Il
sole pallido, coperto dalla nebbia è già alto nel
cielo quando arrivate
nell’accampamento barbaro. Niente a che vedere con le
costruzioni regolari e
geometriche degli insediamenti romani. Le tende sono messe in circolo,
intorno
a uno spiazzo rotondo dove risiede la tenda del comandante degli Eruli.
Un uomo
non alto, né con la presenza fisica che converrebbe a un
grande conquistatore.
I capelli arruffati e rossi crescono irregolari e insieme alla barba
coprono il
suo viso bianco. Gli occhi scuri sono tutto ciò che potrebbe
far pensare che
l’uomo che ti sta davanti è un comandante. Come
tutti i barbari si vestono solo
di rudimentali pelli, e anche il mantello che usa per coprirsi non
è che una
grezza raffinatura della lana del bestiame. Tu, nobile romano, guardi
quei
barbari con lo stesso orgoglio che avrebbe spinto Cesare o Mario a
guardare i
Galli o i Cimbri e i Teutoni dall’alto della
superiorità militare e culturale
romana.
-E
questi sarebbero i sopravvissuti della Legio Nova Invicta?- chiese lui,
con
fare sarcastico ai propri compagni, che sogghignano e ridono. La terra
è gelata
e umida, e nonostante il gelo, tu, inginocchiato e tenuto da dietro da
uno di
quei barbari, ti senti la rabbia montare dentro, incontrollabile.
-Sì,
siamo noi.- ti lasci sfuggire in un duro sibilo; quando comprendi
l’errore,
però, è troppo tardi.
-Allora
potete ancora parlare… E dimmi, soldato, dove sono i vostri
commilitoni?-
chiese, caricando di scherno gli appellativi.
-Sono
morti sul campo di battaglia,
con onore.- rispondi rimarcando le ultime parole
e guardandolo duramente negli occhi.
-E
dove vi ha portato l’onore?-
-Nell’aldilà!-
risponde uno ridendo e suscitando il riso degli altri.
-A
impegnare anche l’ultimo uomo delle vostre truppe fresche,
per sottomerci.-
ribatti tu, incurante di ciò che accadrà: non
c’è fine peggiore dell’essere
prigioniero di un barbaro. E lui, che ora ti guarda con attenzione e a
fondo,
lo sa.
-Portateli
a Miseno. Non voglio più sapere niente di loro. E teneteli
d’occhio: non sono
soldati qualsiasi.- risponde per poi rientrare nella tenda, seguito dal
suo
braccio destro.
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