"Ho appena detto a Zoro che in questi giorni dovrà darmi una mano al
ristorante, se vuole vedere qualche berry"
informai mio marito, mentre si lavava i denti nel bagno adiacente alla nostra
camera da letto.
"Ben fatto" concordò, dopo essersi sciacquato la bocca.
Mi liberai dai vestiti in quattro e quattr'otto e indossai una camicia da
notte di seta bianca che Sanji mi aveva regalato per
il nostro anniversario. Mi sdraiai sul letto circolare e lo attesi con impazienza.
Non appena entrò, un sorriso compiaciuto gli si stampò sul volto "Tu
vuoi farmi morire"
Mi scoprii le gambe con fare seducente "Sei davvero bello in
mutande"
Per tutta risposta, si fiondò sul letto con una velocità inaudita
"Questo non dovevi dirlo!"
Scoppiai a ridere "Piantala, Sanji! Mi fai
il solletico!"
"Come? Non ho sentito!"
"Smettila!" cercai disperatamente di trattenere le risate, le
quali però venivano fuori con estrema facilità "Zoro potrebbe
sentirci!"
"E allora? Che senta, quell'idiota di uno spadaccino!" mi baciò
sul collo in modo tanto suadente da farmi gemitare
"Hai sentito questo, marimo?"
"Non fare lo stronzo, San..." ecco che arrivò la sua lingua tra
le mie labbra e le mie parole furono inghiottite da un bacio che non lasciava
scampo.
Intanto, le sue mani andarono a scoprire ancor di più le mie gambe già
mezze nude e risalirono su per il mio corpo caldo.
"Ti amo" sussurrai ad occhi socchiusi, mentre affondavo le dita
nei suoi capelli biondi.
"Ti amo anch'io" rispose immediatamente, cercando di nuovo le mie
labbra.
Gli tolsi quei boxer neri che stringevano le sue parti intime e le lasciai
libere "Nami..."
Alzai un sopracciglio con fare malizioso "Zoro si starà annoiando. Che
aspetti a farmi tua?"
In un istante fu tra le mie gambe "Ascolta questo, testa d'alga!"
Non potei trattenere una risata "Conoscendo gli standard di Zoro, a
quest'ora starà già dormen...aah...Sanji..."
"Basta parlare di lui" mi baciò "Dimmi che mi ami"
"Ti amo..." mormorai ad occhi chiusi "Ti amo..."
ansimai ancora, mentre il biondo mi procurava visioni paradisiache.
Mi addormentai tra le sue braccia in men che non si dica. Furono sogni
tranquilli, destati ogni tanto da una mano tra i capelli.
Quando mi svegliai, erano già le nove del mattino e il ristorante era in
piena attività.
Milioni di volte avevo detto a mio marito di svegliarmi in orario, ma lui
si ostinava a lasciarmi dormire "tutto il tempo che il mio bel corpo
desiderava".
Mi vestii e feci per scendere al piano di sotto, quando fui bloccata da un
forte russio che proveniva dalla stanza in cui
dormiva Zoro.
"Eh no, eh! Aveva promesso di aiutarmi!" pensai stizzita
"Non avrà mica intenzione di starsene qui a poltrire?"
Aprii la porta istintivamente, senza pensare alle eventuali conseguenze:
infatti, lo spadaccino dormiva beatamente nudo nel letto, coperto unicamente da
un esile lenzuolo bianco.
"OH, MIO DIO! ZORO!" urlai, coprendomi gli occhi con una mano.
"Eh?" fece assonnato "E' già mattina?"
"Cristo, copriti!" lo rimproverai esasperata "E datti una
mossa a scendere, che mi servi!"
Sbadigliò, poi disse "E va bene, arrivo!"
"Sei sempre il solito!" imprecai, chiudendo la porta. Un "Ma
che ho fatto?" riecheggiò dalla stanza.
Ma che ho fatto? Ma che ho fatto? Ma che ho fatto?
Ero stanca di sentirmi ripetere sempre quella stessa frase. Erano anni
ormai che me la sputava in faccia chiunque.
Scesi le scale che portavano al ristorante e notai con piacere che avevamo
già qualche cliente.
"Buongiorno, amore" s'illuminò Sanji
appena mi vide.
"Ciao, Sanji" sorrisi. Non riuscivo
proprio a chiamarlo "amore", "tesoro",
"pasticcino" o altre schifezze simili. Tutto ciò perchè
ero abituata a vederlo come un compagno d'avventure, un ragazzo della ciurma
che aveva una tremenda cotta per me.
E per almeno un milione di altre ragazze...
