Ladra di dolcetti

di La Mutaforma
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Era così semplice e inebriante rubare.

Aveva il cuore che pulsava così rumorosamente tanto che per un momento aveva avuto paura che la vecchietta al suo fianco fosse riuscita a sentirlo.

Quando realizzò che la nonnina non sentiva nemmeno il nipotino che la chiamava a gran voce qualche metro più indietro si fece coraggio, e accanto a Flynn, allungò la mano e prese tra le dita il pasticcino alla crema più vicino che vide.

 

Era una bella sensazione, per quanto sbagliato fosse.

Guardando i grandi ed espressivi occhi castani del più ricercato fuorilegge del regno, le parve di cominciare a capire cosa poteva essere la vita per Flynn Rider.

Fu uno sguardo di intensa, non in quell’angolo nascosti dalle guardie, né in nessun altro posto del mondo che lentamente stava scoprendo.

Erano semplicemente altrove. Inafferrabili.

Si chiese come dovesse essere rubare una corona, fuggire, col vento che ti batte sul viso, le guardie che ti inseguono, l’adrenalina che ti sale in corpo.

Sorrise, soddisfatta, dando un piccolo morso a quel pasticcino che la tensione aveva reso ancor più dolce e desiderabile.

Leccandosi la glassa dalle labbra guardò Flynn, appoggiato cautamente al muro, sempre in guardia, e si chiese se sarebbe stata capace di vivere una vita come la sua.

 

…Forse c’erano davvero tante cose che avrebbe potuto imparare da quel Flynn Rider.

 





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