Nick
sul forum: BluBabuska
Nick
su EFP: Blubabuska
Titolo: Vita di una farfalla
Pacchetto:
17
Coppia
scelta: James Sirius/Dominique
Altri
personaggi (se utilizzati): Gabrielle Delacour, accenno a Neville
Genere:
Introspettivo/ Romantico
Raiting: Verde
….When
She was just a girl
She
expected the world
But
it flew away from her reach...
Si
aspettava il mondo, ma il mondo era diventato fuori dalla sua
portata.
Eh
sí la sua Dom l'avrebbe tanto voluto, ma non avrebbe mai
potuto
essere suo.
Suo
padre era fratello di sua madre e loro erano cugini.
Sua
zia non avrebbe mai accettato che la sua figlioletta si sposasse con
suo cugino, cosí il nostro amore era segreto. Avevamo paura.
Sapevamo che sbagliavano. O forse no?
Cosí
se ne é andata via.
Uno
stage di ballo in Francia le era sembrata la cosa migliore. Non
avrebbe destato neanche sospetti visto che non era mai stata nel
paese di sua madre.
...In
a night, the stormy night she closed her eyes
In
a night, the stormy night away she flies...
Quella
tempestosa notte aveva deciso ed era volata via. Chissà
quando
l'avrei rivista.
"Dobbiamo
arrenderci. Non possiamo amarci. Dobbiamo trovare un'altra anima
gemella" La mia anima sei tu, avevo replicato, ma lei si era
voltata ed era volata via.
Ora
era lontana. Aveva intrapreso quel viaggio per dimenticarmi, ma io
non riuscivo a dimenticarla. Me la immaginavo sola tra tutte quelle
ragazze che di sicuro venivano da Beauxbatons e l'avrebbero guardata
di sbieco per quel suo francese con un accento inglese. Ma era una
brava ballerina, dovevano riconoscierglelo, non a caso era stata
selezionata tra migliaia di partecipanti.
Almeno
era a casa dei suoi nonni e non doveva condividere la stanza con
un'altra superba ragazza.
...Life
goes on it gets so heavy...
Già
la vita va avanti, ma diventa ogni giorno piú pesante senza
lei. É
via da due mesi e non mi ha ancora scritto. Certo aveva scritto alla
sua famiglia, ma il suo bel gufo non gli aveva mai portato notizie
di lei.
Forse
era riuscita a trovare un altro e amarlo. Questo pensiero mi fece
stare ancora peggio.
Ormai
i suoi genitori non lo riconoscevano piú, aveva smesso di
scherzare
come suo solito. L'avevano attribuito alla crescita, che l'aveva
fatto maturare per prepararlo ad essere un uomo. Avevo 16 anni, un
anno ancora e poi sarei stato maggiorenne. Avrei dovuto iniziare a
lavorare, avrei dovuto trovarmi una ragazza da amare, avrei dovuto
trovare il mio posto nel mondo, solo cosí sarei stato un
uomo vero.
I
mesi passavano senza uno straccio di notizia ed ero sempre chiuso in
me stesso, anche se il mio dolore aveva cominciato a mutare. Provavo
sempre la solita struggente nostalgia, ma non mi veniva piú
quel
nodo alla gola quando sentivo il suo nome e quando parlavo con un
altro non provavo piú quel lancinante dolore al petto. Mi
ero
rassegnato.
Era
una afosa giornata di giugno e io mi trovavo sul campo da Quidditich
di Hogwarts. Avevo appena finito l'allenamento e avevo chiesto di
rimanere ancora un po' per riprovare l'ultima finta appresa. Stavo
giusto rimettendo via il boccino quando questo schizzò via.
Un po'
sorpreso presi a rincorrerlo, ma mi sfuggiva sempre. Ero anche un
po'arrabbiato perché ero sempre stato un ottimo cercatore.
Una
mano si posò sopra la mia spalla "Stai forse cercando
questo?"
Dom, pensai, e il mio cuore cominciò a battere forte. Tra le
sue
mani si dibatteva il boccino, io, tremante, lo presi e lo rimisi al
suo posto. Era bellissima, i suoi capelli biondi erano fermati da un
piccolo fiocco lilla, il suo volto di Veela era radioso, ma solo io,
che la conoscevo molto bene, potei riconoscere quanto fosse maturata
e sí, anche quanto avesse sofferto. La strinsi tra le mie
braccia e
lei si abbandonò a me e iniziò a raccontare.
Aveva pensato che
fosse una buona idea allontanarsi, ma già nel viaggio si era
pentita. Con sua zia Gabrielle aveva scelto di prendere un mezzo
babbano chiamato nave e lí aveva visto tanti babbani che si
baciavano perché si amavano, c'erano anche due donne e tutti
sembravano felici. Si chiese allora perché anche io e lei
non
potevamo essere cosí.
Intanto
Gabrielle, che aveva visto come sua nipote guardava quei babbani, si
era avvicinata e le aveva chiesto perché li osservava. Aveva
avuto
molto tatto, poiché sapeva perché Dominique si
comportava cosí, ma
aveva preferito che la nipote le raccontasse tutto spontaneamente se
lo voleva. Nel suo modo di avvicinarsi le aveva fatto capire che era
pronta al dialogo, ma qualora lei non avesse voluto confidarsi, si
sarebbe accontentata di una balla.
Dom
vide nella zia l'appoggio di cui aveva bisogno e le raccontò
tutto.
La zia pazientemente l'ascoltò. Capiva il dramma di sua
nipote, ma
non credeva che quell'amore fosse impossibile. "Dom, tutte le
famiglie di Purosangue si sono sposati tra loro, e lí era
solo per
preservare la nobile stirpe, voi invece vi amate
veramente e
questo e l'importante”. Dom pensò che fosse vero e
poi se sua zia
l'appoggiava avrebbe potuto convincere la madre. "Senti" le
fece ancora Gabrielle. Un babbano aveva acceso la sua radiolina e da
lí si sentivano provenire queste parole ...She said
I know the
sun’s set to rise...
Giusto,
pensò Dom, avevano tutte due vissuto una notte senza fine,
nascosti,
per paura di ciò che provavano, ma ora il sole doveva
sorgere.
Sua
zia le fu sempre accanto, la guidò e l'aiutò a
crescere. Fu anche
lei a consigliare a Dom di non scrivermi. Non era ancora pronta.
Quando
lo stage finí chiese subito ai nonni di tornare a Londra e
sua zia
non l'accompagnò, sapeva che ormai sua nipote era pronta e
avrebbe
affrontato con coraggio qualsiasi cosa fosse successa.
Ora
é qui, sento il suo profumo di pesca che ha sempre.
Ci
baciamo. Stavo assaporando quel momento, le mie mani tra i suoi
biondi capelli e le nostre labbra che si toccavano quando
all'improvviso mi riscuoto. La lezione di Erbologia iniziava tra meno
di un minuto. Salutai Dom che prese la sua scopa e partí,
poi corsi
dentro il castello.
Arrivai
in classe con cinque minuti di ritardo, ma il professor Paciock non
si arrabbiò.
Neville
infatti aveva visto sul mio viso un'espressione felice, i miei occhi
che luccicavano di gioia, cosa che non succedeva ormai da un anno.
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