La
Bess di Settembre
Schon funkelt es
hell am Firmament.
Hat je wer
für dich all die Sterne gezählt?
Ein Traum wird dich
holen, dich auserwähl'n.
Flieg mit ihm dahin, lass dir Märchen
erzähl'n!
- Bess!
Prese la bambina per la vita e la
fece volteggiare in aria, fino a farle perdere la cuffietta: i bei
capelli
biondi si aprirono come un ventaglio di riccioli contro il cielo
azzurro. Lei rideva,
strillava ilare.
- Su, fatevi dare un bacio – lei
allontanò la guancia rossa e fresca – voglio solo
salutarvi. Ecco!
- Andate via subito? – la bambina
s’incupì.
- Ovviamente no. Oggi la mia
principessa compie tre anni, come potrei non stare con voi?
Lei gli prese il viso con le
manine fresche e gli stampò un bacino sulle labbra ancora
socchiuse.
- Bess, Bess! Ve l’hanno mai
detto che siete una bambina pestifera?
- No! Io sono una brava bambina,
Artie! – sorrise lei, trionfante.
Arthur la osservò ancora con
affetto e sollecitudine e l’abbracciò, accucciato
sull’erba umida.
Lei affondò il viso nell’incavo
tra il suo collo e la spalla: - Perché non sei venuto a
trovarmi prima?
- Perché avevo un compito
importante da portare a termine – spiegò,
scostandole con delicatezza un
ricciolo biondo dalla fronte – e poi è oggi il
vostro compleanno!
Si accorse che lei lo fissava con
uno sguardo un po’ affascinato, un po’ impaziente e
un po’ deluso.
- Venite qua – disse, tornando al
cavallo, che brucava l’erba di Hatfield con grande
tranquillità.
Sotto gli occhi brillanti di
Bess, aprì la sacca appesa alla sella e, con la lentezza
tipica di un attore,
ne estrasse un fagotto di seta rossa. Lo strinse con entrambe le mani e
si
rivolse alla bambina con il naso all’insù,
esclamando sorpreso: - Cosa aspetti?
– lei arrossì vistosamente, torturando le trine
dell’abito.
- Bess? – si chinò alla sua
altezza. Lei si nascose.
- Bess – ripeté con impazienza. –
Ho qualcosa per te. Non lo vuoi? Dovrò darlo a qualche altra
bambina!
- No! – gli prese le mani, per
fermarlo – Lo voglio io, ti prego!
Piano, Arthur svolse il fagotto:
all’interno c’era una scatola di bonbon e una
bambola di porcellana.
- Sono andato a prenderteli in
Italia, sono stato bravo? Dimmi di sì, oppure mi rattristo!
– spinse in fuori
il labbro inferiore, come se fosse stato sull’orlo delle
lacrime.
- Sì, Artie!
Sei stato bravissimo, il mio
cavaliere! – gli buttò le braccia al collo.
Lui socchiuse gli occhi e le
carezzò la schiena con le grandi mani: - Viva la mia Bessie!
– rise.
|