THE GREEN PLANET
THE GREEN
PLANET
*
Ancora una volta, il
pianeta verde
*
Che gli abitanti del
pianeta Namecc fossero pacifici lo sapeva l’intera galassia.
Che fosse un popolo di
contadini, era noto a tutti.
Che quel luogo fosse
soggetto a continui pericoli…quello lo sapevano in pochi…
Solo chi ne aveva
preservato, e ripristinato il suolo poteva sapere che il pianeta Namecc non
poteva considerarsi immune da eventuali minacce…
*
Son Goku stava osservando
l’immensità sconfinata del cielo, in riva al fiume che passava poco distante
dalla sua abitazione.
Sdraiato sul prato verde
ammirava una per una tutte le nuvole bianche che rendevano più vivace l’azzurro
che si estendeva a perdita d’occhio.
Socchiuse gli occhi
lasciandosi cullare dal fruscio dell’acqua che scorreva regolarmente accanto a
lui.
Era musica per le sue
orecchie, la musica della natura, la natura del suo pianeta, nei pressi della
sua casa.
“Taaana!” lo svegliò la
voce infantile di un bambino, la quale testa apparve improvvisamente
frapponendosi tra l’uomo e le nuvole.
Goku sorrise riconoscendo
la simpatica capigliatura arruffata del figlio minore con la quale stava
giocando, concedendosi un momento di pausa in un frangente più tranquillo.
Goten sorrise soddisfatto
per aver ritrovato il genitore appoggiandosi le mani ai fianchi ed accomodandosi
al suo fianco senza mai dissolvere quell’espressione da bambino giocoso che
sempre lo contraddistingueva.
Il padre si ritirò su
sedendosi per guardare meglio il bimbo negli occhi, si guardò attorno notando la
mancanza dell’inseparabile amico del figlio “E Trunks?” chiese poi tornando a
guardarlo.
La sua piccola copia si
grattò il capo in un gesto paterno imitandone inconsciamente anche il sorriso
ingenuo “E’ andato a casa…ha detto che tornerà nel pomeriggio” spiegò alludendo
al fatto che fosse ormai ora di pranzo.
E riguardo ai pasti lo
stomaco di un Saiyan è quanto mai preciso…un rumoroso gorgoglio, infatti, spezzò
l’armonia della natura.
L’adulto si afferrò lo
stomaco con entrambe le mani sorridendo proprio come il figlio aveva fatto
alcuni istanti prima “Mi è venuta fame…sarà meglio rientrare, o la mamma si
arrabbia” confermò alzandosi ed appoggiando un mano sulla testa del bambino che
annuì conoscendo il temperamento della donna quando si trattava di puntualità,
soprattutto riguardo ai pasti.
Il bambino non fece in
tempo ad alzarsi che un voce a lui sconosciuta interruppe l’atmosfera gioiosa di
quel momento.
“Goku! Abbiamo un
problema!” annunciò senza mezzi termini la misteriosa voce che risuonò imponente
tra i monti che li circondavano.
Goten si guardò attorno
cercando di capirne la provenienza, il padre invece sembrò meno sorpreso nel
sentire quella voce, che per lui era familiare.
Alzò la testa rivolgendosi
al cielo, e questa volta non per guardare le nuvole, aggrottò le sopracciglia
“Cosa succede re Kaioh?” chiese apparentemente al vuoto.
Ancora una volta la voce
riecheggiò seria per tutta la valle “Si tratta del pianeta Namecc. Una strana
barriera ne sta circondando la superficie” spiegò piuttosto vago.
L’espressione di Goku
divenne maggiormente seria “Che genere di barriera?” chiese ancora cercando di
intuirne la natura.
Lo strano dio azzurro
scosse la testa dal suo punto di osservazione nell’altro mondo “Non ne ho idea,
so solo che impedisce di percepire qualsiasi aura all’interno del pianeta…ti
chiedo, dunque, di andare a vedere tu stesso” ammise la sua impreparazione.
Il guerriero annuì
“D’accordo, andrò a vedere cosa succede” lo rassicurò sicuro di sé.
“Ti ringrazio” rispose
sentendosi sollevato prima d’interrompere la comunicazione.
Goku si voltò verso il
figlio mantenendo un espressione seria “Goten…torna a casa e di alla mamma che
non torno per pranzo” ordinò adagiandosi due dita sulla fronte.
Il bambino scosse la testa
aggrappandosi saldamente ai pantaloni del padre “Voglio venire anch’io” lagnò
sentendo odore di avventura, e la cosa lo stava già divertendo.
L’uomo tornò a sorridere,
anche a lui la faccenda sembrava interessante, sentiva già i suoi muscoli pronti
al combattimento, e l’odore del campo di battaglia.
Si guardò nuovamente in
avanti con aria seria concentrandosi per teletrasportarsi altrove.
Il pianeta Namecc era
inaccessibile, vista la particolare barriera che l’aveva avvolto, quindi doveva
andare in un posto che gli permettesse di giungere il punto della galassia che
intendeva raggiungere.
