Father and son
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It's not time to make a change
Just relax, take it easy
You're still young, that's your fault
There's so much you have to know
Find
a girl, settle down
If
you want, you can marry
Look at me, I am old
But
I'm
happy
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I was once like you
are now
And I know that it's not
easy
To
be calm when
you've
found
Something
going on
But
take your time, think a lot
I think of everything you've got
For
you will still be here
tomorrow
But your dreams may not
*
-Cat Stevens-
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Kurogane se ne stava immobile, in piedi su di una roccia che
emergeva da uno specchio d’acqua. I suoi occhi erano chiusi, ma la benda che
era legata stretta sui suoi occhi gli avrebbe comunque
impedito di vedere alcunché. Cercava di concentrarsi senza farsi prendere
dall’agitazione, ma l’attesa del colpo che sapeva sarebbe arrivato prima o poi lo rendeva nervoso.
Avvertì un guizzo alla propria sinistra, un movimento appena
percettibile, fece per reagire, ma qualcosa lo colpì alla spalla con tanta
forza da farlo finire in acqua.
Mentre riemergeva, liberandosi
della benda che gli impediva la vista, sentì netta e chiara una risata
provenire dalla riva dello stagno.
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“Uffa papà! E’
difficile!” sbuffò il bambino, mentre il padre gli
asciugava la testa con un panno.
L’uomo rise ancora di gusto, strofinando per bene i capelli
scompigliati del figlio e godendosi i suoi strilli di protesta.
“Eh… forse sei ancora troppo piccolo…” commentò,
pregustandosi già la reazione indispettita del bambino.
“Non è vero! Non sono piccolo! E’ solo che questo è un
esercizio stupido!” esclamò per l’appunto Kurogane.
“Ah, è stupido?” domandò sempre più divertito l’uomo.
“Sì! Stupido e inutile! Io voglio imparare l’Hama Ryuu Oujin!”
Il Signore di Suwa esplose in un’altra fragorosa risata, con
immenso disappunto del figlio.
“Sei fissato con quella tecnica, figlio mio! Te l’avrò
mostrata almeno un centinaio di volte, ormai!”
“Ma io voglio impararla!”
Ancora una risata ed un altro sbuffo spazientito.
“Sai come ho fatto io ad impararla?”
La curiosità scintillò negli occhi del bambino cancellando
ogni traccia di malcontento.
“No, come?”
“Facendo ogni giorno gli esercizi che mio padre mi diceva di
fare!”
“Il nonno ti faceva fare questi
stupidi esercizi?”
“Sì! E credimi… sono tutt’altro che stupidi!”
“Sarà…” commentò Kurogane con fare scettico.
“Aspetta e vedrai. Mio padre ha insegnato a me in questo
modo così come suo padre aveva insegnato a lui… E i
Signori di Suwa sono sempre stati i guerrieri più forti di tutto Nihon!”
“Anche io diventerò forte come te,
papà?” Lo sguardo del bambino ora scintillava di speranza.
“Sicuro! E un giorno insegnerai
tutto questo a tuo figlio!”
L’uomo sorrise alla vista dello
sguardo sconvolto ed imbarazzato del bambino.
“Io non voglio avere figli!”
“Beh… in effetti… prima dovresti trovarti una moglie…”
“IO NON VOGLIO UNA MOGLIE!!!”
Il Signore di Suwa rise di nuovo dell’indignazione del figlio
“Un giorno li vorrai…” gli disse con fare condiscendente,
dandogli un buffetto sulle guance gonfie per l’arrabbiatura.
“NO!!!”
“Fidati, un giorno accadrà…” l’uomo gli si
inginocchiò davanti e gli mise le mani sulle spalle. “…e quando avrai una famiglia tua, dovrai averne cura.
Insegnerai ai tuoi figli ad essere forti, ma sarai sempre al loro fianco,
pronto ad aiutarli qualora non dovessero farcela da
soli. Starai accanto alla persona che amerai facendo tutto
ciò che è in tuo potere per proteggerla e renderla felice…”
Kurogane vide qualcosa negli occhi del padre, un bagliore di
tenerezza ed una scintilla di malinconia, una luce che gli compariva negli
occhi quando gli voleva dire qualcosa di veramente importante, e subito
rinunciò ad ogni protesta.
“…e se incontrerete delle
difficoltà, tu dovrai stare saldo per tutti loro. Tu sarai la loro forza.”
“Come te, papà?” sorrise il bambino.
“Sì…” rispose con un altro sorriso il padre. “Come me.”
“Perché essere forte serve a
proteggere le persone a cui voglio bene, giusto papà?”
“Proprio così!” L’uomo si rialzò in piedi, scompigliando con
affetto la testolina bruna del figlio.
Kurogane si fece pensieroso per qualche
istante, poi afferrò la benda corse verso lo stagno.
“Ricominciamo gli esercizi, papà!” gli disse bendandosi gli
occhi.
Il Signore di Suwa si diresse verso la riva con un sorriso
carico d’orgoglio.
Aveva ancora molta strada davanti a sé, eppure l’uomo in
quel momento era già certo che suo figlio un giorno sarebbe diventato davvero
un padre meraviglioso.
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Owari
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Dedicato a tutti i papà, a due dimensioni e non…