Ok,
qualche noticina introduttiva prima che voi decidiate di tirarmi
appresso un'incudine:
1-
Innanzitutto creditiamo chi va creditato. Questa fic è stata
ispirata da Home
di Hellstrom. So che non c'entra nulla, ma è
grazie all'autrice della storia che ho trovato le liste di prompt per
le phrases, quindi mi sembrava giusto darle un minimo di credito. Tra
l'altro vi ordino di leggere quella fanfiction,
perché è
un'Ironfrost meraviglioserrima che merita tutto il vostro AMMOREH.
2-
La cosa che vi apprestate a leggere è una raccolta di frasi
legate
da un filo conduttore. Molto probabilmente la troverete
sconclusionata e stupida, e ci capirete ancora meno perché ‒
nutro
la segreta speranza che si capisca ‒ ho apportato qualche
leggerissima modifica alla trama del film.
Potrete
bersagliarmi con tutto quello che vorrete dopo, non temete. Ah,
è
anche la prima volta che sperimento il pairing, per cui non odiatemi
se Banner-ciccino (soprannomi bimbominchia1000000)
è OOC.
Chiedo
perdono.
Crazy
Little
Thing Called Love
#45
- Incubo
Se
Bruce Banner ripensa alla propria vita prima del progetto Avengers ‒
prima della guerra in cui è stato
costretto a combattere
tutte le sue paure più recondite ‒ non ricorda altro che un
incubo
terrificante e gelido, una lotta febbrile che gli strappava via
l'aria dai polmoni e lo trascinava in un limbo da cui sembrava
impossibile uscire.
#27
- Segnale
Il
primo, vero segnale di cambiamento lo scorge negli occhi scuri di un
certo genio miliardario playboy filantropo, nel
modo
smaliziato e niente affatto impaurito con cui si posano su di lui ‒
eppure sa, Stark, sa con che razza di creatura si
trova a
collaborare; nelle sue pupille, però, non c'è
traccia di
tentennamento o ribrezzo, solo una curiosità vivace e
intelligente
che Bruce, suo malgrado, si trova subito ad apprezzare più
del
dovuto.
#19
- Fratello
All'inizio
è quasi come avere un fratello adottivo (un meraviglioso
fratello adottivo che condivide i suoi stessi gusti e riesce a
sostenere conversazioni lunghe ore sulla fisica quantistica senza
dare segni di cedimento); lavorano spalla a spalla sul Tesseract, e
non riesce a spiegarsi come faccia Tony a ironizzare con tanta
leggerezza su una situazione che, se non ci fosse lui, rischierebbe
di gettare Bruce sull'orlo di una pericolosa crisi
di nervi.
#24
- Proiettile
Ogni
volta che ripensa al proiettile, a quell'unico frammento di metallo
che sperava potesse finalmente ucciderlo ‒ e che è finito in
briciole, invece, stritolato dalla mano possente dell'Altro
‒
non può che darsi dello stupido, perché negli
occhi castani di Tony
c'è il Sole, la speranza, e in un mondo dove esiste una
persona così
forse vale davvero la pena di vivere.
#36
- Eclissi
Si
odia ‒ totalmente, senza via di scampo alcuna, mentre una morsa di
pena e imbarazzo va a comprimere il diaframma ‒ quando, davanti ai
Vendicatori e a Fury, non riesce a trattenersi e racconta la sua
patetica storiella strappalacrime, quella che si era ripromesso di
tenere segreta; non soffre tanto per lo sguardo di pietà di
Rogers o
per l'indifferenza di Natasha Romanoff, quanto per l'ombra improvvisa
che cala negli occhi di Tony ‒ un'eclissi totale di
incredulità e
paura.
#29
- Stupidità
Più
tardi, nel laboratorio, Tony sbatte con violenza il pugno su un
tavolo e lo guarda dritto negli occhi, quasi digrignando i denti;
Bruce ha quasi paura - per lui, ovviamente,
perché l'Altro
non gradisce le dimostrazioni di forza - ma poi Tony emette un
sospiro di stanchezza e dice: «Non importa quanti macchinari
per il
tracciamento delle radiazioni gamma inventi, Banner: finché
non
capirai che la tua vita ha valore esattamente come tutte le altre,
rimarrai soltanto uno stupido».
