Used to tell me sky's the limit now the skies are point of view

di justinismyhope
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-cosa stai facendo Justin?
-ti aiuto, non lo vedi?
-e non hai paura di sporcare i tuoi preziosi vestiti da superstar?
-no. rispose senza mai guardarmi in faccia, sempre e solo spennellando.
Rimasi qualche secondo immobile davanti a lui per osservarlo mentre si dava da fare per qualcosa che non aveva a che fare con i soldi, io giuro che in quel
momento credevo di aver di fronte il piccoletto che qualche anno fa mi riteneva come una sorella, lo guardavo e in lui vedevo il ragazzino che mi faceva battere il cuore,
ci vedevo la mia infanzia e tutte le estati passate con lui.
-hai ntenzione di fissarmi ancora per molto?
-no cioè..no scusa.
raccolsi il mio pennello e continuai a pitturare, restammo zitti a fare ognuno il proprio lavoro, le ore passavano e verso le sei di pomeriggio l'intera struttura esterna
era pitturata. appoggiai il pennello sul secchio e diedi un ultima occhiata generale alla casetta. 
Stava prendendo forma il mio progetto, avevo sempre più voglia di lavorarci ed ero sempre più impaziente di vederne il risultato. 
Era ora di cena ma non avevo voglia di tornare e mi ero preparata dei panini, mi sedetti li in parte vicino ad un cespuglio e cominciai a mangiarlo, Justin mi guardava
con la faccia di uno che non vede cibo da anni e dato che ne avevo due uno lo tirrai a lui che lo afferrò lasciandoselo però sfuggire di mano. scartato il panino si mise accanto a me e 
cominciò a mangiarselo.
-è uscita bene
-gia
-ok. ecco una delle conversazioni che odiavo, senza nemmeno un po' di sentimento.
-senti Lu scusa per quello che ti ho detto ieri sera, non pensavo veramente quelle cose ma ero arrabbiatissimo, hai detto cose che nessuno mai ha avuto il coraggio di dirmi, 
hai toccato tasti importanti 
-io invece le pensavo, sei un coglione, hai in mente solo i soldi la fama e le puttanelle che vengono immancabilmente a letto con te ogni sera
-non lo faccio apposta
-a fare che?
-a comportarmi così, non riesco a controllarmi, è più forte di me 
-il justin che conoscevo aveva promesso a tutti noi che sarebbe rimasto coi piedi per terra e che non ci avrebbe dimenticati, ne me, ne Ryan
-io non vi ho mai dimentic..
-Justin non ti sei fatto sentire per tre anni
-non ho avuto il temp...
-tu non hai avuto il tempo di prendere il telefono almeno una cazzo di volta per sapere come stavamo? per sapere se avevamo finito il liceo
se ci mancavi?
-ti mancavo?
-mi mancava il justin che eri non certo ciò che sei ora
-ma sono sempre io
-no, non dirlo nemmeno per scherzo, tu sei un altra persona, una persona che non ricorda i valori
-anche tu sei cambiata eh?
-io?
-si tu, sei diventata più acida e non sopporti nulla
-ti sbagli, io mi comporto così con te perchè mi irrita da morire il tuo comportamento, io rivoglio il mio fratellino acquisito, il ragazzino solare e umile di un 
tempo, non voglio la superstar egocentrica ed egoista che vede solo il suo enorme ego
-io non sono una superstar egocentrica io sono Justin Bieber 
-sei un caso perso.
Non riusciva proprio a capirlo che io lo facevo per lui, per evitare che perdesse anche quelle poche persone che lo sostengono da quando cantava nella doccia di casa sua. Questo
proprio non gli entrava in testa e mai gli sarebbe entrato, esisteva solo lui, lui e nessun altro.
-sappi comunque che non ho mai smesso di pensare a te e a Ryan
-tutte balle Bieber, quando ci pensavi? mentre eri intento a scoparti una delle tante galline che ti sbavano dietro?
-no ci pensavo, quando per strada vedevo amici normali, ci pensavo quando giocavo da solo a basket nel campetto di casa, ci pensavo quando facevo gite in montagna,
ci pensavo ogni volta che mi facevano la domanda 'ti manca qualcuno?'
-ed io dovrei crederti?
-se non lo fai tu non c'è problema ho milioni di fans la fuori che per stare al tuo posto pagherebbero
-vaffanculo bieber, con tutto il cuore vaffanculo.
Rimisi pennelli e pittutra dietro l' albero per assicurarmi che nessuno li rubasse e poi senza dirgli niente tornai a casa per farmi una doccia.
mentre mi insaponavo i capelli riflettevo su quanto cazzo ero stata stupida a pensare anche solo per un secondo che lui fosse ancora il bambinetto sfigato di un tempo,
era evidente che ormai il successo gli aveva dato alla testa era solo un puttaniere montato, nient'altro.
Uscii dalla doccia e finalmente mi misi il pigiama, ovvero una lunga maglietta di Ryan, la mia preferita, me l'aveva regalata l'estate scorsa e da allora
l'ho sempre tenuta con me. 
Ero sul letto a leggere quando Ryan aprì la porta entrò nella mia camera buttandosi sul letto.
-ahah piano cretino, mi hai dato una gomitata
-eh dai magari ti risistema il cervello
-vaffanculo stronzo
-la finezza Lu non è il tuo forte ahah
-parla il bove che si lancia sul letto no
erano quelli i momenti in cui stavo realmente bene con Ryan, quando parlavamo scherzamo e ridevamo allegramente, quando negli occhi leggevo sincerità e non manie 
di protagonismo,quando ero vicino ad una persona che stava li per me e non per elogiare il suo enorme ego, un'ego costruito su soldi popolarità e galline portate a letto.
-posso dormire qua stasera?
-certo, come ai vecchi tempi.
passammo la notte a ridere e scherzare mentre dalla camera accanto si sentivano i soliti schiamazzi di bieber mentre si stava probabilmente scopando
un'altra delle tante ragazzine che cadono ai suoi piedi appena apre bocca. 
io stavo bene in quella camera con Ryan che in quei momenti dimenticavo essere mio cugino.




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