Un solo posto gli balenò
alla mente…la Capsule Corporation…
*
“Vatti a lavare le mani ho
detto!” ordinò al figlio di ritorno dai monti Paoz.
Il bambino sbuffò “Ma
mamma…sono pulite, guarda!” si lamentò il bambino mostrandole le mani nella
speranza che desistesse nel suo intento.
La donna si appoggiò una
mano al fianco mentre con l’altra additò la porta del bagno “Trunks! Non farmi
ripetere le cose! Se non ti lavi le mani non ti siedi a tavola…chiaro?” continuò
risoluta, costretta tutte le volte a scenate simili quando il figlio tornava
dalla casa dell’amico.
Sbuffò arrendendosi agli
ordini materni dirigendosi svogliatamente verso il bagno.
Bulma si guardò attorno
sospirando “E adesso dov’è finito tuo padre?!” mormorò tra sé non intravedendo
da nessuna parte il marito.
Trunks non fece in tempo a
raggiungere la porta del bagno più vicino che si vide materializzarsi davanti
Goku accompagnato dal figlioletto.
Non aspettandosi la loro
improvvisa comparsa il bambino dai capelli lilla cadde all’indietro attirando
l’attenzione della madre.
L’amico di sempre le fece
un cenno di saluto con un piccolo sorriso.
Sarebbe dovuto giungere lì
percependo l’aura del principe della sua razza, ma l’uomo stava trattenendo la
propria forza spirituale rendendosi irreperibile, era quindi ricorso all’aura
del piccolo Brief, che dal suolo lo stava guardando imbronciato per averlo fatto
cadere.
“Goku?! Che ci fai qui?”
gli chiese infine l’amica sorpresa della sua improvvisa comparsa.
L’uomo si fece serio
“Abbiamo bisogno di un’astronave” spiegò velocemente catturando l’attenzione
dell’altra.
*
Fortuna che Satan City non
era molto distante dalla città dell’Ovest, così appena ricevette la chiamata,
Gohan impiegò appena pochi minuti di volo al termine delle lezioni mattutine per
giungere negli edifici della Capsule Corporation.
Appena giunse notò che i
visi di tutti erano preoccupati, e una volta spiegato anche a lui del pericolo
incombente si lasciò cadere su uno dei divani assumendo la medesima espressione.
“Come facciamo a
raggiungere Namecc?” chiese dando sfogo alla preoccupazione di tutti.
Bulma sospirò “E’ questo il
problema, le navicelle terrestri non sono in grado di raggiungere Namecc in poco
tempo” spiegò rammentando il problema che era scaturito la volta precedente “E
non abbiamo più mezzi alieni che ci permettano di andarci. L’unico mezzo in
grado di fare un viaggio del genere è la capsula gravitazionale che Vegeta usava
per i suoi allenamenti anni fa…ma sinceramente non so che fine abbia fatto”
concluse passando rapidamente in rassegna i vari mezzi a loro disposizione.
Gohan ci pensò per alcuni
istanti facendo un rapido calcolo riguardante i velivoli giunti sulla Terra.
Tutti i mezzi Saiyan erano
già stati distrutti o utilizzati, e anche il mezzo con la quale l’unico
namecciano era giunto fin lì era stato già adoperato, ma c’era comunque una
navetta atterrata dopo il viaggio sul pianeta verde… “E se usassimo il mezzo
della squadra Ginew?” chiese con ovvietà attirando su di sé l’attenzione di
tutti, ma soprattutto la curiosità.
Trunks e Goten non stavano
capendo granché di questi discorsi, troppo adulti per loro, entrambi si
limitavano ad osservarli ansiosi di partire all’avventura.
Goku guardò il figlio con
sguardo interrogativo, squadra Ginew? Quando erano giunti sulla Terra? Cosa
stava dicendo?
Bulma invece mise in moto
il cervello cercando di comprendere le sue intenzioni “Ma certo!” esclamò quando
giunse alla stessa conclusione del ragazzo.
Il Saiyan adulto sembrava
invece aver perso il filo logico del discorso, si limitò a guardare prima una,
poi l’altro “Posso sapere di cosa state parlando?” chiese ingenuamente.
I due si voltarono in
simultanea, e mentre la donna si limitò a sbuffare alzando gli occhi al cielo
per l’infinita ingenuità dell’amico, il figlio gli sorrise rassegnato cercando
con calma di spiegargli la situazione “L’astronave con la quale sei tornato dopo
l’esplosione di Namecc, ricordi?” rispose con tranquillità.
Goku si additò pensieroso
capendo finalmente di quale mezzo si stesse parlando, si diede un pugno sul
palmo dell’altra mano avendo l’illuminazione “Giusto è vero!” confermò infine
assumendo poi un’aria imbarazzata “L’avevo dimenticato” confessò grattandosi la
nuca.
Il primo obbiettivo,
dunque, era recuperare l’astronave dalla valle desolata dov’era stata
abbandonata.
*
CONTINUA…
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