#30
- Schiaffo
A
quello schiaffo morale non segue che un silenzio teso, durante il
quale Banner avverte distintamente lo sguardo di Tony, bruciante,
fisso su di lui; si concentra su un grafico di frequenza, e piega la
bocca in una smorfia amara impossibile da dissimulare.
#21
- Essere
«Non
so più cosa sono, Tony» la voce è
flebile, ma sa che Stark lo sta
ascoltando «se un uomo o una bestia che può solo
fare del male agli
altri... e forse, in fondo, la risposta non voglio
conoscerla».
#48
- Linea
La
bocca di Tony è una linea dura e sottile, contratta; quando
gli
risponde, la sua voce vibra di collera: «Forse dovresti
provare ad
avere un po' più di fiducia, doc... non nel mondo, ma in te
stesso».
#01
- Sonno
Quella
conversazione toglie a Bruce le già magre ore di sonno che
riuscivano a ricaricarlo e fargli dimenticare lo stress; per notti
intere si rivolta a più riprese nel letto, ripercorrendo
mentalmente
la discussione, e pensa che non ha mai visto Stark così
alterato ‒
litiga spesso con Rogers, è vero, ma il fastidio che guizza
nei suoi
occhi in quei momenti non è nemmeno lontanamente
paragonabile alla
rabbia con cui gli si è rivolto.
#06
- Cambiare
L'idea
di cambiare germoglia in lui, cresce e si sviluppa e mette radici nel
suo cuore ogni volta che si trova nel laboratorio a compiere le sue
ricerche, o quando Tony gli chiede scusa e, per suggellare la pace
appena fatta, tira fuori un sacchetto di noccioline americane ‒ di
cui Banner, neanche a dirlo, è estremamente ghiotto ‒ e glie
lo
offre con un sorriso.
#13
- Acqua
La
presenza costante e invasiva di Tony non ha, per Bruce, i connotati
di un'imposizione fastidiosa; dà piuttosto una sensazione
fresca e
vitale, come di acqua che erode la roccia lasciandovi un solco
gentile, smussandola senza patimenti; a poco a poco, lo scienziato
finisce davvero per riversare tutta la sua fiducia
nelle mani
di Stark.
#10
- Sentimento
È
sempre stato un tipo eccezionalmente timido e non ha mai capito nulla
di sentimentalismi, ma non ci mette molto ad accorgersi del fatto che
arrossire per un'occhiata un po' più partecipe delle altre e
pensare
costantemente a quanto devono essere calde le mani di Tony non
fa esattamente parte di un tipico rapporto tra colleghi.
#34
- Meraviglia
Visto
e considerato che Tony non ha mai dato l'impressione di essersene
accorto, grande è la meraviglia quando gli affonda le mani
tra i
capelli e lo bacia, dopo avergli detto qualcosa di molto poco sensato
su un parallelismo tra i costumi dei Vendicatori e le insegne dei
movimenti gay anni Ottanta.
#33
- Collo
Bruce
gli appoggia entrambe le mani sul collo, tremando, i battiti cardiaci
che si impennano sempre di più ‒ merdamerdamerdamerda
‒ e
una sensazione di benessere completo e totalitario che, nonostante la
consapevolezza di star facendo una sciocchezza abnorme sotto
le
telecamere dell'Elivelivolo, gli impedisce di staccarsi.
#38
- Orrore
Orrore
degli orrori, pochi minuti dopo Fury spalanca le porte del
laboratorio e li guarda in cagnesco, entrambi, borbottando qualcosa
di orribilmente simile ad una sequela di insulti ‒ anche se Bruce
continuerà per molto tempo ancora a credere che si tratti di
un
invito a mantenere rapporti professionali sul posto
di lavoro;
recuperato il proprio ‒ proverbiale ‒ contegno, il capo dello
Shield fissa Tony con un che di ironico, sillabando: «Stai
attento,
Stark... c'è mancato poco che Rogers avesse un
collasso».