Prendere sul serio le intenzioni di Sanji infatti
era stato, a suo tempo, piuttosto imbarazzante: avevo dovuto imparare a
considerarlo mio marito, ad amarlo per ciò che era e a stargli accanto ancor di
più di quanto gli stessi durante gli anni con Rufy e
gli altri.
Ed ora eccoci qui: a gestire un ristorante tutto nostro e a vivere in una
grande casa a pianta circolare proprio sopra di esso!
Chi l'avrebbe mai detto, che alla fine avrei sposato quel ragazzo fuori di
testa che al nostro primo incontro mi porse una rosa?
"Buongiorno" finalmente lo spadaccino comparve al piano
inferiore.
"Era ora" lo salutai acida "Al tavolo quattro vorrebbero
ordinare"
Storse il naso "Da quando vivi con quell'imbecille ti svegli ancora
più nervosa, la mattina?"
"Hey, guarda che ti ho sentito!" Sanji si avvicinò a lui e lo minacciò con un tono che
metteva i brividi "Se osi ancora rivolgerti in quel modo a mia moglie,
sappi che ti prendo a calci in culo!"
"Zoro" richiamai la sua attenzione prima che potesse replicare e
generare l'ennesima lite "Tavolo quattro"
"Sì" rivolse uno sguardo glaciale al cuoco "Meglio che
vada"
Nel pomeriggio, arrivò un cliente losco che mi squadrò da capo a piedi, per
poi chiedermi "C'è qualcosa su questo menù che sia sexy come te,
bambolona?"
Aveva un paio di baffetti neri che gli si arricciarono non appena pronunciò
quelle parole che, secondo lui, avrebbero dovuto colpirmi.
Non feci neanche in tempo a posizionare il braccio per l'imminente ceffone,
che Zoro rivolse all'uomo uno sguardo minaccioso e Sanji
fu subito al mio fianco "Cos'ha detto a mia moglie, scusi?"
"Sua moglie?" l'uomo, impaurito, sgranò gli occhi "Io
credevo che..."
"Ascolta, pidocchio" lo afferrò per la giacca grigia e tutti i
presenti si voltarono a guardarli allibiti.
"Sanji, non è necessario" cercai di
minimizzare.
Ma figuriamoci...
"Sparisci immediatamente dalla mia vista, se non vuoi che ti prenda a
calci davanti a tutti!" lo scaraventò sul tavolo, provocando un notevole
rumore.
Il signorotto con i baffi si alzò velocemente e, nel giro di un secondo,
scappò dal locale senza voltarsi indietro.
Ci fu un momento di imbarazzante silenzio, in cui tutte le persone sedute
ai tavoli osservarono il violento proprietario accendersi una sigaretta.
Nemmeno io e Zoro fiatammo, finquando non afferrai
mio marito per il bavero e lo trascinai in cucina "Continuate a mangiare,
signori" mi sforzavo di sorridere "Non è niente, mio marito è un po'
impulsivo"
Zoro scosse la testa "Un po' fanatico..."
"Ma insomma!" chiusi con violenza la porta della cucina alle mie
spalle "Ti ha dato di volta il cervello?!"
"Cara, quell'uomo ti stava importunando!" rispose con ovvietà,
scrollando le spalle "Dovevo intervenire!"
"Sì, ma era qui per MANGIARE! E ci avrebbe anche PAGATI! E lo sai
quanto ne abbiamo bisogno, nell'ultimo periodo!"
Fece un tiro, poi disse "Non le voglio le canaglie, nel mio
ristorante"
"Innanzitutto, è il NOSTRO ristorante" mi scaldai "E poi
canaglia o no, significa comunque SOLDI!" ringhiai "Cristo, smettila
di fumare!" gli strappai quella dannata sigaretta dalle labbra e la gettai
a terra, calpestandola ripetutamente.
Sanji sgranò gli occhi
"Dolce Nami, non..."
Ignorai completamente le sue lamentele e continuai imperterrita con la
ramanzina "Uno dei motivi per cui non circolano molti soldi, è proprio il
tuo stupido vizio!" gli rinfacciai spudoratamente "Quand'è che
deciderai di togliertelo, eh?"
Sanji protese una mano
verso il mio volto "Tesoro, questo non c'entra. Io cercavo solo di
proteggerti" il suo tono era più sincero che mai "Se qualcuno dovesse
farti del male o infastidirti in qualunque modo, giuro che non me lo
perdonerei"
Indietreggiai "Posso pensarci benissimo da sola! E sai che non è la
prima volta che cacci qualche cliente dal ristorante a causa della tua
ossessiva gelosia!"
