Il lupo senza nome

di pollama
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1° capitolo
 
 
«Il mondo è cambiato Signor Potter ed anche lei lo sa. Il mondo in cui viveva è cambiato da tempo… vero?» un uomo con il volto celato dall’ombra gli parlava come se fosse stato un suo vecchio conoscente. Ma quella voce non gli diceva nulla.

Harry si svegliò nel letto accanto a Ginny. Gli occhi fissi nel buio. Tutto nell’oscurità sembrava uguale.
“Il mondo in cui viveva è cambiato da tempo”. La voce dell’uomo gli rimbombava nella mente, risuonava come quella di un vecchio film babbano, uno dei tanti che guardava zia Petunia d’estate.
Sospirò come per accertarsi di essere realmente sveglio.
Guardò il cielo oltre la finestra e gli parve tutto tranquillo.
Cercò di non far rumore.
Ginny gli dormiva accanto tutta raggomitolata.
Sorrise, perché gli pareva un gattino in cerca di calore.
Le rimise il lenzuolo fin sulle spalle e si diresse a piedi nudi al piano di sotto.
Aveva bisogno di qualcosa di fresco, qualcosa che potesse dissetare le sue labbra inaridite.
Forse aveva dormito a bocca aperta, o forse era semplicemente turbato per il sogno appena fatto.
Prese dal mobile alla sua destra una bottiglia di limonata e con un tocco di bacchetta fece cascare dentro al bicchiere due o tre cubetti di ghiaccio.
Asciugò le gocce che gli schizzarono sul volto e iniziò a sorseggiare la bevanda.
Nella cucina c’era silenzio, si ascoltava solo il ticchettio insistente dell’orologio a pendolo. Lo guardò e vide che erano quasi le quattro del mattino.
il giorno dopo sarebbe dovuto andare a lavoro presto e non capiva il reale motivo di questa mancanza di sonno.

Aprì la finestra vicino al lavello e lasciò che le dolci folate di vento fresco gli carezzassero le guance.
In lontananza si videro delle piccole e leggere luci dorate traballare oltre una finestra.
“Nemmeno Hermione ha sonno questa notte” pensò con un senso di malinconia nel petto.
Godric’s Hollow sembrava immersa in una tranquillità apparentemente così magica che gli fece tornare in mente quando lui, Ginny,Ron e Hermione decisero di andare a vivere lì.
Il ricordo prese man mano forma mentre un lupo ululava in qualche anfratto lì fuori.


«Ron, hai preso tutti i bagagli?» Hermione urlava eccitata da una piccola finestra, mentre dietro le sue spalle compariva una testa rossa.
«Ginny, aiuta Hermione a sistemare i mobili» disse sorridendo.
«Tocca sempre a noi fare i lavori pesanti» continuava a borbottare Ron, completamente sommerso da bagagli di ogni genere. Tre tra le braccia e altri cinque che lo seguivano fluttuando a mezz’aria.
In mezza giornata riuscirono a sistemare quella casa che sarebbe poi divenuta il nido d’amore dei due suoi amici.
«Hermione, questa bistecca è squisita!» esclamò Ginny.
«E’ per quesfo che ho sfelto di sfuosarla» farfugliò Ron sputacchiando pezzetti di cibo dappertutto.
«Ronald Weasley, finiscila di bombardare questa tovaglia con le tue schifezze!»
Harry rise, i suoi due amici non erano mai cambiati dopo tutti quegli anni, gli parve ancora di stare ai tre manici di scopa  ventidue anni prima.


“Harry, Harry”. Sentiva ripetere il suo nome più volte, ma quella voce non apparteneva al ricordo.
Lentamente aprì gli occhi, si era addormentato in cucina, con la testa poggiata al tavolo.
Il ghiaccio nella limonata si era quasi del tutto sciolto. L’orologio a pendolo segnava le sette in punto.
Meccanicamente baciò la moglie e le raccontò cosa stava sognando.
«Per un momento… ho sperato con tutto me stesso che eravamo davvero tornati tutti e quattro insieme»
Ginny lo guardò con le lacrime agli occhi e gli sorrise scompigliandogli i capelli.
«Harry, un giorno sarà così… te lo prometto»
Sapeva che Ginny non poteva mantenere una promessa del genere, ma si sentì ugualmente rincuorato.
Si baciarono e lui la ringraziò di esistere aggiungendo con un sussurro «Non sarei io senza te».
Dopo un ultimo bacio tornarono sotto le lenzuola, giusto per quegli ultimi istanti d’amore prima di tornare alla loro quotidiana giornata.

 




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