#02
- Treno
Banner
pondera per un lunghissimo istante la decisione di salire su un treno
che lo porti in una qualche regione sperduta del circolo polare
artico ‒ e probabilmente lo Shield riuscirebbe a rintracciarlo
anche lì, ma Tony rompe il silenzio con una delle sue solite
frasi
sarcastiche: «Dovresti essere contento, monocolo: i tuoi
agenti la
finiranno di pensare che hai radunato un gruppo di pudiche
educande».
#17
- Delirio
Nel
delirio che è diventata la sua vita, Bruce si rende conto
che la
priorità dovrebbe essere la battaglia contro Loki, la
protezione del
Tesseract e tutta una serie di altre cose su cui proprio non riesce a
concentrarsi ‒ anche perché i baci di Tony si sono fatti
più
insistenti e i macchinari funzionano benissimo da soli.
#12
- Desiderio
E
se, da un lato, ci sono le sue mani che gli
trasmettevano un
desiderio feroce e incontrastabile, quasi troppo
per essere
vero, dall'altro c'è lui che si ritrae e cerca di ritardare
il più
possibile il momento in cui verrà a galla la scomoda
verità che ‒
ne è convinto ‒ rovinerà tutto.
#20
- Profumo
Così,
quando il suo cuore si fa troppo agitato e il profumo di Tony troppo
vicino, Bruce lo spinge debolmente via.
#37
- Stranezza
Lui
piega la testa di lato, sorpreso da quella stranezza, e Banner si
affretta a spiegare: «I miei... battiti
cardiaci...» tra una parola
e l'altra lunghi sospiri, il viso paonazzo «... se aumentano
l'Altro
potrebbe manifestarsi, quindi non posso... eccitarmi».
#26
- Amanti
Tony
sgrana gli occhi, guardandolo senza capire; la verità
affiora sul
suo viso a poco a poco, colpendo Bruce con una violenza quasi
crudele: non saranno mai amanti, non avranno quello che tutte le
coppie normali hanno... ed è solamente colpa sua.
#39
- Miseria
Si
sente misero e indegno, una volta di più.
#25
- Tentativo
Poi,
però, gli legge negli occhi la voglia di fare comunque un
tentativo;
lo capisce da come si sporge verso di lui, dalla gentilezza estrema
con cui gli circonda il busto con le braccia, posandogli il mento
sulla spalla.
#23
- Garanzia
«Io
non potrò mai darti alcuna garanzia, Tony»
sussurra «perché
dentro di me c'è qualcosa che non posso sconfiggere e che mi
taglierà sempre fuori dal tuo mondo».
#28
- Bandiera
Ma
il magnate delle industrie Stark non è tipo da sventolare
bandiera
bianca così facilmente; la sua presa si fa ancora
più stretta e la
sua voce è sicura e tranquilla, mentre parla:
«Scordati che ti
molli per così poco; ho fatto sesso con tanti corpi vuoti in
vita
mia, non ho nemmeno troppa voglia di metterti nella stessa
lista».
#08
- Rugiada
Se
Tony è acqua impetuosa e turbinante, si è
ritrovato a pensare
Bruce, allora lui è rugiada sottile e impalpabile che si
deposita
nei luoghi ombrosi senza essere scorta; lì aspetta, silente,
che il
Sole la tocchi una volta per tutte e le permetta di evaporare e
fondersi con il vento.
#44
- Cristallo
Loki
è rinchiuso nella cella all'interno dell'Elivelivolo ‒ la sua
cella, costruita apposta per contenere qualcosa che non potrebbe
comunque essere fermato ‒ e Bruce osserva pigramente il baluginio
azzurro e bianco del cristallo alieno, il Tesseract; Tony gli passa
accanto, l'aria giuliva nonostante lo scontro appena concluso, poi
sembra accorgersi tutt'a un tratto della sua presenza e si blocca, di
colpo.
