti...
Questa One-shot è iscritta a concorso 'cè una
frase per te' di fanny_rimes.
Spero sappiate perdonarmi e fatemi sapere cosa pensate della storia. Ditemi che non sono troppo OCC... ho questa paura :/ A
presto!"
PURA
FINZIONE SCARLATTA J.
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