Ecco, stava per pronunciare le ultime parole famose "Ma che ho fatto?"
"Dio!" digrignai i denti e strinsi gli occhi e, approfittando di
questo momento, Sanji riuscì a stringermi in un caldo
abbraccio, cogliendomi di sorpresa.
"Sono solo colpevole d'amarti troppo, mia cara" disse in un
sibilo "Che io sia maledetto in quest'istante, se non fosse così"
"Ma Sanji, io non credo che..."
"Shh..." stoppò ogni mio tentativo di
protesta e premette leggermente le sue labbra sulle mie "Ti amo"
Sospirai. Lo odiavo quando riusciva a passarla liscia così.
"Ti amo anch'io" risposi, privata ormai di tutta la mia forza di
controbattere.
Fummo interrotti da uno spadaccino particolarmente spazientito, che entrò
in cucina senza nemmeno curarsi di bussare "Scusate, piccioncini..."
Ci voltammo verso di lui, allarmati "Zoro!"
"...i clienti cominciano a lamentarsi per la lentezza del
servizio" ci informò.
Sanji mi baciò sulla fronte
e sciolse l'abbraccio "Il cuoco sta arrivando!"
"Vengo anch'io" mi precipitai "E tu, Zoro, muovi il
culo!"
"Lo sto muovendo anche più di te, nel caso non te ne fossi
accorta!" ribattè offeso.
Soffocai un risolino: Zoro in versione cameriere era davvero uno spettacolo
inedito.
L'ultima volta che l'avevamo visto, era stato qualche mese fa: io e Sanji avevamo deciso di passare a trovare Usopp e Kaya a Shirop e ci
avevamo trovato anche lui. All'epoca usciva con una ragazza di nome Amelia, la
quale però non ci pensò due volte a mollarlo per la sua scarsa stabilità
economica e sociale.
In effetti, Zoro era l'unico tra noi che non avesse ancora trovato
compagnia amorosa e probabilmente la cosa gli pesava. Ma, stando a ciò che
affermava egli stesso, non aveva bisogno di un rapporto fisso per essere
felice: "Datemi le mie spade e un nemico da sconfiggere e mi renderete
l'uomo più felice della terra".
"Un uomo libero", così amava definirsi. Ma in cuor nostro, tutti
noi sapevamo che in fondo gli mancava qualcosa...
La giornata lavorativa sembrò durare un'eternità e a fine serata ci
ritrovammo io, Sanji e Zoro stanchi morti accasciati
sui divanetti dell'angolo the.
"Ecco il tuo stipendio" consegnai i soldi allo spadaccino.
"Che cosa?!" li fissò incredulo "Cinque berry?
E questo me lo chiami stipendio?"
"Vedi di non lamentarti, dopotutto sei qui solo da un giorno!"
ribattei con tono feroce.
"Quindi domani mi pagherai di più?"
"Certo" sfoderai un sorriso furbo "Se pulisci il bagno ti do
sei berry"
Scosse la testa "Ma tu sei tutta matta!"
"Hey, spadaccino" Sanji
fece un tiro di sigaretta "Non far imbestialire la mia Nami,
altrimenti sono guai"
Sospirai "Beh, io vado a lavare i piatti" feci per alzarmi, ma
fui trattenuta "Resta pure, mia cara. Ci penso io"
Ma poco dopo, data l'enorme quantità di stoviglie da lavare, decidemmo di
dargli una mano anche io e Zoro, dopodichè io mi
dedicai al bancone e il ragazzo dai capelli verdi salì al piano di sopra a
dormire affermando che "era stato un primo giorno di lavoro molto duro per
lui".
Mi passai una mano tra i capelli sudati e vidi che si era fatta mezzanotte.
Improvvisamente, avvertii alle mie spalle delle mani che mi cinsero la vita
e delle labbra sul lobo destro che mi fecero sussultare.
Lasciai cadere a terra lo straccio e chiusi gli occhi "Sanji..." reclinai la testa all'indietro e lasciai che
mi baciasse appasionatamente.
"Devo andare a comprare le sigarette" m'informò con voce suadente
"Ti trovo qui, quando torno?" la sua mano sinistra andò a finire tra
i miei capelli, mentre la destra iniziò ad accarezzarmi un seno.
Fui io a baciarlo "Torna presto"
"Certo" promise "Indossa quel vestito rosso che mi piace
tanto" ©
Eccomi qui con il secondo capitolo! Ho
il pessimo (o vantaggioso) vizio di aggiornare soltanto quando con la scrittura
mi trovo come minimo due capitoli avanti.
Sperando che anche questo vi sia
piaciuto, vi saluto! ;)