#43
- Richiesta
«Sai,»
dice, inclinando la testa di lato con aria quasi sbalordita
«credo
che quando questa storia sarà finita dovresti venire a
vivere da
me... voglio dire, potrei fornirti delle tecnologie per le tue
ricerche che non troveresti da nessun'altra parte, e poi non deve
essere troppo divertente lavorare in una favela».
#18
- Rana
Poi,
senza lasciargli il tempo di ribattere, appoggia una chiave sul
tavolo; attaccata al metallo lucido c'è una ranocchia di un
verde
brillante ‒ e Bruce vuole davvero credere che si
tratti di
una coincidenza - con indosso una maglietta degli AC/DC.
#35
- Bambini
"Siamo
dei ragazzini, ecco cosa..." pensa
Bruce, gli occhi che si soffermano alternativamente su ogni membro
degli Avengers ‒ anche su Tony, sì, perché lui e
Rogers si
comportano con un'immaturità quasi vergognosa ‒ e sente il
sangue
accelerare e le tempie che pulsano dolorosamente.
#50
- Particolare
E
anche quando i colori intorno a lui sfasano, inghiottiti dal verde
cupo della furia omicida, anche quando il dolore atroce dell'Altro
che prende il sopravvento si diffonde per tutto il suo corpo,
l'ultimo particolare che rimane impresso nella retina di Bruce
è lo
sguardo di Tony, i suoi meravigliosi occhi castani che si spalancano
in un moto di terrore.
#46
- Specchio
Hulk,
l'Altro, è sempre stato il suo incubo più grande;
ogni volta che si
guarda allo specchio Bruce teme di scoprirsi simile a lui, teme di
scorgere tracce della sua presenza nel nero delle pupille - ed
è
come precipitare in un baratro.
#22
- Ritmo
Il
ritmo dei battiti rallenta, riesce a recuperare il controllo del
proprio corpo; quando apre gli occhi, in alto c'è un
soffitto
sfondato e in basso un cumulo spaventoso di macerie ‒ anche
così,
nudo in mezzo alla polvere, il primo pensiero che lo colpisce
è:
"Avrò fatto del male a Tony?"
#05
- Ritornello
Pensieri
come questo sono così frequenti da formare una sorta di
macabro
ritornello: non c'è momento della sua vita in cui Bruce non
nutra un
terrore folle nei confronti di quello che potrebbe fare alle persone
che ama, e quando le sue paure si concretizzano e il rimorso lo
dilania non può nulla, nulla; perfino la
morte gli è
preclusa.
#14
- Favola
La
favola dell'amore non può avere senso, per lui, ma deve
sforzarsi di
proteggere la persona che per un attimo gli ha fatto credere di poter
vivere come chiunque altro; si rialza, e improvvisamente la
consapevolezza arriva, violenta come una stoccata ‒ adesso sa
qual è il suo posto.
#04
- Ora
«Io
sono sempre arrabbiato» dice, e poi il mondo sfuma
e perde di
significato, e c'è solo l'ora, l'adesso,
perché il passato e
il futuro si mescolano e vengono inghiottiti dalle fauci del mostro
gigantesco che precipita sull'asfalto e distrugge la facciata di un
palazzo; l'Altro ruggisce, e per una volta Bruce se ne sta quieto in
un angolo, senza tentare di ostacolarlo.
#47
- Muro
Il
muro si sbriciola sotto i piedi dell'Altro e l'adrenalina scorre
nelle vene come acido di batteria, e gli occhi verdi della creatura
vagano da un palazzo all'altro alla ricerca della sagoma familiare di
un'armatura rosso fuoco che solca il cielo.
#16
- Regno
La
promessa è che non permetteranno all'invasore alieno di fare
della
Terra il suo regno, ma la verità è che Bruce non
combatte per
quello; anche se sa che dovrebbe pensare da eroe, lottare per
proteggere tutti gli innocenti, la sua mente è egoista e non
si
sposta dal viso di Tony, mentre il Sole impietoso brilla sulle
placche dorate dell'armatura di Iron Man.
