Nota: il nome della ragazza (estel), lo sappiamo, è stato impropriamente
“rubato” ad aragorn perciò chiediamo scusa. Leggete e vi prego recensite.
CAPITOLO 1:perline di vetro
Estel stava scappando dal suo villaggio,forse era questa la spiegazione alle
sue lacrime,al suo volto serio .dopo due ore trascorse in quel modo si addentrò
nel bosco che fino ad allora aveva costeggiato e si sedette sopra un sasso ,
chiudendo gli occhi. cercava di fermare il flusso impetuoso di pensieri nella
sua testa ,provando a ricordare con tutte le sue forze quella sera di sei ani
fa…
La musica era calda e allegra, riempiva la sala già riccamente addobbata e
poi-estel non ricordava bene-il grande tavolo al centro della sala ricolmo di
dolci e di fiori. E le risate , le risate di lei e di silnen. Silnen…da quanto
tempo era scomparsa?Estel conservava perfettamente nella memoria il ricordo dei
loro giochi e delle loro corse,e poi quella sera , e la festa.. lei e la sua
amica avevano ballato tanto,finché la musica continuava non c’era modo di
preoccuparsi e loro non smettevano di muoversi nei loro eleganti vestiti quasi
riuscissero così a scacciare la tristezza ,la paura della guerra imminente…In
occasione della festa estel era stata tutta la giornata a prepararsi,con sua
madre dato che aveva solo dieci anni, aveva aspettato per un’ora immobile su una
sedia che sua madre finisse di intrecciarle nei capelli perline di vetro . aveva
aspettato un’altra ora perché sua madre finisse di metterle bene il suo
vestito,il suo bel vestito verde nel quale i fili d’argento erano ricamati in
modo perfetto ,formando un legame indissolubile tra la persona ed esso ,in un
unico sfavillio di colori. appena il meticoloso lavoro fu terminato estel si
ricordava di essere corsa allo specchio e….di non essersi piaciuta. Non perché
non fosse stata abbastanza bella ,ma perché si vedeva strana, diversa e non si
riconosceva con quella bambina che sorrideva nello specchio.
Arrivata alla festa aveva trovato silnen e tutto aveva perso importanza
perché quando c’era lei contava solo esistere. dopo un po’ di tempo trascorso a
ballare ,o meglio a saltare, le due bambine si erano appartate di fuori e sul
balcone del palazzo si erano messe guardare le stelle.
_guarda cosa ho trovato ieri! Aveva detto silnen e le aveva porto una piccola
pietra liscia e viola ,bucata a un’estremità.
_è bellissima!
_è tua! Aveva esclamato ,così, semplicemente:era fatta così
_ma…..ma….. estel non sapeva cosa dire,avrebbe voluto ricambiare e allora non
disse nulla e si tagliò una treccia.
Le perline erano cadute ,tranne una che era rimasta impigliata tra i capelli
castani della treccina.
Silnen aveva afferrato la treccina ,raggiante, e se l’era legata al polso
come fosse un braccialetto.
Le due bambine si erano poi addormentate ,accarezzate dal vento.
Della mattina dopo la festa estel non ricordava gran ché….l’odore acre di
incendio che riempiva il pensiero.. immagini distaccate le comparivano nella
mente e le ritornava nel corpo la paura ,la paura senza fine e senza motivo,la
voglia di piangere,il sentirsi perduta… gente che scappava…urla .fiamme… di
nuovo urla e poi…le mani di sua madre che la afferravano e la portavano lontano
da silnen,le chiudevano gli occhi …………..e poi di nuovo il silenzio ,inesorabile
e sconfinato chele riempiva la testa ma la rendeva vuota dentro. Erano passati
sei anni da quel terribile risveglio ,sei anni da quando gli uomini dell’est
avevano attaccato il suo villaggio a gondor ,sei anni da quando silnen era stata
catturata,sei annida quando i sui genitori e i superstiti avevano abbandonato
quelle desolate regioni dell’ovest per recarsi nel mark ,al”sicuro”. durante
quei tristi e freddi anni estel aveva dovuto imparare a usare la spada e a
cavarsela da sola anche se aveva disperato bisogno di compagnia e di amici. non
conosceva nessuno che avesse la sua età o la voglia di fermarsi ad ascoltarla
perciò tutte le volte che si sentiva sola il suo pensiero correva a silnen .la
pietra che gli aveva lasciato la portava al collo e passava infiniti momenti a
rimirarla . finchè una mattina si era stancata di non agire.basta.BASTA.aveva
deciso. era corsa via alle prime luci dell’alba con il solo pensiero di
ritrovare silnen,non aveva importanza come .
Riaprì gli occhi di scatto: stava scendendo la sera…avrebbe dovuto sbrigarsi
e trovare una locanda,altrimenti avrebbe dovuto dormire nel bosco . dopo
mezz’ora di cammino sulla strada maestra vide luci soffuse provenire da finestre
a circa dieci metri di distanza,corse incontro a quelle luci e si ritrovò
davanti a un insegna che diceva: “osteria del ceppo d’oro”. Entrò nella locanda
,e guardandosi intorno vide un ambiente allegro ,attorno ai tavoli era radunata
gente di tutte le razze: nani,tra un bicchiere di birra e l’altro, discutevano
animatamente sui diversi metalli nobili e ognuno decantava la propria abilità
nel lavorarli. Ad un altro tavolo erano riuniti cinque uomini che cantavano
allegramente una vecchia canzone che piacque subito a Estel :
Guarda fastitocalone
Nel mare si trova più di un mostro
Ma nessuno pericoloso come questo:
Perciò se volete salvarvi la vita seguite il mio consiglio
Dei marinai il consiglio seguite
E non sbarcate su isole ignote
O ancora meglio
Nella Terra di mezzo la vostra vita fugace
In pace
trascorrete
finita la canzone tutta la locanda applaudì e ne chiese un’altra e quelli
intonarono un strana melodia
c’è una locanda,un’allegra locanda
sotto un vecchio colle grigio
Ove la birra è così scura
Che anche l’uomo della luna
È sceso a berne un sorso……..
Estel non rimase ad ascoltare il resto e andò a cercare l’oste. questi le
domandò per quanto tempo sarebbe rimasta
- si tratta solo di due giorni. Vorrei una camera .- rispose
-certo , abbiamo camere per tutte le esigenze,ve ne mostrerò una che fa
proprio al caso vostro e….
ah giusto ,penso che vorrà la cena,abbiamo ottime minestre e oggi ho
preparato pollo alla birra coi funghi e torta di pane al formaggio…….ma
ditemi,da dove venite? È da molto che viaggiate?…allora cosa volete per cena
?avete deciso?_
chiedeva curioso l’oste senza dare il tempo per rispondere. A Estel la sua
invadenza divertiva, anche perché si vedeva chiaramente che non aveva cattive
intenzioni .
-sì ho deciso -rispose ridendo-prenderò il pollo con i funghi,come bevanda mi
basta l’acqua,no,non vengo da molto lontano ,no ,è da poco che viaggio!
L’oste sorrise e l’accompagnò alla sua camera. Quella sera quando si
addormentò Estel si senti stranamente felice e libera e sentì finalmente le sue
preoccupazioni cadere tintinnando come tante perline di vetro.