[Scivola]
Il libro scivola via, le parole continuano a scorrere
ancora un po’ nell’aria della stanza, quasi accavallandosi per poi
rimanere sospese, in attesa. Il libro cade a terra, con un tonfo sordo che
dipinge un’espressione interrogativa sul volto di lei. Quando gli occhi si
rialzano, incontrano i suoi.
[Scivola]
La mano scivola sulla sua gamba, con un movimento fluido
l’attrae a se e il corpo di lei reagisce con un sussulto per il gesto
inaspettato, la matita che raccoglieva i capelli scivola via, liberandone
il crine che si presenta timido. Le mani di lei si posano istintivamente sul suo
petto, vicino alle spalle: gli occhi con cui guarda la sua timidezza sono
brillanti, sembra quasi respirare il suo corpo, il suo volto, la sua espressione
pudica.
[Scivola]
Il ginocchio è tra le gambe di lui, se così non fosse cadrebbe
tra le sue braccia dunque lei può accettare un compromesso per salvarsi. Le sue
mani scivolano sulla schiena di lei, a sottolinearle che sta
rabbrividendo, che la donna forte si sta sciogliendo. Ci gode sommessamente nel
saperla quasi in trappola, nel sentire la sua corazza sciogliersi, nel saperla
in balia dell’imprevisto, di lui. Lei non lo guarda.
[Scivola]
Lei non lo guarda, non ci riesce, non sa cosa si deve e non si
deve fare. Se solo potesse, le piacerebbe raccogliere il libro caduto e
ricominciare a studiare come se nulla fosse successo. Ma non può farlo, non
questa volta. Il coraggio scivola via come acqua e lei si sente sperduta
tra le braccia di lui. La distanza diminuisce sempre di più, mentre gli occhi di
lui si velano. Cosa significa tutto questo? Non pensare, lasciarsi andare, il
solito mantra. Una guancia da accarezzare, occhi da baciare, labbra da sfiorare,
dimenticare la paura del dopo e mormorare una sola parola:
[Scivola]
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