#09
- Vento
Il
vento fischia nelle orecchie dell'Altro e la mente è confusa
dalla
rabbia, ma Bruce riesce a capire perfettamente che c'è qualcosa
che non va; poi, alzato lo sguardo verso il cielo, vede un
missile bianco che si dirige verso la Stark Tower e non capisce.
#49
- Impressione
Bruce
ha l'impressione che qualcosa lo stia dilaniando dall'interno,
perché
ha scorto la sagoma di Iron Man sotto il razzo e in un attimo tutto
è
stato chiaro; grida, inascoltato, e cerca di rivaleggiare con la
coscienza dell'Altro al punto di piegarlo alla sua volontà.
#31
- Accendere
È
come se qualcuno avesse acceso la luce dopo una vita di
oscurità;
Bruce spalanca gli occhi ed è lì, è
lui, è se stesso nel corpo
gigantesco del mostro e può percepire la rabbia fremere
sotto la
pelle senza alcun rimorso, come non faceva da una vita.
#11
- Strappo
Lo
strappo nel cielo ha smesso di vomitare mostri, e risucchia il
missile e l'armatura come un buco nero; trattiene il fiato, tutti
trattengono il fiato: può vedere la gente dietro le pareti
dei
grattacieli che si affolla per assistere all'esito di un gesto tanto
folle, e vorrebbe soltanto poter fare a cambio con Tony - essere lui,
insomma, quello che verrà annichilito
dall'immensità nera
dell'Universo.
#42
- Illuminare
Ormai
ha perso la speranza, quando il varco si illumina di una luce
accecante e il boato di una detonazione lontanissima si infrange
contro le sue orecchie; un secondo prima che il portale si richiuda,
Bruce vede la sagoma di Iron Man che lo oltrepassa e precipita verso
il suolo ad una velocità vertiginosa, apparentemente priva
di vita.
#32
- Velocità
La
velocità del corpo in caduta libera aumenta sempre di
più, e
persino l'Altro si rende conto che nessuno riuscirà a
fermarlo.
#15
- Premio
Bruce
non vuole credere che il premio per Tony ‒ che ha appena salvato il
mondo, dannazione! ‒ sarà la morte; si
piega sulle gambe e
salta, imprimendo tutta la forza possibile nel movimento, mentre gli
attimi sembrano dilatarsi e durare ciascuno quanto un secolo.
#07
- Pietra
Lo
afferra, e sotto la pelle dura come pietra il sangue brucia e il
cuore batte forsennato, irrefrenabile; cadono sull'asfalto, il
gigante che abbraccia l'umano come una bambola rotta, e l'unica cosa
che conta adesso è che Tony si alzi in piedi da solo e dica
qualcosa
di stupido, come fa sempre.
#40
- Luce
Non
è solo Bruce a gridare davanti al corpo apparentemente morto
di
Stark, perché anche l'Altro si unisce a lui e ruggisce di
dolore;
improvvisamente il reattore Arc si illumina di una pallida luce blu e
l'armatura ‒ il corpo di Tony ‒ sobbalza, prima che
il
supereroe apra gli occhi ed esclami: «Ma che‒ oh, per
favore,
ditemi che nessuno mi ha baciato».
#41
- Fine
«È
finita» dice Capitan America, lo sguardo azzurro puntato
verso il
cielo finalmente compatto «abbiamo vinto».
#03
- Fermata
Dopo
quelli che sembrano anni, seduto insieme agli altri vendicatori
attorno ad un tavolo in un locale semidistrutto, con del cibo turco
vagamente immangiabile sulla lingua e l'espressione
soddisfatta di Tony a riempirgli gli occhi, Bruce si sente sollevato:
la sua vita è sempre stata un viaggio, e forse finalmente ha
trovato
un posto in cui stare.
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