Per la prima volta.

di Inc
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Era passato del tempo, abbastanza per rendersi conto; qualche mese e qualche giorno.Le foglie d'autunno erano gracchianti sotto le suole dei piedi nudi e appagati dalla rugiada che solleticava il freddo inverno dei sospiri.

Anche questa volta era morta, morta davvero.

Ma nessun grumo di rossa essenza colorava il suo ventre dissipato: la lussuria aveva lasciato posto al vuoto cosmico del respiro refrattario.
Chiuse gli occhi.
Non era inerme, nemmeno consapevole.
Era stanca, stanca delle parole proverbiali sulla fine esistenziale.

Anche questa volta era morta, morta davvero.

Così, sotto lo sguardo perspicace delle querce e quello ingenuo delle edere si avventò sulla fine senza inizio e proseguì addentando spudoratamente le carni non umane del dissapore malato dell'amore.
Le spuntarono ali del pensiero e volò oltre il confine umano del dolore fisico. Si trovò nella valle della moderazione e si sentì sconsiderata, pullulava di salsedine e sotto le unghie c'era sabbia, sabbia di un lontano mare, un mare di ciottoli e frottole.
Riaprì gli occhi.

Anche questa volta era morta, morta davvero.

Una libellula si poggiò sul seno nudo e fuggì via tremolante.
Sui cadaveri viventi non ci si posa, era l'ordine del giorno dell'ira furente del piacere carnale.
Uno strappo al cuore, lo stomaco si strinse e risalì ogni singolo acido bruciando la lingua.
E così si rese davvero conto di quello che era.


 

Questa volta era morta, morta davvero.  
Per la prima volta. 


 



























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è così.
certe cose sono così.
escono impetuose e vorrebbero rientrare subito al loro posto.

L





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