CAPITOLO
2
Il
mattino seguente House si svegliò per primo,
sbadigliò vistosamente e guardò
verso il proprio petto: stretta a lui stava Cameron, ancora
profondamente
assopita, con un tenero sorriso sulle labbra.
Il
diagnosta si concesse un paio di minuti per contemplare la sua figura,
semicoperta dal lenzuolo, poi decise di svegliarla… diede
due colpetti di
tosse, dal canto suo, lei si limitò a stringersi un
po’ di più a lui, poggiando
la sua guancia più in profondità nel cuscino.
House
tossì di nuovo, più forte, e finalmente Cameron
si svegliò…
Aprì
gli occhi lentamente, ed immediatamente incrociò quelli del
suo capo, la
guardava con aria eloquente, spostando lo sguardo da lei alle sue
braccia che
lo cingevano. Quando ebbe capito lei si ritrasse immediatamente, quasi
si fosse
scottata… nel giro di alcuni secondi tutte le emozioni che
li avevano travolti
durante la notte svanirono, lasciando posto solamente ad un grande,
nervoso,
imbarazzo…
Allison
tentò di coprirsi meglio con l’angusto lenzuolino,
ma nonostante tutto i loro
occhi non smisero un attimo di rimanere incrociati, i loro sguardi
fusi, l’uno
nell’altro… aprì la bocca per dire
qualcosa, ma poi cambiò idea e la richiuse,
lui la guardò, per un lungo istante non disse nulla, poi,
finalmente, parò:
-credo che dovresti andare…sai, se ci vedono arrivare
insieme penseranno che
noi…- lasciò volutamente cadere la frase,
sperando in una reazione di lei, che
invece si limitò ad annuire, -già…
potrebbero pensare male!- esclamò sicura
mettendosi a sedere nel letto, voltando le spalle ad House che ancora
era
coricato.
Trasse
un profondo respiro, poi senza voltarsi, la schiena nuda rivolta
all’uomo
disse: -vuoi che me ne vada?-, lui non disse nulla, la sua mano si
mosse e con
un dito andò a percorrerle la spina dorsale, provocandole un
leggero brivido…
-sai che non puoi restare…- le disse in un sussurro, -non
posso o non vuoi che
resti?- lo sfidò lei, voltandosi per guardarlo, lui le mise
le mani sui
fianchi, e la avvicinò a se, riportandola a stendersi sul
materasso, le diede
una bacio, passionale, -vorrei stare qui con te tutto il
giorno… ma non si
può!-, nonostante il suo tono di voce fosse tenero, non la
guardò mai in volto,
quando lei tentò di incrociare i loro guardi i suoi occhi
celesti saettavano
altrove, percorrendo le sue morbide curve, o le pareti della stanza.
-Perché
non mi guardi?- gli chiese fredda, lui si strinse nelle spalle e non
rispose,
fino a quando lei non gli lanciò un’occhiata,
talmente profonda, che lui si
decise a parlare di nuovo, -ho paura di ferirti…- lei
sorrise, ma lui non la
fece parlare, e proseguì: -quello che è successo
stanotte è stato bellissimo… e
anche il bacio nel mio studio lo è stato…
ma… io non penso che dovrebbe
ripetersi- a queste parole l’espressione di lei si
indurì, lui continuò, con
voce più fredda, -so già che ti stuferai di me!
Ho il doppio della tua età,
sono il tuo capo, sono un bastar…- lei lo interruppe
–hai ragione, è assai
probabile che io mi stufi di te…- House cercò
disperatamente in quelle parole
prive di sentimento una sorta di spiegazione, come a volersi convincere
che la
donna le avesse dette solo per proteggersi, ma non vi trovò
nulla, se non
sincerità…
Cameron
si vestì alla svelta, sapeva di avergli fatto male, ma non
aveva potuto frenare
le parole, non era riuscita a zittire i propri pensieri…
davanti alla porta di
casa si fermò, la mano sulla maniglia, lui la scrutava,
appoggiato al muro, la
sua espressione era indecifrabile, ma il dolore era visibile, come una
maschera
che ancora una volta avrebbe dovuto indossare…
il secondo capitolo è
finito, il prossimo sarà l'ultimo! ho già in
serbo un'altra storia comunque... ma vi anticiperò alla
fine...
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